martedì 30 aprile 2013

Il senso di Forlì-Bassano



I temi dei ragazzi della Palmezzano dopo l'incontro con Kalle, ennesimo e ultimo successone dell'iniziativa di Susanna 'Un Capitano per Amico'. Da qui bisogna ripartire: domenica col Bassano il Forlì invita allo stadio circa tremila ragazzi tra medie ed elementari. Non so quanti ne verranno, speriamo lo spettacolo in campo e sugli spalti sia degno. Per tanti di loro sarà la prima volta in uno stadio, non lo dimenticheranno.

Alberto ha raccontato a noi ragazzi la sua lunga carriera da calciatore, mostrandoci le vittorie e i risultati ottenuti nel corso della sua vita calcistica.
Dopo aver ascoltato con interesse, gli abbiamo rivolto alcune domande, alle quali  molto gentilmente lui ha risposto; un argomento piuttosto delicato è stato affrontato quando un ragazzino di 1°F gli ha chiesto se lui avesse mai fatto  uso di sostanze dopanti. Così siamo arrivati a parlare di doping, un problema che ci sta molto a cuore. Una lettera in particolare ci ha colpito molto: è stata scritta da Giuliana Salce, campionessa mondiale di marcia nei 5000 metri.
“Una decina di  anni fa ero diventata una marciatrice di buon livello e nutrivo il sogno di andare alle Olimpiadi. Il mio allenatore mi disse che se avessi voluto coronare il mio sogno, avrei dovuto utilizzare sostanze dopanti. Io, pur di vincere, accettai. Infatti, conquistai i più alti podi alle Olimpiadi, ma non mi sentivo più in pace con me stessa,  così mi autodenunciai”.
La lettera continuava riportando l’esperienza di un’altra atleta, Nicoletta Tozzi, che ha vissuto più o meno la stessa situazione ma, al contrario di Giuliana, ha rifiutato la scelta facile del doping, arrivando addirittura a denunciare “tutto lo schifo”che le stava attorno.
La parte più emozionante dell’ incontro è avvenuta quando ci è stato mostrato un video raffigurante “l’abbraccio più bello al mondo”.
Racconta di due atlete americane che stavano gareggiando per qualificarsi  alle Olimpiadi e solo la prima classificata avrebbe potuto prendervi parte. Una delle due è stata in testa al gruppo per quasi tutta la gara, ma poi, in prossimità dell’arrivo, si è sentita male. La rivale, che era dietro di lei, l’ha soccorsa e l’ha sorretta fino al traguardo, permettendole di arrivare prima e così di partecipare alle Olimpiadi. Un esempio davvero unico di fair play, che ci ha fatto molto riflettere.  Se ci fossimo trovati noi in una situazione simile, come ci saremmo comportati?
Difficile dare una risposta, sarebbe bello poter affermare che anche noi non avremmo esitato a cingere in un abbraccio fraterno un rivale in difficoltà. Ma sappiamo che non è sempre facile il “gioco leale”, il rispetto delle regole, dell’altro, non solo nello sport ma nella vita di tutti i giorni, a scuola come a casa.
L’insegnamento di oggi, comunque, non lo dimenticheremo e ci tornerà utile quando ci troveremo ad affrontare delle scelte sia di carattere sportivo sia nella vita quotidiana.
Quindi un GRAZIE grande grande ad Alberto e a tutti quelli che, come lui, hanno ideato questi incontri con noi ragazzi!!!
1° E

Dopo i primi due incontri, durante i quali noi alunni ci siamo confrontati sull’importanza del rispetto e della lealtà nei confronti di noi  stessi e degli altri in ogni ambito della nostra vita quotidiana, Alberto ci ha testimoniato il significato della parola fair play con degli esempi riguardanti lo sport e con racconti di esperienze personali vissute nella sua lunga carriera di calciatore. Calderoni ci ha parlato del doping e ci ha detto di non essersi mai dopato poichè è convinto che vincere dopo essersi dopato non sia una vera vittoria e che, se dopati, non si possa neppure provare una gioia piena e vera per il successo ottenuto. Molto interessante è stata per noi la lettura della testimonianza di Giuliana Salce, anche lei campionessa sportiva, che, avendo fatto uso di doping ed essendosi poi  pentita del proprio comportamento, promuove oggi una sua lotta contro un problema così diffuso e nocivo. Alberto ha inoltre sottolineato che, per diventare dei calciatori esperti e stimati, occorre prima di tutto usare il cuore e non arrendersi mai, perché solo così si può arrivare alla soddisfazione che si prova nell'essersi impegnati e nell'aver raggiunto il proprio obbiettivo con le proprie forze. Il capitano ci ha confessato che, quando ha firmato il suo primo contratto con il Forlì, si è emozionato moltissimo, mettendosi quasi a piangere, perché stava realizzando il sogno che aveva sin da piccolo: quello di fare il calciatore nella squadra della sua città. Alberto ci ha infine stimolato come studenti, paragonando il suo impegno nello sport al nostro lavoro quotidiano per avere successo e soddisfazione a scuola.
Per noi l’incontro è stato emozionante e significativo, ci ha aiutato a riflettere e, soprattutto, ci ha permesso di conoscere una persona onesta e gentile, testimone credibile del fair play. Non c’è modo migliore per parlare di vita.
1° G

Illustrandoci il comportamento che ha sempre assunto durante le partite, ci ha spiegato le vere regole dello sport pulito.
Noi avevamo molte curiosità, infatti ci eravamo preparati per una intervista lunga e dettagliata; ma, purtroppo non avendo tempo a sufficienza, non siamo  riusciti a formulare tutte le nostre domande.
Tuttavia il campione, anche rispondendo ad altri, è riuscito a soddisfare molti dei nostri dubbi.
Durante l'incontro Calderoni ci ha mostrato anche alcuni video, uno dei quali ci ha molto colpito. In questo video d'animazione c'erano persone che commettevano atti vandalici, bevevano alcolici, imbrattavano i muri e andavano in moto a tutta velocità, ossia non rispettavano le regole della società oltrepassando la linea che divide l’essere positivi dall’essere negativi.
Gli interventi dell'ex capitano sono stati molto significativi e utili. Molti degli esempi e delle storie che ci ha raccontato ci sono rimasti impressi; non tanto quelli relativi al successo sportivo, quanto a quello umano: la campionessa che durante le qualificazioni per le olimpiadi, aiuta l'avversaria-amica ad arrivare prima al traguardo dopo un malore o l'atleta che potendo partecipare a gare importanti, rifiuta la proposta dell'allenatore di doparsi, rinunciando quindi alla importante prova.
Noi da questo incontro abbiamo compreso la differenza che passa tra vincere con lealtà e vincere barando, tra vivere correttamente e vivere fuori dalle regole. Come ha detto Alberto sta a noi scegliere e questo ci ha fatto riflettere parecchio.
Insomma l'entrata in vigore del cartellino verde, che segnerà una svolta negli stadi italiani, evidenziando i comportamenti adeguati e corretti, potrà contribuire a diffondere un messaggio di “fair play” nel calcio e nella vita.
1° C

Il Fair Play mi è servito per imparare come si sta insieme, come si fa ad evitare cose brutte sui siti web ed infine come ci si comporta nello sport: ci si aiuta, non si bara nel gioco, non ci si arrabbia con la squadra avversaria quando si perde, ecc…
Ho imparato che l’unione fa la forza, se tutti collaborano,  e che si fa quello che si può.  Questo progetto mi sembra anche molto giusto perché a questa età noi ragazzi diventiamo proprio noi stessi e cominciamo a diventare adulti,  disegniamo la nostra faccia nel mondo, ed è importante stare nella parte positiva delle cose,  cercando di non superare quella linea rossa immaginaria che distingue il limite. Noi siamo il futuro e se vogliamo avere un futuro migliore dobbiamo essere forti e cambiare dando una mano per essere brave persone. Sembra una perdita di tempo ma invece è un grande buon insegnamento a diventare responsabili delle nostre azioni.
Ecco, se riusciamo a fare questo siamo sulla strada giusta cioè vivremo con fair play e le persone ci stimeranno per ciò che di positivo riusciremo ad offrire.
Grazie a tutti
Nura Balestra  1° H

Nell’incontro con Alberto Calderoni ci ha colpito il fatto che lui abbia sempre rifiutato proposte da squadre importanti per rimanere a Forlì con la propria squadra, i suoi amici e la sua  famiglia. Inoltre, ha scelto di non doparsi e continuare a giocare con lealtà. Un’altra testimonianza molto efficace è stata quella di Giuliana Salce, ex sportiva che faceva gare di atletica leggera e che ora lavora a Roma come operatore ecologico. Abbiamo letto una sua lettera in cui lei racconta come, da atleta, abbia fatto uso di sostanze dopanti spinta dal suo allenatore. In seguito ella si è autodenunciata per questo fatto e anche il suo allenatore è stato arrestato. Oggi ha problemi di salute e svolge un lavoro faticosissimo e poco pagato, con il quale stenta a  mantenere se stessa e il proprio figlio.
Diversa la vicenda della sua amica Nicoletta Tozzi, anche lei campionessa di atletica, che invece di scegliere la via del doping per vincere, ha preso posizione contro di esso, non riuscendo però ad arrivare alle Olimpiadi.
Oggi le due ragazze sono ancora amiche e Nicoletta è una professionista del coaching.
L’ultima testimonianza che vogliamo ricordare è il video di una ragazza americana che durante una gara, mentre stava per giungere seconda il traguardo, si è fermata per soccorrere una sua amica che si trovava in prima posizione colpita da un malore, l’ha aiutata a rialzarsi e ad arrivare comunque prima al traguardo.
Questi esempi ci hanno fatto riflettere sul fatto che nello sport, come nella vita, è importante essere leali, coraggiosi e generosi verso gli altri. L’incontro ci ha insegnato che è meglio perdere con lealtà che vincere barando o truffando. Grazie al Forlì calcio anche se ciò che vediamo a proposito di questo sport è sempre un po’ diverso.
1° D

Questo progetto sul fair play mi è piaciuto molto perché è un argomento poco conosciuto ma che sta alla base dello sport, e gli autori l'hanno spiegato benissimo trasmettendoci questi importanti valori.                                                                  
Marco Z.
Alice e Chiara pensano che il momento più interessante e che le ha colpite di più sia stato leggere la lettera di Giuliana Salce e della sua lotta contro il doping.
Alice e Chiara
A me è piaciuto molto quando c'è stata la lettera di Giuliana Salce perché non è facile ammettere ciò è successo.                                                                      
Alexandru M.
La parte che mi è piaciuta di più e stato quando ci hanno fatto vedere il video di una atleta che era seconda . La prima era svenuta e la seconda ha scelto di aiutarla alzandola da terra , mettendola davanti a sè per farla vincere. Questo gesto mi ha fatto capire cosa vuol dire in effetti il rispetto dello spirito sportivo ed umano.
Filippo P.M.
Il progetto mi è piaciuto perche' era molto istruttivo ,cio' che mi ha colpito e' il video della corsa podistica dove si evidenzia la sportivita' delle atlete.                  
Filippo S.
L'argomento che mi ha colpito maggiormente è la storia di Giuliana Salce che parla di come il doping possa rovinare una carriera promettente.                                         
Ye Xin
Mi ha colpito la lettera di Giuliana Salci ,una ex atleta di atletica leggera,che si è autodenunciata per aver fatto uso di doping, perchè pur essendo stata una campionessa mondiale ha dimostrato di essere grata di avere un lavoro che non è il migliore che ci sia.       
Francesco C.
La cosa che mi ha colpito di più è stata la differenza fra "sport" e "spork" ovvero giocare lealmente e divertirsi (sport) oppure barare e giocare solo per vincere.                     
Edoardo B.
La cosa che mi ha colpito di più del Fair Play è stato il video trasmesso sullo SPORK e SPORT.    
Alessandro P.
Mi è piaciuto molto questo progetto perché ha fatto capire soprattutto che nello sport si vince con le proprie qualità e non barando.                                                      
Marco G.
Il momento che mi è piaciuto di più è stato quando abbiamo visto il filmato: "sport o spork".
Lorenzo C.
Se dovessi dire una frase per riassumere questo progetto direi “Guarda avanti e aiuta gli altri”
Viola G.
I ragazzi hanno mostrato grande interesse ed entusiasmo nei riguardi di questo incontro. Io non ero presente ma abbiamo parlato a lungo nei giorni successivi; ogni volta che entravo in classe mi chiedevano di poter raccontare ciò che avevano visto e ascoltato…se vorrete riproporre il progetto anche negli anni a venire, la scuola media Palmezzano aderirà sicuramente.
L’insegnante di lettere Classe 1° H (vice Preside) Prof.ssa Cinzia Ciani

Facendo domande ad Alberto Calderoni abbiamo capito che lui è sempre stato leale, non ha mai barato per vincere una partita e che la cosa più importante in tutta la sua esperienza calcistica è stato il buon rapporto con i compagni di squadra.
Ha cominciato a giocare a sei anni e all’inizio lo faceva solo per divertimento. Con il passare del tempo il calcio è diventato per lui una grandissima passione che è viva tuttora.
Per Alberto è stata una grandissima gioia quando, a diciannove anni, è entrato a far parte della squadra forlivese. A noi bambini ha ricordato molte volte che giocare con la maglia della propria città è una grande responsabilità che ti porta ad avere un maggiore impegno.
A Calderoni è occorso del tempo prima di ambientarsi nello stadio; all’inizio, quando dalle tribune il pubblico faceva tifo per lui, aveva paura di deluderlo; invece, successivamente, ha acquisito più sicurezza nelle sue capacità. Ha anche ricordato che lui non ha mai discusso, durante o finita la partita, con i tifosi anche se lo avevano scoraggiato.
L’incontro ci ha fatto capire quanto sia importante non ricorrere al doping perché da un lato permette di diventare apparentemente più forti, dall’altro danneggia la salute ed è un comportamento scorretto, sleale e quindi contrario ai principi di base di qualunque sport.
Nell’occasione è stata anche letta una testimonianza di Giuliana Salce, marciatrice che aveva ottenuto il record mondiale in maniera scorretta rispetto agli altri concorrenti perché, come da lei ammesso, aveva fatto ricorso al doping.
Finita così la sua carriera atletica, si ritrova oggi in grave difficoltà economica perché il lavoro da lei trovato viene mal retribuito e non la soddisfa neppure. Inoltre, il Prof.  Susanna, un docente della nostra scuola che ha organizzato questo progetto, ha proiettato un video breve, ma interessante sull’ amicizia nello sport che ci ha aiutato a capire che è molto importante aiutare le persone che si trovano in difficoltà in tutte le gare; infatti nel video c’erano due atlete che stavano correndo per classificarsi alle olimpiadi (solo la prima classificata poteva partecipare a questa gara), mancavano pochi metri per la vittoria quando la prima atleta si è sentita male ed è caduta a terra; la seconda, nettamente lontana dall’ altra, l’ha presa in braccio e l’ha portata al traguardo facendola vincere. Questa è stata una testimonianza significativa sull’ importanza della lealtà nello sport.
L’ incontro, ha permesso a noi ragazzi di capire che per praticare uno sport la cosa più importante non è essere campioni, ma riuscire a divertirsi e avere un buon rapporto con i compagni di squadra.
1° L