venerdì 29 marzo 2013

Ginestra è umano



Il tabellino dell'amichevole San Marino-Forlì finita 2-1. Non ha giocato Poletti. Che bello, Ginestra ha condensato tutti gli errori che solitamente fanno i portieri in una stagione all'interno della stessa, enorme sciocchezza commessa oggi, in amichevole. Chapeau.

San Marino: Migani, Capellini (37’ Villanova), Crivello, Pigini, Mannini, Ferrero, Mella (55’ Nanni G.), Pacciardi, Chiaretti, Calvano, Defendi. (A disposizione: Benedettini. Allenatore: Acori)
Forlì: Ginestra (63’ Casadei), Ingegneri, Campana, Bergamaschi (77’ Babini), Martini (77’ Monti), Orlando (46’ Vesi), Filippi (63’ Pirani), Sampaolesi, Ferri (66’ Petrascu), Evangelisti, Oggiano (46’ Mordini). (A disposizione: Sozzi. Allenatore: Bardi)
Reti: 19’ pt Mella, 58’ Villanova (rig.), 86’Vesi.

giovedì 28 marzo 2013

Se basta Petrascu



L'amichevole con l'Imolese di Bale e Pezzi è finita 2-2 (tabellino).

Note positive. Dopo un primo tempo dietro alla lavagna, nella ripresa Seba Petrascu ha lucidato i canini con una doppietta che brilla soprattutto per il primo gol: staffilata di sinistro incrociato sul palo opposto, alla vecchia. E poi Bolelli: il ragazzo classe 1996 ha debuttato dal primo minuto sul fronte destro dell'attacco: un bel colpo di testa (c'è la foto a lato), qualche spunto e tanta personalità. Me ne avevano parlato tutti benissimo, confermo.

Note negative: squadra ancora imballata soprattutto dal centrocampo in su. Il punto di forza del Forlì, l'attacco, è diventato il suo tallone d'Achille: giocate fuori sincro, scelte sbagliate, mollezza generalizzata. Passerà. Magari basterà la presenza del Micio per riportare anche nei compagni velocità e feeling.

Oggi (14.30) altra amichevole sul sintetico di Gatteo col San Marino di Poletti. Poi tre giorni di relax familiare per ricaricare le batterie in vista di Gasbarroni.

mercoledì 27 marzo 2013

Si viene e si va



Ingegneri va (in B? C1 sicuro). Arrigoni chissà: il Forlì proverà a convincere il Cesena che un altro anno di prestito in Seconda Divisione farebbe bene al ragazzo, dotatissimo ma fisicamente ancora acerbo. Vesi è di proprietà. Martini, Orlando, Sir Alex, il Razzosardo, Sabato, Mordini e il Cap (continua?) sono i "vecchi" sul cui futuro pendono numerose incognite, non ultimo l'aspetto economico. Gli altri ragazzi ballano. Ginestra, Sampa, Eva, Seba e il Micio hanno il biennale: a meno di offerte irrinunciabili restano quali pilastri del Forlì 2013-'14. Cangini, che resti oppure no mister Bardi, cerca un attaccante coi controfiocchi e ovviamente caratteristiche diverse dai due sotto contratto.

martedì 26 marzo 2013

Contro Bale e Checco



Uno dei primissi post nella (breve) storia di questo blog lo dedicai a quello che allora chiamai "l'equivoco  Balestra". Giovedì al Morgagni il Forlì affronterà in amichevole al Morgagni l'Imolese, diventata l'estate scorsa sua e di Francesco Pezzi. Due ragazzi che hanno scritto la storia recente della società biancorossa: il primo cinque stagioni e tre promozioni, il secondo tre anni e due primi posti con annesso gol vittoria nel determinante derby col Ravenna della scorsa stagione (ricordate Fiorello che corre in campo come un riposseduto?).

L'estate scorsa sono stati entrambi scaricati senza troppi convenevoli. Li ho intervistati (domani sul Carlino) e pur camminando sui ceci non fanno polemica anzi: entrambi sono ancora innamorati della casacca biancorossa, sono tornati un paio di volte al Morgagni la domenica e hanno un mucchio di amici nello spogliatoio del Forlì.

Semmai Bale e Checco si toglierebbero uno sfizietto ciascuno, ma è roba simpatica: Bale farebbe volentieri un tunnel agli amici Sozzi e Mordini, Pezzi si augura di trafiggere giovedì l'amicone Casadei, in modo da poterlo sfottere per i sei mesi seguenti. Chi sarà al Morgagni giovedì pomeriggio non potrà che applaudirli, quei due lì, con affetto e gratitudine.

lunedì 25 marzo 2013

Il video di Santarcangelo-Forlì (facciamoci del male)



A vederlo si capisce ancora di più quanto abbia sofferto il Forlì (nel video però manca il colpo di testa finale di Sir Alex): la colpa del Santarcangelo è solo di non aver chiuso prima la pratica.

Fantastico però il gol del pari: la spizzata, il tacco ingegnoso di un brillante e volenteroso Filippi, il numero messianico del neoentrato Cap in mezzo a una selva di maglie gialloblu.

domenica 24 marzo 2013

Che succede?



Oggi il Forlì non ha tirato in porta. E' sceso in campo senza convinzione, molle, disordinato, come se la partita contasse zero virgola. I due attaccanti laterali giocavano a 20 metri da Buonaventura, che solo soletto non l'ha mai vista coi due centrali del Santarcangelo. Sampa e Scarponi non hanno crossato una volta, Eva e Mordo non accompagnavano l'azione d'attacco, i difensori non accorciavano, tutti hanno sbagliato troppi controlli per disattenzione. Il pareggio è un miracolo dovuto all'intelligenza di Sozzi, che appena entrato ha fatto quello che a nessuno era venuto in mente di fare prima: giocare vicino a Buonaventura, che spizzandola l'ha messo in condizione di tirare in porta. Non ci voleva un genio per capirlo, o no?

Fatte queste osservazioni aggiungo che il problema più evidente dalla tribuna (di fianco avevo Josè Mourinho 70enne, ne sa più lui di tutti gli allenatori del mondo messi assieme: o lo si tessera o lo si ricovera) è stato un altro. Il Forlì ha giocato tutta la partita senza entusiasmo. Frenato, disattento. In settimana Buonaventura aveva annunciato che sarebbero state 7 finali: il Forlì ha giocato la prima come un'amichevole. Perché?

Davvero non riesco a spiegarmi questa mancanza di carica emotiva e agonistica quando all'orizzonte c'è un traguardo così importante per la società. Sugli spalti del 'Mazzola' erano arrivati un centinaio di forlivesi: molti di loro eviteranno la prossima trasferta se lo spettacolo è questo. Come biasimarli?

Arrivare ai playoff significherebbe scrivere la storia del Forlì. Giocatori, staff tecnico e dirigenti l'hanno capito? Perché la squadra gioca in quel modo lì allora? Qualcuno spieghi e "siamo scarsi" non vale, non siamo peggio del Santarcangelo e in ogni caso si può giocare diversamente.

Nelle ultime due settimane da Bardi in giù hanno ribadito duemilacinquecento volte che atleticamente la squadra è più in forma delle altre. Che nei secondi tempi spaccano. Se non è un problema fisico, cos'è? Aggiungo: già la partita col Castiglione era stata preoccupante, e prima quella col Renate, e prima quella col Savona (a Busto Arsizio non so). E' come se qualcosa si fosse rotto. C'entra il futuro di Bardi? Non credo. Cos'è successo allora al Forlì?

Capitan Speranza



Un gol del neo entrato Sozzi a uno sputo dalla fine regala il pareggio al Forlì. Brutti, bruttissimi a Santarcangelo. Colpa del campo, degli avversari, dello spirito da ritrovare, di una condizione fisica approssimativa e di un certo caos tattico generalizzato.

Ora due settimane di relax, poi il Monza, avanti di 3 punti come il Castiglione. Non è finita, forse.

Santarcangelo-Forlì tra poco



Un centinaio di forlivesi sono in partenza proprio in questi minuti direzione Santarcangelo. Non credo proprio che il Micio ce la farà: attacco sulle spalle di Seba, Buonaventura e una tra Oggiano e Filippi. Non sarà affatto facile, ma per continuare a credere nei playoff s'ha da vincere il derby.

sabato 23 marzo 2013

Delfino Richard



Nel malaugurato caso in cui Attilio venga ammaliato dalle sirene e molli a fine campionato il peschereccio biancorosso, la società ha già in casa un ottimo sostituto. Pronto, affidabile, forlivese, bardiano negli aspetti migliori del termine, esperto, entusiasta eccetera eccetera eccetera. Ieri Vanigli ha parlato in conferenza stampa: non c'ero ma dicono che se la sia cavata più che bene (ammettendo che stare sulla panchina sì, gli piace).

giovedì 21 marzo 2013

Mel-ahi



Dolore al ginocchio operato a novembre. Daniele Melandri negli ultimi giorni si è allenato a parte. Dai primi accertamenti non sembra niente di grave ma il Micio è in dubbio per domenica. E sarebbe una bella mazzata per il Forlì. Assente sicuro Arrigoni (stiramento?), così come Vesi e Sabato squalificati. Oggi nell'amichevole con la Berretti 2-2 reti di Oggiano e Filippi. Uno dei due - favorito il Razzosardo - potrebbe essere titolare a Santarcangelo.

VotAttilio



Sempre a proposito di allenatori, Ric Rinieri mi suggerisce che il sito Tuttolegapro, molto seguito tra gli addetti ai lavori, ha promosso anche quest'anno il concorso "Vota il miglior allenatore in Lega Pro". Nella stagione scorsa si aggiudicarono la statuetta Domenico Toscano in Prima (Ternana) e Massimo Costantino in Seconda (Vigor Lamezia).

Qui si può votare dal 18 marzo al 15 maggio, qui il regolamento. Io ovviamente ho votato Attila (tre volte: dalla mail personale, da quella del blog e da quella di mia moglie) perché le sue qualità caratteriali, tattiche e umane - oltre ovviamente ai numeri oggettivamente spaventosi di questi anni - superano di gran lunga i suoi difetti: lettura in corso della partita tutt'altro che immediata, zero adattamento sull'avversario, fede milanista tanto per dirne qualcuno.

Consiglio un click anche a chi proprio non lo sopporta: dovesse vincere mister 3-4-3 avrebbe ancora più i riflettori di club importanti sul coppino (e già lo stanno seguendo).

AGGIORNAMENTO
Bardi sale e scende tra il secondo e il quinto posto. Ma quello dell'Hinterreggio dev'essere amico di Grillo.

mercoledì 20 marzo 2013

Sono Franco




Sono andato a Meldola per scattare le prime foto di Franco Bonavita sulla panchina del Meldola. In realtà l'ex mister del Forlì ha seguito la partita contro il Vallesavio (coppa, ultimo treno per la promozione dei giallorossi che hanno inserito anche Scaioli) dalla tribuna: credo non abbia rinnovato in questi anni il patentino da allenatore, una formalità che nel giro di qualche giorno sarà risolta.

Bonavita ha una carica di umanità difficile da raccontare. Stargli vicino mentre segue una partita di calcio, oltretutto della squadra che andrà ad allenare, è uno spettacolo emozionante. A un certo punto il Meldola ha battuto una punizione d'attacco laterale (una specie di calcio d'angolo), la palla è arrivata in area rasoterra, due giocatori l'hanno fatta passare in mezzo alle gambe eludendo l'intera difesa e il terzo indisturbato è andato al tiro. La palla è finita parecchio alta ma Franco si è girato con gli occhioni strafelici e mi ha detto: "Doppio velo, vedi: queste sono le mie gioie".

Il Monza rivuole i punti



Depositato il ricorso contro la penalizzazione di 4 punti per il calcio scommesse, ahi. I brianzoli, già avanti di una lunghezza sul Forlì, sperano di recuperare un paio di punti. Dando per scontate le qualificazioni ai playoff di Venezia e Bassano (+ 5 sul Forlì), se anche la squadra di Gasbarroni prende il largo resta solo un posto per gli spareggi promozione.

La paura fa novanta



Tanti erano ieri sera (prima dello 0-0 col Livorno) gli imprenditori presenti alla convention del Cesena calcio, la cui sopravvivenza è tutt'altro che scontata. Il presidente della Provincia di Cesena Massimo Bulbi ha detto che "la fine dell’esperienza Cesena potrebbe avere ricadute gravissime". Soprattutto sul suo buonumore.

L'elenco dei presenti pubblicato da RomagnaNoi
Imprenditori. Adriatica acque, Adriatica grandi impianti, Alotax, Alufer, Amadori, Anseme, Ati, Audiolab, Baldinini, Brc, Baruzzi prefabbricati, Banca popolare di Ancona, Camaj, Casadei, Cora seeds, Credito di Romagna, Credito Emiliano, Deco industrie, Deles imballaggi speciali, Dhollandia, Dinan, Cristian Dionigi, Dotprint, EdilGhetti, EffeGiBi, Fc Clima, Rino Foschi, Gattei, Gel frigor, Mauro Giorgini, Hi Technology, Hippo Group, Idrobenessere, Il Mandorlo, Il Punto, Kablotec, Leardini group, Lelli group, LF, Giorgio Lugaresi, Mcf trade, Mdm clima, Motorissima, My Dev, Officine Battistini, Openjob Metis Cesena, Orogel, Panatrezzi, Polo autotrasporti, Graziano Pransani, Pubblisole, Oliviero Santerini, Sarb, Sb motori, Scarpellini vivai, Som, Sport center Cesena, Studio Santarelli, Technogym, Uil Cesena, Viaggi Manuzzi, Vitobello ricambi, Wafra, Zavoli.
Glorie bianconere. Agostini, Ammoniaci, Arrigoni, Bertarelli, Biserni, Bonini, Ceccarelli G., Cuttone, Danova, De Falco, Del Bianco, Domini, Fontana, Gadda, Genzano, Lorenzo, Mantovani, Marin, Masolini, Medri, Moscatelli, Oddi, Orlandi, Piangerelli, Piraccini, Rossi, Teodorani A., Teodorani C., Valentini, Vicini.

Qui viene spiegato il 'progetto Lugaresi' di azionariato popolare, che è quasi sempre l'ultima spiaggia. Rino Foschi ha confermato che in questo momento è l'unico modello sostenibile, prendendo ad esempio addirittura il River Plate.

martedì 19 marzo 2013

Il gol nel sangue



Se il Forlì ha mantenuto da agosto ad oggi una forma migliore degli avversari - escluso il periodo tra novembre e dicembre, ma lì ci sono di mezzo le condizioni improponibili del Federale - è certamente merito del preparatore atletico Chicco Cortini. Che quest'anno ha una 'spalla' cruciale nel centro Istam di Forlimpopoli. Diretto dall'alimentarista Silvano Bianchi (ex calciatore), il centro tiene monitorato il sangue dei calciatori biancorossi consigliando a ciascuno un mix di integratori specifici per le necessità. Melandri ad esempio sta assumendo sostanze naturali volte a ripristinare il tono muscolare dopo il lungo stop.

A parlare per primo dell'importanza di Istam è stato mister Bardi, rivelando in conferenza stampa, un paio di settimane fa, l'importanza delle diagnosi effettuate dal centro di Forlimpopoli sulle sue scelte di formazione. Per intenderci: se il sangue di Sampaolesi rileva un eccessivo 'stress ossidativo' il mister lascia fuori un turno il giovane centrocampista, dribblando così l'aumentato rischio di infortuni. Domenica nel post partita anche Evangelisti - da quanti anni non aveva questa continuità atletica? - ha sottolineato i miglioramenti garantiti dalla collaborazione con Bianchi.

Risultato, dice Cortini, 'quest'anno abbiamo avuto un ventesimo degli infortuni muscolari rilevati nelle stagioni precedenti'. Non c'è la controprova, ovvio, ma l'impressione di tutti in viale Roma è di aver scoperto il siero della salute. Tutto in regola eh: gli uomini dell'antidoping hanno già fatto più di una visita alla squadra: vitamine, carnitina e sali minerali sono ovviamente consentiti, è la "personalizzazione a fare la differenza". Quest'anno è anche gratis: da buon tifoso biancorosso Bianchi, nella foto è quello di dx, ha "sponsorizzato" il Forlì con una collaborazione gratuita. Che si sta rivelando preziosissima.

Lettera dalla Gradinata



Ricevo e pubblico. Personalmente sto facendo di tutto per organizzare 54 cose ed esserci.

Domenica si gioca a Santarcangelo, vicino, vicinissimo per chi si è fatto la trasferta a Milazzo ma è come tutte le altre, con le solite incognite di chi ha scelto di non tesserarsi e di non sottomettersi a queste leggi che vorrebbero noi veri appassionati di questo sport e con una vera fede nel cuore a casa seduti sul divano con l'abbonamento a Sky o Premium per vedere il "grande" calcio fatto di milioni e di giornate a spezzatino per garantire partite ogni giorno. Sentendo in questi giorni gente non ultras e non legata con noi della gradinata che vuole venire in trasferta ma non ha la tessera e ha già deciso di arrendersi. Non arrendiamoci ora, essere in tanti senza tessera a Santarcangelo sarà sicuramente un modo per far capire che certa gente non scende a certi compromessi e disposizioni anticostituzionali e che questa gente vuole esserci lo stesso! Voi che con noi della gradinata non avete nulla a che fare fate come noi, fregatevene e venite in trasferta domenica senza tessera! Ci sono più probabilità di entrare, tentate di fare il biglietto lo stesso (noi in questo modo senza tessera siamo entrati a Monza e a Mantova).
Stiamo tutti vicini alla squadra!
Per il sogno playoff!
La Gradinata

lunedì 18 marzo 2013

Vincere ringiovanisce



A corredo del pezzo che racconta Forlì-Castiglione oggi il Corriere dello Sport - Stadio ha pubblicato la foto che vedete sopra. Mi incarico personalmente di recapitare al quotidiano bolognese una foto di Cangini, dovessero nei prossimi giorni intervistare il diesse.

domenica 17 marzo 2013

Direzione playoff




Il bacio di Eva dopo un'ora di gioco (bruttino) rianima il Forlì. Playoff a tre punti con un paio di scontri diretti al Morgagni (Bassano, Monza) e la trasferta in gondola a Venezia. Bello, bellissimo. Ci aspettano sette partite con pochissime possibilità di errore ma in fondo va bene così. Bardi a fine match ha detto: 'Non dobbiamo più difenderci da niente, esprimeremo tutta la nostra gioia e voglia di giocare'.

Oggi: bravissimi i tre ragazzi dietro, Seba e il Micio in fase down, primo tempo di rincorsa per i due mediani che sono decollati nella ripresa. Non credo fosse fallo di mano su Oggiano, loro difesa fortissimissima.

All-in


Tutto sul piatto oggi col Castiglione (Morgagni, 14.30). Il presente: senza vittoria i playoff scappano per sempre. Il futuro: senza playoff il progetto arriva a un punto e a capo. Con alte probabilità che la prossima estate, oltre a dover costruire una super squadra per restare tra i prof., ci sia anche da resettare gruppo e guida tecnica.

sabato 16 marzo 2013

Forlì-Castiglione, in versi





Domani al Morgagni per Forlì-Castiglione ci sarà anche il Poeta.

La mamma dei coraggiosi



Solidarietà all'amico e collega Mattia Sansavini, nella foto travestito da barbone per un servizio sul Carlino, cui in settimana hanno tagliato due volte (di notte, sotto casa) le gomme della macchina. Non sa chi sia stato né perché. Io più di un sospetto ce l'ho: i furbi e coraggiosi ormai li riconosco da lontano e poi ultimamente, soprattutto sul blog l'Uovo, ci ha avuto a che fare. Ieri Mattia era alla conferenza stampa di Bardi, stamattina ha trovato di nuovo la brutta sorpresa.

A me capitò qualche anno fa una roba simile - ma meno costosa e più goliardica - proprio davanti all'appartamento in cui abitavo. Credo fosse stato un gruppo di ultras del Forlimpopoli (c'era la firma girato l'angolo) ma non ne ho mai avuto la conferma: tutte le volte che li incontravo per strada giravano la testa dall'altra parte, appunto.



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4-1-4-1



A dispetto delle apparenze il vero schema del Forlì non è il 3-4-3, ma il 4-1-4-1 (rovesciato, lo so). Primi in Promozione, quarti in Eccellenza, primi in Eccellenza, quarti in serie D, primi in serie D. E' una regola immutabile dalla rifondazione del 2007. Avete già capito dove voglio arrivare. Quello in corso dovrebbe essere l'anno del quarto posto. Peccato che la posizione sia occupata attualmente dal Castiglione (in settimana hanno cambiato presidente), avversario domani dei Gallecticos con 6 punti di vantaggio. Tanti ma non ancora troppi visto che mancano otto giornate all'end.

Domani le altre concorrenti agli spareggi hanno in calendario una giornata agevole e vinceranno presumibilmente tutte. Alla lunga direi che delle quattro attualmente qualificate (Renate 47, Castiglione 45, Venezia e Bassano 44) proprio il Castiglione che non vince da sei turni e ha pareggiato recentemente col Milazzo è la candidata migliore al crollo. Vincere domani vorrebbe dire fiondarlo in crisi nera e rimettere ufficialmente in gioco quel posto lì, con Monza (40, verrà al Morgagni) e Alessandria (40) quali competitors per il paradiso.

Mi sembra questa l'unica strada percorribile dal Forlì che altrimenti, non vincendo domani, potrebbe già indossare le infradito.

venerdì 15 marzo 2013

Il Cesena a caccia a Forlì


Una vera e propria battuta di caccia, a tappeto. Con tanto di lettera strappalacrime vergata a mano da Giorgio Lugaresi e un appuntamento per martedì 19 marzo alle 18 presso la Club House dello stadio Manuzzi. Il Cesena ha l'acqua alla gola: per salvarsi ha inviato centinaia (migliaia?) di mail come quella che vedete sopra, a imprenditori di Cesena ma anche di Forlì. Per ora gli sponsor che hanno aderito alla richiesta di aiuto del Cavaluccio sono quelli che leggete qui sotto. Spunterà presto anche il nome di qualche forlivese?

1.      Alberto Palladino (Paresa)
2.      Bruno Piraccini (Orogel)
3.      Carlo Romani (England Tir)
4.      Claudio Manuzzi
5.      Gianluca Salcini (Jolly Service)
6.      Giorgio Lugaresi
7.      Graziano Pransani (Pransani Frutta)
8.      Guido Aldini (Aldini Costruzioni)
9.      Luca Mancini
10.  Marino Vernocchi (SB Motori)
11.  Mauro Giorgini
12.  Mauro Urbini (Anseme)
13.  Natale Baruzzi (Baruzzi prefabbricati)
14.  Nerio Alessandri (Technogym)
15.  Oliviero Santerini
16.  Walter Casadei

giovedì 14 marzo 2013

Non può piovere per sempre



Marzo, va ricordato, è la stagione delle piogge. E domenica il match contro il Castiglione potrebbe iniziare con il cielo coperto e finire con qualche precipitazione. Si attende infatti il transito di una nuova perturbazione, con il peggioramento atteso dai modelli matematici proprio tra le 16 e le 17. Ma che ce ne fott a nui! Il "Morgagni" deve esser avvolto dal calore biancorosso. Petrascu e Melandri la vogliono metter dentro, ma hanno più che mai bisogno della nostra spinta!
Domenica tutti allo stadio! Alè Furlè!

mercoledì 13 marzo 2013

Cosa c'è di oggettivo



1) Diesse, allenatore e squadra stanno disputando un campionato al di sopra delle aspettative. Non è un'opinione, è un dato oggettivo: pochissimi calciatori del Forlì avevano mai giocato tra i professionisti, quasi nessuno a livelli d'alta classifica. Quasi tutti hanno una lunga carriera alle spalle in campionati dilettantistici e i loro ingaggi contenuti ne sono la conseguenza. Compresi diesse e allenatore.

2) A proposito di allenatore. Bardi ha certamente qualche difetto e commette degli errori, altrimenti a 51 anni non sarebbe in C2. Ma il livello di gioco cui ha portato il Forlì è alto. Tra i più alti del girone nonostante, vedi sopra, una rosa a livello di quelle che lottano per salvarsi.

3) Se la società voleva davvero qualificarsi ai playoff avrebbe dovuto comprare due giocatori importanti a gennaio: un centravanti di peso e un difensore. Non l'ha fatto scegliendo il low profile, ora niente musi lunghi (oggi dopo la partita ne ho visti un paio preoccupanti) se la squadra fatica a battere il Renate o addirittura perde. Sta nelle cose, è normale così. Non raccontiamoci balle.

4) Ultima cosa: l'eccellente campionato in corso ha portato il Forlì a salvarsi con tre mesi d'anticipo. La prossima stagione in seconda Divisione retrocederanno 9 squadre. Al momento il Forlì avrebbe due punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Così, per dare l'idea di quanto sarà tutto maledettamente complicato. E di quanto sarebbe stato lungimirante investire a gennaio, provarci (davvero, non a parole).

Palo



Sfiga, carattere, pioggia, attesa, rabbia, applausi. C'è stato di tutto in Forlì-Renate: nel primo tempo gli ospiti, cui stava benissimo il pareggio, hanno lasciato il pallino al Forlì rischiando di conseguenza poco e niente (discutibile la scelta Ferri dal primo minuto: dimenticato in panchina per tutta la stagione, lo spilungone centravanti del Cesena è stato mandato allo sbaraglio proprio nel match più importante. Ha cominciato bene ma poi è evaporato). Nella ripresa il Renate ha provato ad attaccare e per pochissimo il Forlì non l'ha punito: due occasioni d'oro per Melandri, prima non è riuscito a calciare dopo aver dribblato il portiere poi ha colto il palo interno. Alla fine Mantovani ha chiuso la pratica, garantendo al Renate il terzo posto (47) e lasciando il Forlì (39) ai margini della zona che conta.

Restano 5 i punti dai playoff, solo che le partite diminuiscono (8) e squadre davanti cominciano ad essere tante: il Monza ha vinto scavalcando il Forlì. Domenica ultimissima chiamata: al Morgagi arriva il Castiglione (45), per cui o si vince o si finisce al mare sperando nei ripescaggi estivi. Belli gli applausi finali che gradinata e tribuna hanno riservato alla squadra: il Forlì è questo, ha dato tutto e per poco non riusciva nell'impresa contro una squadra molto organizzata. Giusto applaudire.

Per inciso: tre centimetri e il tiro di Melandri coccia sul palo e va dentro. Probabilmente ce la ricorderemo a lungo quell'immagine che vedete sopra, speriamo di no. Quando la palla ha rimbalzato sul legno ho guardato il povero Bardi che, milanista sfegatato, la sera prima aveva maledetto la tv al palo, identico, colpito da Niang al Camp Nou. E' il bello del calcio: tre centimetri, un filo d'erba e cambia tutto.

La nostra Remuntada



Non un 2-0 da ribaltare, ma 5 punti da recuperare sul sesto posto: oggi al Morgagni occasione più unica che rara con il Renate, proprio la squadra su cui il Forlì fa la corsa playoff. Non so se - come per il Barca - anche questa partita può segnare la fine di un ciclo. Può essere: dovesse andare male il Forlì direbbe addio alle speranze di salire in Prima Divisione, con seguente finale d'anno in barca a vela e consapevolezza che per vincere nel calcio professionistico non bastano buone idee, ottima volontà e spogliatoio (più o meno) unito. Servono molti, molti soldi. Servono giocatori dai 50k in su, che il Forlì non si è potuto permettere quest'anno e chissà il prossimo.

Questo però è lo scenario che nessuno si augura di vivere alle 16.30. C'è anche la concreta possibilità che il Forlì batta gli organizzati interisti (ossimoro) e si ritrovi a un palmo dal paradiso, con il Castiglione agganciabile già domenica. Da sogno. Ma serve la Remuntada, appunto. Servono risposte dagli attaccanti appisolati e un Morgagni di nuovo sul pezzo, carico e fiducioso fino all'ultimo minuto vada come vada.

Pioverà, prenderò un sacco di acqua. A loro mancando due difensori titolari più il portiere, hanno Brighenti fortissimo davanti (16) e una mediana solida. Giocano 4-3-3, attaccano e lasciano spazi. Come il Forlì, che solo all'ultimo saprà se almeno uno tra Arrigoni e Ingegneri sono disponibili. Ieri Bardi ha fatto la voce grossa con Petrascu, la cui incapacità di leggere le situazioni di gioco pesa, talvolta molto, sul resto della squadra ("Sembra di giocare a ping pong, la palla torna sempre indietro"). Diciamo che se oggi Dracula mette la doppia sarebbe una bella risposta, per le sponde c'è sempre tempo. Avanti tutta. Oggi, o chissà quando.   

martedì 12 marzo 2013

Forlì-Renate sotto l'acqua



"E aspiette che chiove, l'acqua te 'nfonne e va. Tanto l'aria s'adda cagna". Scongiurato il rischio neve, come già annunciato alcuni giorni fa. Forlì-Renate però potrebbe disputarsi sotto la pioggia. Marzo, insomma, si conferma pazzerello. Per il fischio d'inizio il cielo sarà irregolarmente nuvoloso, con la possibilità di improvvisi ed irregolari scrosci di pioggia. Insomma, na jurnata pazza...

Prospettive



Stasera la guarderemo tutti, però non dimentichiamoci questo: l'ha scritto stamattina su fb un tifoso del Forlì e mi ha fatto venire in mente quando nel 2001 andavo le prime volte nel cabinotto del Morgagni a seguire le partite del Forlì, e Benito Campana di quando in quando chiedeva quanto stava "il calcio minore", inteso come serie A.

rispetto molto di + il mio capitano, forlivese doc ke lotta e suda x la maglia della sua città ke un mercenario di A ke se nn gli dai 10milioni fa i capricci e cambia squadra !!! Quindi stasera ke vinca il milan o il barca nn m cambia proprio1Cazzo....

lunedì 11 marzo 2013

Bonavita al Meldola?



C'è questa voce insistente oggi: l'ex allenatore del Forlì - l'ultima volta in Eccellenza nel 2008 - sarebbe a un passo dalla panchina del Meldola. Franco aveva mollato il calcio prima che un gruppo di vecchi amici tra i quali Linari, Pardo e Kalle lo convincesse a tornare in sella al Morgagni per guidare la risalita della squadra. Non andò benissimo, finì quarto nonostante i riti pagani che introducevano ogni match e una carica emotiva fuori categoria (e talvolta controllo).

In seguito Bonavita ha rimollato di nuovo il pallone, lasciandosi maluccio con la rinnovata dirigenza del Forlì. Pare che il presidente del Meldola Gugnoni, ma soprattutto il Dg giallorosso Gas Turci, stiano provando a convincerlo ad accettare l'ennesima sfida. Domenica scorsa il Meldola aveva un giocatore-allenatore (Giorgi) ed ha perso in casa 1-3 con l'ultima in classifica nonostante una rosa pazzesca per la Promozione (c'è anche Scaioli).

I due gol di Savona-Forlì


Doloroso.

domenica 10 marzo 2013

Bastonati



Paolo: "Un Forlì impresentabile. E non ho capito i cambi di Bardi".
Claudio: "Peggio che Forlì-Bellaria".
Il radiocronista di Savona: "Per il nostro portiere una bella giornata di riposo".

A più di due mesi dall'ultima sconfitta il Forlì cade rovinosamente a Savona: 2-0 secco e indiscutibile, a quel che mi dite. Troppi complimenti? Oddio: i proclami di Bardi evidentemente hanno fatto male, inducendo la squadra a considerarsi all'altezza di Pro Patria e Savona il cui monte ingaggi invece doppia (stando stretti) quello del Forlì. Primo tempo equilibrato, ripresa senza storia con Bardi che a metà ripresa gliel'ha data su e pensando già al recupero di mercoledì ha fatto rifiatare qualche big. L'unico tiro in porta del Forlì è arrivato, per caso, al 93' (Mordini).

Deglutito il boccone amaro (soprattutto per chi s'è sfangato il viaggio per seguire la squadra), hanno vinto Venezia, Monza e Mantova. Il sesto posto si è allontanato a 5 punti e dietro si sono avvicinate. Le squadre che lotteranno per i quattro posti playoff sono otto: dai 37 punti di Mantova e Monza ai 45 del Castiglione. In mezzo c'è anche il Forlì, il cui atteggiamento a Savona lascia tuttavia parecchie perplessità. A meno che i liguri - capolisti da oggi - non siano davvero dei marziani. Mercoledì al Morgagni col Renate (ko a Monza, 2-1) qualche risposta l'avremo.

sabato 9 marzo 2013

Savona-Forlì: la diretta



Sarà l'ex giornalista della Voce Paolo Bertuccio, ligure col cuore biancorosso, a raccontarci live dal 'Bacigalupo' Savona-Forlì. Qui, dalle 14.30 di domani. La radiocronaca di Dall'Oro invece su 102.7.
Vamos. Anzi, 'ndemu.

14:28 Confermate le anticipazioni della vigilia. In difesa Martini Orlando e Vesi, a centrocampo Mordini in fascia, davanti titolare Filippi.

1' Iniziata la partita. Giornata tiepida, campo in buone condizioni.

12' Gol del Savona. Contropiede innescato da Fantini, La Rosa libero sulla sinistra insacca.

30' Il Forli padrone del centrocampo ma è difficile affacciarsi davanti alla porta di Aresti. Tutto ciò che ha combinato finora il Forlì è una punizione di Evangelisti alta di poco.

32' Cross di La Rosa, Fantini sbaglia clamorosamente il 2 a 0.

43' Cattaneo ammonito per simulazione in area. Proteste del Bacigalupo.

Finito il primo tempo. Durissima per il Forlì. I padroni di casa dopo il gol del vantaggio segnato a inizio gara hanno chiuso tutti i canali. Vedremo cosa inventerà Bardi nel secondo tempo per cambiare l'inerzia della partita.

46' Bardi riparte con gli stessi 11 del primo tempo.

Dato sfuggito nel primo tempo a causa della conessione: Forlì in completo verde, Savona nella consueta tenuta biancoblu.

54' Cambio Savona: Gallon per La Rosa.

58' Cambio Forlì: Ferri per Filippi. intanto Virdis conclude fuori di poco. Un minuto dopo anche Fantini svirgola una buona occasione. Savona in crescita.

60' Corda toglie Fantini e mette Scotto. Probabili problemi fisici per il numero 9, finora il migliore in campo.

62' Savona-Forlì 2-0. Perfetta punizione di Carta. Ora è davvero dura.

68' Virdis tira, Ginestra devia sulla traversa. Forlì alle corde.

I lanci lunghi per Virdis mettono sistematicamente in difficoltà i galletti.

74' Cambio Forlì: Oggiano per Melandri.

76' Il tiro a segno per il Savona prosegue con un missile di Marconi fuori di poco. Tiri in porta per Forlì zero.

78' fuori Petrascu dentro Bergamaschi.

79' Gli incoraggiamenti di Ginestra (dai che manca ancora un quarto d'ora) cadono nel vuoto.

87' Il Forlì batte un colpetto. Tiro da lontano di Oggiano con davvero poche pretese. Infatti finisce fuori di qualche metro.

90' + 3 palo di Mordini, così, quasi per caso. Un secondo dopo triplice fischio. Savona batte Forlì 2-0.

Pessimo secondo tempo dei Galletti, inesistenti davanti. Anche Sozzi, autore di una buona prima frazione, è sparito. Dal Bacigalupo è tutto.

Lucio 60



Festa a sorpresa oggi alle Macine, dove il Forlì pranzava prima di partire per Savona. Attorno alle 13 è arrivata la tortona per festeggiare (non se l'aspettava) l'ex pres Luciano Linari, l'uomo senza cui il Forlì chissà se esisterebbe ancora. Per Lucio 60 anni, che festeggerà ufficialmente a Wembley il 25 maggio prossimo quando la sua seconda squadra del cuore, la Juve, giocherà la finale di Champions. Oggi compie gli anni (è più giovane, 42) anche il preparatore atletico Chicco Cortini. E visto come galoppano i biancorossi un applauso sarebbe il caso di farlo pure a lui.

Dopo pranzo la squadra è partita per Savona con un paio di cattive notizie. Nemmeno convocato oltre a Buonaventura anche Ingegneri, mentre Arrigoni andrà al massimo in panchina così come Sabato. Possibilissimo che in fascia destra giochi Mordini, con Sampa a sx e Filippi di nuovo titolare davanti. In difesa ai fianchi dei pilone Beppe toccherà a Martini e Vesi. Non sarà facile reggere l'urto del Savona, ma non mi pare che i sostituti siano di molto inferiori ai titolari.

venerdì 8 marzo 2013

Un Filo di speranza



Potrebbe essere Mattia Filippi la carta a sorpresa di Bardi per la partitissima di domenica a Savona. Il giovane attaccante ha recuperato completamente dall'infortunio e si candida ad una maglia da titolare (giovedì nella partitella amichevole ha segnato un gran gol di testa) nel tridente. Bardi oggi ha detto che Filippi è "rigenerato" e "pimpante". Se torna quello di inizio anno il Forlì fa un altro scatto di qualità.

Il mister del Savona Gianni Mattu intanto ha dichiarato, forse per sbollire un pochino gli entusiasmi dei suoi e riportarli alla realtà, che quella col Forlì sarà "una partita difficilissima" perché "i biancorossi sono la squadra più in forma del campionato". Anche la loro amichevole infrasettimanale è finita 2-0, con gol guarda il caso di Virdis e dell'ex Fiorentina Fantini.

Per fortuna che Attilio c'è



Oggi prima e durante la conf stampa del mister sono stato ripreso per questo pezzo sul blog nel quale raccontavo le preferenze politiche in casa Forlì. Per primo è stato Bellini, che avevo accasato sul centrodestra leghista. Il vicepres del Forlì invece ha tenuto a precisare che il suo voto va alle persone, non alle appartenenze politiche.

Poi  è toccato a Bardi: ho scritto che lui, cattolico, avrebbe probabilmente votato Monti. "Manco sotto tortura, non sono mica masochista" ha specificato. Senza spifferare il nome del suo candidato premier ma fornendo i seguenti macroscopici indizi: "Non voterò mai a sinistra. Nel centrodestra non ho votato per Fini, Casini, Monti, Storace e nemmeno per la Meloni. E' simpatico, sono milanista". Dice niente?

Il mister ha parlato (il minimo indispensabile per rispondere alle domande) del suo futuro. Ha detto di averne accennato con Cangini, che il Forlì è la sua famiglia ma che il rinnovo è questione di tempo. "Prima ci sono delle cose da valutare". Io ho inteso che Bardi abbia ricevuto almeno una telefonata da società alle quali non potrebbe dire di no (C1?), e stia aspettando di verificare se le chiacchiere si tramuteranno in proposte concrete. Nel caso, un pochino a malincuore, salirebbe sul treno di una vita. Altrimenti sarebbe ben felice di restare a Forlì.

Ps: nella foto ha in braccio Nicolò, il bimbo di Erika e Daniele (Mordini).

Pioggia (di gol?) a Savona



Jamme Ja a Savona! Consigliato ombrello a portata di mano, anche se non sono previste precipitazioni di rilievo. Il cielo è infatti previsto irregolarmente nuvoloso, con schiarite. Non è da escludere che qualche annuvolamento più denso possa dar vita a qualche breve precipitazione. Ma la probabilità è bassa. Sarà una trasferta insidiosa, ma confidiamo in una pioggia di gol biancorossa firmata Melandri-Petrascu. Ah, mercoledì prossimo c'è il recupero: rischio di neve? Le ultime proiezioni confinano i fiocchi bianchi in giornata oltre i mille metri, mentre in serata la neve è attesa in collina. La previsione tuttavia sarà aggiornata nei prossimi giorni. In ogni caso quella di mercoledì sarà una giornata grigia e piovosa, con temperature in calo.

I temi del 'Ruffilli'



I temi del'istituto tecnico 'Ruffilli' dopo l'incontro con Kalle di lunedì scorso. Qui anche il blog dei ragazzi, dove si parla della cosa.

L’incontro con i ragazzi, incentrato sul fair play, è stato molto interessante e coinvolgente: nella sala Santa Caterina si è creata una specie di conferenza stampa in cui gli studenti erano i giornalisti, mentre l’intervistato speciale era Alberto Calderoni, un ex giocatore che per tutta la sua carriera sportiva ha sostenuto la squadra della sua città, portandole rispetto e affetto, al punto da diventare un modello da seguire per tanti giovani. Ha risposto fugando i dubbi e le curiosità di noi studenti ed è stato molto disponibile nel raccontare la sua carriera sportiva: durante il suo discorso, inoltre, ha introdotto anche numerosi problematiche con cui si può venire a contatto nel mondo meno pulito dello sport, come le sostanze dopanti, il calcio scommesse, il razzismo.
Il suo intento era quello di spiegarci i valore della vita, di  spingerci a seguire la strada in cui crediamo di più e di non prendere “scorciatoie” che potrebbero solo rovinare il nostro futuro.
Durante l’incontro, inoltre, Marco Susanna, uno degli organizzatori del progetto, ha fatto riflettere i presenti leggendo una lettera scritta da Giuliana Selce, ex atleta di marcia, che ha avuto il coraggio di testimoniare e denunciare quella che è stata la scorciatoia sua e di molti sportivi: il doping.
Se il doping rappresenta la “cattiva strada” dello sport, ne esistono però anche tante positive, tra queste il grande gesto di Meghan Wogel che, durante le qualificazioni di atletica leggera per le olimpiadi, ha aiutato una sua avversaria ad arrivare in fondo alla gara. In seguito ad un malore, questa non riusciva infatti più a correre e la Wogel, con un gesto di grande umiltà, l’ha trascinata insieme a lei fino alla fine dell’ultimo giro.
Sono gesti da ricordare (oggi purtroppo se ne vedono pochi) e devono diventare sempre più frequenti e numerosi per fare dello sport un’attività veramente sana e appassionante.
Gli studenti sono stati invitati  ad assistere alla partita che si disputerà tra il Forlì e il Castiglione domenica 17 marzo allo stadio di Forlì.
Forza ragazzi!
Nicolò Casamenti

Il capitano con la maglietta n. 6  ha illustrato cosa abbia significato per lui lo sport e in particolare il calcio, spaziando  dalla fedeltà alla maglia, alla fiducia nei compagni, alla gioia di vincere con lealtà. Gli studenti hanno rivolto varie domande, toccando anche la questione del doping, ma il motivo ricorrente delle parole di “Kalle” ai ragazzi è stato che bisogna sempre credere e coltivare i propri sogni e condannare comportamenti deviati che nulla hanno a che fare con lo sport, quali la violenza e la discriminazione. Secondo Calderoni il “fair play” è una lotta contro l’imbroglio, contro le astuzie al limite della regola,  il doping e la violenza; il fair play è un abbraccio e una pacca amichevole a fine partita data all’avversario. I video e le  slide proiettati durante l’incontro hanno aiutato i ragazzi a capire che lo sport, se  praticato in modo leale, offre  ai giovani l'opportunità di conoscere se stessi, di esprimersi e raggiungere soddisfazioni.
Molto toccante è stata la lettura della testimonianza  di Giuliana Salce, ex atleta italiana di marcia, che è servita per far capire ai studenti come il doping  rovini la vita e la carriera. Il video che ha impressionato maggiormente gli studenti  è stato quello relativo a una gara di atletica, dove Meghan Vogel, accortasi che l’avversaria più temibile, Arden McMath, stava perdendo i sensi, si è avvicinata a lei e, sorreggendola, l’ha aiutata a completare la gara, trascinandola fino al traguardo in prima posizione. I ragazzi hanno percepito che abbiamo tutti la responsabilità di promuovere il fair play, che è il modo migliore per vincere la gara più importante, quella della vita.
Chi gioca lealmente e’ sempre vincitore.
Florinda Tusha e Fadwa Chaibi

giovedì 7 marzo 2013

Senza Sir



Difficilissimo che Alex Buonaventura sia in campo a Savona. L'attaccante ex Civitanovese è ancora dolorante per la botta al polpaccio subita nel primo tempo di Forlì-Rimini. Un bel guaio per Bardi, che per la seconda trasferta consecutiva dovrà affidarsi a un attacco di soli 'pesi leggeri', con la conseguente difficoltà a tenere palla oltre la metacampo per qualcosa più di 20 secondi e far respirare la difesa.

Non che in casa Savona fili tutto liscio. Mister Ninni Corda ha due squalificati (Sentinelli e Gentile) e due barra tre infortunati: out sicuri Molino e Mazzotti, in dubbio Mannoni. Il reparto in emergenza è il centrocampo, bisognerà approfittarne.

Il morale in casa biancorossa resta comunque molto alto. Si vedeva dalla faccia di Arrigoni ieri in conf stampa (il video). Ieri sera poi Beppe Orlando - uno dei più in forma - era convinto di festeggiare il 27° compleanno insieme alla fidanzata in un'osteria di Lugo. Peccato che all'appuntamento si siano presentati anche i compagni di squadra, così quella che doveva essere una cena romantica è diventata l'ennesima occasione per cementificare un gruppo che non è mai stato così unito. Bravi.

mercoledì 6 marzo 2013

Ringhio Giorgi



Mirco Giorgi è il nuovo allenatore del Meldola. Davvero. Dopo aver esonerato una trentina di allenatori in cinque mesi, il patron della società giallorossa Gabriele Gugnoni, uno al cui confronto Zamparini sbiadisce nell'anonimato, ha deciso che la squadra (seconda a 9 punti dal Ravenna) di qui in avanti dovrà semplicemente autogestirsi. Arcistufo di vedere i suoi - gente col contropelo, da Teodorani a Bettini fino a Valle - disubbidire ogni minuto al mister di sorta, il bizzarro consigliere comunale Udc ha affidato agli stessi giocatori la direzione del gruppo, al cui vertice è stato eletto il difensore che l'anno scorso, inserito a gennaio, contribuì in modo determinante alla promozione in C2 del Forlì (quando se ne andò scrisse una bella lettera al blog). Vedremo se Mirco farà come Gattuso, che al Sion alla sua prima da giocatore-allenatore si è addirittura autosostituito.

Gugnoni si è tenuto una sorta di patronato tecnico: deciderà di volta in volta con lo spogliatoio la formazione che scenderà in campo. Auguri. Ah, stasera al Benelli supersfida Ravenna-Forlimpopoli: qui l'efficace presentazione del match di Mattia Sansavini.

Un campione vero



I racconti brevi e intensi degli studenti e delle studentesse di Geometri che hanno chiacchierato una mattina con Kalle. Tanta roba. Nessuno ricorda il cazziatone preso da Brunelli, che a fine incontro ha massacrato quelli delle ultime file colpevoli di troppa distrazione.

Nell’incontro con il campione del Forlì Alberto Calderoni, non si è parlato solo di calcio, ma di tutti quegli sport che hanno trasmesso quel senso di lealtà e gioco di squadra, che oggi giorno non si vede spesso.
Calderoni si è dimostrato una persona semplice e disponibile nei nostri confronti e ci ha dimostrato anche l’importanza che ha avuto per lui la squadra del Forlì. Egli infatti ha rinunciato ad offerte che lo avrebbero portato a livelli superiori rispetto a quelli della sua amata squadra.
Fra i tanti argomenti affrontati, mi ha davvero colpito la presentazione della carta del fair play, che raffigura le regole per essere un giocatore modello non solo nel campo, ma anche al di fuori, e sapere  che lui l’ha rispettata fino in fondo, mi ha portato a provare un profondo senso di stima nei suoi confronti.
Io non sono un amante del calcio, ma sono sincero quando dico che questo incontro mi ha fatto capire molte cose  non solo a livello sportivo, ma anche umano e per questo ringrazio per l’opportunità offertami.
Alessandro Caceres 

Parlare con un calciatore è sempre stato emozionante per me e per chi è interessato a questo sport, per questo motivo il progetto “Un capitano per amico”, che si è svolto a scuola, è stato molto bello e significativo. Alberto Calderoni è stato colui che ha indossato per 14 anni la fascia di capitano ed ha fatto la storia della sua squadra; portarla è un compito che il mister non affida ad ogni giocatore ed indossarla è un onore grandissimo. Il Capitano di una squadra è pertanto un esempio da ammirare per ogni giocatore ed è anche colui che in ogni partita mette grinta e determinazione in tutti gli altri. Dalle risposte che Calderoni ha dato alle nostre domande ho capito molte cose, ma soprattutto che per diventare calciatore c’è bisogno di tanto sacrificio, passione per lo sport che frequenti ed un impegno sempre maggiore ad ogni allenamento. 
Nicholas Cavallucci 

Calderoni è stato bravo nel rendere l’idea dello sport come scuola di vita, in quanto sport come il calcio sono il modo migliore per favorire un sano sviluppo dei ragazzi giovani, perché insegna valori come il rispetti e la lealtà. Il Capitano del Forlì ha sottolineato più volte quanto sia importante avere  forti principi come il senso di appartenenza alla propria città, che oggi non è frequente tra i giovani, che la contrario mirano ad una carriera ad alti livelli, anche se questo richiede la lontananza dal proprio luogo di nascita.
Sicuramente la domanda che ha messo più in difficoltà Calderoni è stata: ”Cosa ne pensa degli stipendi stellari dei calciatori?”. Calderoni, tuttavia, si è espresso con giudizio e discrezione in modo da difendere i propri compagni, ma anche dando ragione a chi resto allibito di fronte a certe cifre.
Vladislav Boroskikh

Alberto Calderoni ha sottolineato l’importanza dello sport nella vita dei ragazzi; l’attività sportiva, infatti, è utile alla crescita sia fisica che mentale, ma è da condurre in modo responsabile nei confronti di se stessi e della società. La lealtà, come anche la passione e il talento, sono gli elementi indispensabili per proseguire una carriera sportiva, ma i più importanti sono sicuramente lealtà e passione. Anche le sconfitte sono fondamentali nello sport, perché aiutano a crescere ed a migliorarsi sempre più per arrivare a poter dire di aver dato il massimo delle proprie capacità. Uno sportivo deve, quindi, in primo luogo, trarre insegnamento dallo sport che pratica, anche dai momenti più bui, come in seguito ad una sconfitta, e trasmettere valori quali lealtà, passione, autostima e consapevolezza dei propri limiti al fine di fare dello sport un insegnamento di vita.
Al fine di far capire ai giovani l’importanza dei valori che lo sport è in grado di trasmettere , la seguente iniziativa ”Un Capitano per Amico” è stata portata avanti anche in tantissime altre scuole forlivesi con lo stesso successo e la stessa partecipazione sia da parte degli organizzatori che degli studenti coinvolti.
Valentina Milanesi

Bastano poche parole per indicare un’originale mattinata passata in compagnia del Capitano del Forlì Calcio per 14 stagioni: Alberto Calderoni. Noi siamo  i giornalisti, lui l’intervistato. Il risultato? Una simpatica ed amatoriale conferenza. Le domande vertono sulla passione del calciatore biancorosso, nata in tenera età, quando i pomeriggi si passavano facendo qualche tiro nel cortile di casa.
Ed è così, in maniera naturale che deve sbocciare l’interesse per qualsiasi sport. Non è, infatti, l’ambizione a voler diventare Messi la strada giusta da seguire nel gioco, ma il piacere e il divertimento, affiancati da  un impegno da condurre in maniera seria e consapevole all’insegna della osservanza delle regole, della convivenza dentro al gruppo squadra, e, soprattutto della consapevolezza dei limiti del proprio talento: una lente che mette a fuoco la sconfitta sotto un punto di vista non così tanto negativo perché “il fallimento è una tappa fondamentale per vincere”
Sofia Ricci

“Da grande sarò costruttore. Un motociclista. Correrò nel vento, Nuoterò, Saremo campioni, Farò il calciatore: Il Playmaker. L’informatico. L’attore …Poi cresci con la voglia di dimostrare che spesso i sogni si avverano: puoi essere il campione che hai sempre sognato, potrai vincere, gioire, respirare, correre, esultare, trionfare sorridere, resistere.
"l doping spegne i sogni. Lo sport. La vita
E’stato proprio questo spot anti-doping, premiato per conto del ministero della salute e dello sport, a introdurre l’argomento durante l’incontro con l’ex-capitano del Forlì Alberto Calderoni.
Per doping si intende l’uso o abuso di sostanze o farmaci vietati, con lo scopo di aumentare artificialmente le proprie prestazioni fisiche. I regolamenti sportivi vietano, ovviamente, il doping e obbligano gli atleti  a sottoporsi a controlli medici antidoping con conseguente allontanamento per un periodo più o meno lungo nel caso di positività. In questi ultimi anni il doping si sta diffondendo molto rapidamente anche tra gli atleti non professionisti. Questa è una battaglia che, secondo me, non finirà mai perché ci sono persone che cercano in continuazione di aggirare le normative, utilizzando sostanze dopanti non facilmente rintracciabili.
Ringrazio la nostra scuola, la società del Forlì Calcio e Alberto Calderoni in particolare per averci dato l’opportunità di affrontare questo argomento, che ci ha fatto aprire gli occhi su un aspetto negativo del mondo dello sport e ci ha permesso di comprendere i veri valori di questo .
Beatrice de Pascale

Alberto Calderoni si è presentato insieme al suo staff per continuare un progetto iniziato a settembre, chiamato “Un campione per amico”. Questo progetto consiste nell’andare nelle scuole per raccontare le esperienze di Alberto Calderoni stesso, giocatore e capitano storico del Forlì Calcio, dove ha militato per 14 lunghe stagioni fatte soprattutto di soddisfazioni.
Alberto Calderoni, con la collaborazione di Marco Susanna, Franco Pardolesi e Giovanni Brunelli ha raccontato le sue esperienze calcistiche rispondendo alle domande di noi studenti.
E’ stata un’esperienza interessante, che ha catturato la mia attenzione, sia perché l’argomento mi interessava particolarmente, sia perché la “ lezione” non era un monologo di Calderoni, ma rendeva partecipi anche noi attraverso le nostre domande; sono stati riprodotti, inoltre, numerosi video sportivi ed educativi allo stesso tempo.
E’ proprio questo che voleva far capire Calderoni, lo sport, applicato con i giusti fondamentali, può essere sicuramente educativo. Anche il calcio come tutte le carriere termina, ed anche per Calderoni è arrivato il momento dell’addio ai campi, il racconto di questo momento mi ha colpito molto perché ha saputo dare un taglio netto con il suo passato. Il campione ha spiegato che si era accorto che ormai quel mondo,al di fuori del campo, gli stava stretto, perché erano cambiati i suoi interessi e le sue aspettative rispetto alla vita.
L’ennesimo gesto che ci fa capire che grande persona è oltre al grande giocatore e capitano che è stato.
Manuel Monti

Alberto Calderoni ci ha raccontato la sua carriera calcistica e l’esperienza vissuta nelle varie squadre in cui ha militato e subito abbiamo capito che lui è stato una bandiera per il Forlì e che aveva un forte attaccamento alla squadra. Oltre ad averci parlato della sua carriera, ha risposto a diverse nostre curiosità.
Un tema che mi ha molto coinvolto è stato quello delle vicende della società biancorossa, che dopo il fallimento dovette ripartire dalla categoria promozione ma, grazie all’impegno di tutti, riuscì addirittura a vincere il campionato.
L’intervista è stata accompagnata dalla visione di video, alcuni dei quali relativi alle esultanze in campo e nello spogliatoio al momento del raggiungimento del tanto ambito traguardo. Obiettivo quest’ultimo che è stato raggiunto grazie all’unione della squadra ma, soprattutto grazie al supporto dei tifosi e dei cittadini che hanno continuato a seguirla anche dopo la retrocessione in una categoria dilettantistica.
Gianluca Morgagni

L’esperienza vissuta oggi è stata molto interessante; Alberto Calderoni ci ha donato molte motivazioni per un futuro migliore, ci ha spronato e ci ha comunicato che non solo il talento serve per fare una carriera e che, quindi, tutti se daranno il proprio meglio, potranno ottenere ottimi risultati. “Per un futuro migliore è fondamentale non avere il rimpianto di non aver dato il proprio meglio”
Fra i molti argomenti trattati quello che mi ha colpito di più è quello del doping: ormai viviamo in  un mondo malato, dove si tenta di frodare i propri colleghi , amici, anche quelli che come te hanno sempre faticato per raggiungere i tuoi stessi obiettivi. Ho visto carriere distrutte anche di miei idoli come Marco Pantani, ho visto titoli mondiali vinti dopandosi. Spesso mi chiedo: Cosa spinge un calciatore, un ciclista, un nuotatore a rubare ad ingannare i propri compagni?
L’unica risposta che mi so dare è questa: “La vittoria, la medaglia d’oro è come una droga e solo colui che è forte d’animo e chi ha una grande passione riesce ad essere leale”
Filippo Rossi

Caro campione amico,
L’incontro con te  ha confermato idee che già avevo nella mia testa, mi sei sembrato una persona umile, con i piedi per terra e consapevole di non  essere stato un giocatore internazionale, ma un pilastro della città di Forlì. Detto questo, il tema del quale abbiamo parlato e che mi ha colpito in particolare è stato quello del rapporto fra capacità e passione in un vero sportivo. Sono rimasto, infatti, davvero sorpreso dalle tue affermazioni, che condivido pienamente e che mi permetto di integrare con questa mia osservazione:
 “Arriva più lontano un giocatore che ha la testa sulle spalle, crede alle sue potenzialità e rimane con i piedi per terra, anziché un ragazzo che ha le qualità ma non la testa!”
Niccolò Mandriani

Caro Simone,
siccome tu ami il calcio e non hai avuto la fortuna di conoscere Alberto Calderoni, ti parlerò io un po’ di lui.
Ti racconterò innanzi tutto l’esperienza vissuta durante l’incontro a scuola con lui. Esperienza che mi ha arricchito sicuramente dal punto di vista emotivo. Calderoni è una persona semplice, spontanea e ti mette immediatamente a tuo agio. Pur essendo stato un calciatore di successo non si è montato la testa.
Questo lo conferma il fatto che poteva cambiare squadra e di conseguenza scegliere un futuro forse brillante economicamente più vantaggioso, invece ha scelto di rimanere nella propria squadra. Durante il suo intervento ci ha fatto vedere vari video attraverso i quali abbiamo ricevuto messaggi importanti. Me ne sono rimasti impressi due, uno riguardante una gara atletica, dove una ragazza durante la corsa è caduta a terra e l’avversaria anziché approfittare della situazione, come succede nella maggior parte dei casi, l’ha aiutata a rialzarsi e a finire la gara insieme. L’altro video riguardava una partita di calcio dove l’attaccante, al posto di fare goal, ha volutamente tirato la palla fuori campo, perché un difensore avversario si era fatto male ed era disteso a terra. Secondo il suo punto di vista non era giusto approfittare della situazione.
Vedi Simone questo è lo sport e Calderoni ci ha regalato una bella lezione di vita
Ciao, a presto.
Michele Rossi

Cari lettori
Quando ho incontrato Calderoni ho pensato che il mondo è pieno di campioni, ma dopo averlo ascoltato ho capito che sono pochi quelli come lui che il calcio, come la vita, lo ha vissuto con il cuore.
In particolare ci ha parlato del “Fair Play”,un regolamento che elenca alcuni punti da seguire per essere leale con l‘avversario: ad esempio,anziché fare goal, tirare fuori la palla, se l’avversario è a terra dolorante.
Alberto Calderoni è un personaggio che, conosciuto  a fondo, ti sprona a dare il meglio  di te in qualsiasi attività, ma soprattutto in ambito sportivo.
Alessio Monti

martedì 5 marzo 2013

Il video di Pro Patria-Forlì


Tanto fumo per la Pro Patria, ma l'occasione migliore della partita a me pare l'abbia avuta Sampaolesi. Il riassunto del match su CPiace (San Marino tv, qui), ospite ieri sera Roby Sabato. Pro Patria-Forlì comincia al minuto 56, prima parlano della straordinaria vittoria del Rimini.

lunedì 4 marzo 2013

Le foto di Pro Patria-Forlì



Molti Cozzolino e altrettanto Ginestra nel fotoservizio di Roberto Gernetti.

L'assessore allo sport è scoppiato?



L'assessore allo sport del Comune di Forlì ha pubblicato stasera sul proprio profilo facebook questo video. Ora, immagino che l'intento del prof. fosse quello di mettere in ridicolo Beppe Grillo, ma l'effetto che ne risulta è a dir poco grottesco. Perché nessuno l'ha fermato? La disinvoltura con cui Balzani esegue la performance mi ricorda i tempi in cui, adolescente e inizialmente sobrio, mi imponevo l'innaturale sforzo di ballare in discoteca.

Seba, per dire, con la maschera aveva tutt'altro stile.

Kalle al Melozzo



Stamattina Alberto insieme a Marco Susanna, Pardo e Brunelli ha fatto visita ai ragazzi del Melozzo, in via Romanello da Forlì. Vedete dalle foto quanti erano, riporto qui sotto la lettera di Giuliana Salce, 12 volte campionessa italiana e oro ai campionati del mondo di atletica leggera indoor di Parigi nel 1985 sui 3 km di marcia. La Salce ha avuto a che fare col doping, l'ha denunciato ed è stata fatta fuori dal sistema. Fa la spazzina a Roma. Susanna ha letto ai ragazzi le righe che seguono.

Mi alzo tutte le mattine alle quattro e mezza, per andare a lavorare. Da due anni faccio l’operatrice ecologica, la spazzina, a Roma. Sono a metà tempo, dalle 6 e mezza alle 11 e cinquanta, all’AMA (Azienda Municipale Ambiente). Raccolgo la differenziata porta a porta per 700 euro al mese. Non è facile, con un figlio di 23 anni. Ma poteva anche andarmi peggio.
Mi chiamo Giuliana Salce e sono stata un’atleta di fama e di record internazionali. La mia specialità era la marcia: 12 titoli italiani, cinque outdoor e sette indoor. Nell’83, a L’Aquila, ottenni il mio primo record del mondo nella 5 chilometri,nell’85 vinsi nei tremila metri la medaglia d’oro ai mondiali indoor di Parigi. E due anni dopo conquistai due argenti: uno agli europei, a Liévin, e uno mondiale a Indianapolis, sempre indoor. Per questi risultati sono stata inserita nella Hall of Fame - I migliori atleti italiani di sempre della Fidal (Federazione italiana di atletica leggera). Con lo sport ho combattuto i miei problemi giovanili di bulimia e di anoressia. E forse anche per questo sono stata un’atleta longeva e creativa, nell’agonismo. Nel ‘99, a 43 anni, decisi di passare dall’atletica al ciclismo, categoria master. Non immaginavo che per la mia voglia di pulizia avrei conosciuto il dolore, la disoccupazione, perfino la lotta per la sopravvivenza.
Ho combattuto il doping e sono stata abbandonata da tutti. Nel 2004, dopo la morte di Marco Pantani, decisi
di autodenunciarmi. Per quattro mesi un consigliere della Federazione ciclistica mi aveva di fatto costretto a doparmi: epo (eritropoietina) e gh (ormone della crescita). Faceva tutto lui. Decideva sostanze, dosi, tempi. Mi diceva solo: prendi la pasticca. All’inizio ti senti onnipotente, imbattibile.
L’epo ti fa aumentare la resistenza a dismisura.
Con il gh , le mie gambe erano cambiate: possenti, forti, senza un filo di grasso. Una mia amica, il giorno del mio compleanno, il 16 giugno, mi disse: «che belle cosce che hai. Come hai fatto?». Vincevo, arrivavo seconda in montagna, io che sono nata al mare. Ma l’effetto sulla testa era negativo. Terribile. E anche sul fisico: ho avuto un tumore alla tiroide, quasi sicuramente provocato dall’epo, e un’infezione che non passa alla gamba, per colpa del gh: mi avevano fatto prendere quello ricavato dai cadaveri. Prima di vuotare il sacco ne parlai con mio figlio Barnaba, che fa pugilato ed è campione regionale dei pesi welter, ma non prende nulla perché io gli assaggio anche la borraccia dell’acqua. Gli dissi che ci avrebbero reso la vita molto difficile. Io volevo denunciare tutto quello schifo soprattutto per tutelare i giovani: si può vincere anche senza rovinarsi. Il doping tra i ragazzi, e perfino tra i bambini, è una piaga. Il papà di un piccolo calciatore, conoscendo un po’ la mia storia, mi chiese che cosa poteva dare a suo figlio per farlo diventare più forte. Barnaba non esitò un istante: «mamma vai! Sono con te!». E allora sono andata in una trasmissione televisiva e ho raccontato tutto. Temevo ritorsioni e consegnai una lunga lettera a un avvocato.
In quegli stessi giorni, Ivano Fanini, il titolare di una squadra ciclistica importante, Amore e Vita, e un grande combattente contro il doping, mi mise in contatto con i Carabinieri del Nas di Firenze. Alle 17.30 di un pomeriggio di aprile erano a casa mia. Parlai fino alle quattro di mattina. Molte cose le sapevano già, compreso il nome del consigliere della Federazione che mi faceva dopare. Nel blitz del giugno 2004, quello della famosa operazione della Procura di Roma, Oil for drug, fu arrestato e mandato a processo insieme ad altre 137 persone, tra cui il famoso dottor Michele Ferrari, il dopatore del marciatore Alex Schwazer e del ciclista Lance Amstrong.
Nel periodo in cui mi autodenunciai lavoravo in un centro sportivo. Il titolare mi disse di lasciare perdere con le denunce e mi dimezzò le ore di lavoro. A proposito, mamme e papà: fate attenzione perché nelle palestre gira di tutto, si fanno le punture di gh nelle cosce e anche gli integratori, se non sono controllati, possono fare molto male perché li “tagliano” con dosi di anabolizzanti. Nel 2004, insomma, mi trovai completamente disoccupata. Riuscii, fortunatamente, a ottenere un lavoro: alle quattro di mattina andavo in un centro commerciale per pulire. Arrotondavo, ogni tanto, facendo lo stesso in alcune case private. Non sapevo come andare avanti. Ricevevo le scatole di alimenti dalla Croce Rosse. Quando arrivavano a Natale per mio figlio era una festa. Mi veniva da piangere. Andai anche alla Fidal a chiedere aiuto. Mi fecero grandi promesse. Aspettai e aspettai. Finché arrivò la telefonata. Volevano farmi lavorare. Ero felice.
Invece, mi offrirono di andare ad attaccare in giro i manifesti del Golden Gala: «ti diamo più che agli extracomunitari». È chiaro, no, perché sono felice di fare la spazzina per il Comune di Roma? Ma la mia partita con lo sport e con la lotta al doping non è certo chiusa. Oggi sono una signora di 57 anni, anche se avrei tranquillamente potuto gareggiare fino a 50 se non mi fossi autodenunciata, e dico: per fortuna che mi sono dopata soltanto per quattro mesi! Sto scrivendo il mio libro con una mia amica e un medico-biologo, e sto iniziando un corso di atletica per bambini nel cortile di una scuola di Ostia. Cerco un piccolo sponsor per le 20 magliette. Vado nelle scuole elementari a spiegare ai bambini che il doping è come l’alcol e come la droga. Crea dipendenza, perché ti porta in vetta con facilità, ma poi fa tanto male. Loro capiscono benissimo. Non so se dire per fortuna o purtroppo. Per fortuna, perché si possono salvare da una visione dello sport e della vita “drogata”. Purtroppo, perché già sanno: alcuni di loro hanno genitori che li stanno avvicinando a questa pratica. Un segnale d’allarme?
Se a sei, sette anni giocano con il bicarbonato, con l’Aulin o con la Citrosodina, c’è qualche cosa che non va. I bambini ti mettono con le spalle al muro. Una piccola, durante la mia lezione, ha alzato la mano e mi ha chiesto: «Ma tu lo sapevi?». «Sì». «E allora, perché l’hai fatto?».
Giuliana Salce