venerdì 28 dicembre 2012

Chi trema



Se il Forlì non spende, altrove la terra comincia a tremare sotto i tacchetti dei calciatori. Ad Alessandria - tre punti sopra al Forlì - il tecnico Cusatis ha chiesto chiarezza alla società dopo che l'assemblea dei soci ha deciso di non ricapitalizzare, aprendo di fatto scenari inquietanti per non dire (sportivamente) tragici. A Milazzo invece hanno deciso di risolvere il problema "modificando la rosa", circumnavigazione linguistica che sta per "è finito il grano". Al posto dei numerosi partenti, fa sapere la società siciliana inserita argutamente nel girone di centronord, arriveranno (cito testuale da tuttolegapro.com), "numerosi giovani direttamente dalle Primavere di squadre blasonate di serie A e B". Numerosi eh. Direttamente, sicuro. E soprattutto blasonate: Braida, Marotta e Branca fanno a gara per prestare i giovani migliori al Milazzo, come no.

Infine Mantova. I prossimi avversari del Forlì - un punto sotto, due dalla zona playoff, incrocio il 6 gennaio - erano partiti per salvarsi e nonostante un girone di andata sfavillante hanno deciso di esonerare l'allenatore Sauro Frutti (foto). Difficile capire il perché, qui ci prova il giornalista della Gazzetta di Mantova Massimo Birbanti, anche se resta la sensazione che la decisione di presidente e diesse (Alfio Pelliccioni) abbia radici un po' più profonde dell'atteggiamento difensivistico mostrato dalla squadra che all'esordio ne prese tre al Morgagni. Tant'è.

I soldi sono pochissimi ovunque basti pensare che Marco Bernacci è in uscita dal Bellaria ma non trova una maglia da indossare a latitudini accettabili. L'Airone a gennaio sarebbe un affarone, se solo qualcuno avesse una disponibilità economica immediata. Il Forlì ci ha messo una pietra sopra, convinto che l'apatia di Petrascu presto o tardi finirà. Solo il risveglio di Dracula - che fino a giugno pareva un giocatore di serie B, due categorie sopra ai compagni - può tenere i biancorossi agganciati al treno playoff. L'invito a compagni e tifosi biancorossi è di stare vicino al loro bomber più talentuoso. Coccolarlo, versargli sulla cresta romena tonnellate di affetto (se non altro per gratitudine dopo la stagione stellare dell'anno scorso). E' necessario che Petrascu torni a sentirsi il fuoriclasse che è. Perché senza mercato, solo lui e Melandri al 110% possono regalare al Forlì una primavera da sogno.