I ragazzi di prima media della scuola Ribolle raccontano così l'incontro con l'ex cap del Forlì.
Pieno di orgoglio e di gioia, l’ex capitano del Forlì si presenta nella palestra della scuola media Benedetto Croce per parlarci dello sport e di come ama la sua squadra e noi alunni della prime H,N,G; gli abbiamo fatto molte domande. Alberto Calderoni ci ha risposto raccontandoci la sua storia, le sue scelte, come quella di non accettare le proposte fatte da altre squadre, la sua convinzione che un buon capitano deve avere autocontrollo e autodisciplina per poter trattare con i suoi compagni, la sua idea di gioco e di gioco leale…..
Noi abbiamo ascoltato e vi raccontiamo le cose che ci hanno colpito di più:
Amelia: io credo che Alberto sia stato un ottimo capitano perché dalla sua spiegazione si capiva che faceva un bellissimo gioco di squadra con i suoi compagni e non si arrendeva mai.
Lorenzo: sono rimasto molto colpito dal racconto che ci ha fatto Alberto, l’importanza di un abbraccio sia che si vinca, sia che si perda; l’importanza del tifo per sostenere la squadra; la condivisione non solo delle gioie ma anche delle fatiche e dei dolori fra compagni.
Alessio: quando è venuto il capitano del Forlì a parlarci di sport io ho capito che lo sport è una cosa molto importante e soprattutto che è un modo per divertirsi. Nello sport è importante divertirsi e anche molto importante vincere con lealtà.
Filippo: penso che lo sport sia la cosa più divertente che ci sia perché puoi imparare a vincere e a perdere con lealtà.
Giuseppe: a me è piaciuto molto quando abbiamo parlato di non offendere gli amici. Se non si aiutano gli amici o non si incoraggiano è negativo per tutta la squadra. E’ stato molto triste quando abbiamo parlato di tifosi anziani o giovani che invece di sostenere la squadra offendono i giocatori.
Giacomo: la cosa che mi ha colpito di più del discorso è stata che “l’importante non è vincere ma come si partecipa” perché lo spirito del gioco viene da dentro, sia che tu sia bravo o non bravo.
Maicol: questo incontro ci ha insegnato i gesti: abbracciare un compagno che sbaglia, stringere la mano agli avversari. Come comportarci in campo: un insegnamento anche per la vita, e quando si perde si stringe la mano agli avversari che si sono impegnati di più.
Anna Rita: il significato della lezione di oggi è stato che ogni giocatore che è in un gruppo deve sapere che nel gruppo non c’è un “io” o un “te” ma un “noi”.
Simone: l’incontro con Calderoni mi ha fatto capire che si inizia a giocare a calcio per divertirsi, ma può diventare una grande passione.
Francesca: la cosa che mi ha colpito di più è che mentre Alberto parlava, dalla luce dei suoi occhi si capiva che lui amava veramente quello sport ed era felice di aver dedicato la sua vita al calcio.
Sofia: mi ha colpito molto riflettere su come un abbraccio possa risollevare il morale di un giocatore.
Rachele: È bello pensare che lo sport non deve essere praticato per soldi ma per divertimento.
Chiara: grazie alle parole di Alberto sull’importanza di un abbraccio e del gioco di squadra ho deciso di ricominciare a giocare a pallavolo che è la mia più grande passione.
Giosuè: ….e le sue parole mi hanno dato più forza per continuare ginnastica acrobatica. Grazie.
Come una grande squadra unita ringraziamo Alberto Calderoni, Marco Susanna, il simpatico Dirigente Giovanni che ci ha fatto ridere con la sue battute, Franco tutti quelli che hanno organizzato questo incontro e che ci permetteranno di vedere una partita del Forlì, con le parole di Celestina: “La vera vittoria è stare insieme: giocatori e tifosi, non grandi, ma con cuore.”
1G, 1H, 1N scuola media “Via Ribolle” sede B. Croce