venerdì 18 novembre 2011

Io farei la Bi zona


A me la roba più interessante (o chiara, qualcosa non l'ho capito ancora bene) del Verbo pare finora quella contenuta nelle ultime righe. Quando il mister dice

Io voglio il pressing portato sugli avversari quando la palla passa per linee esterne, per questo motivo chiedo alle punte di difendere inizialmente strette, per due motivi: non far verticalizzare palla sui centrocampisti avversari e per indirizzare il gioco sui difensori esterni dove noi, muovendoci in anticipo, andiamo a pressare.

Domenica col Pelli guarderò questa cosa qui.

Invece mi chiedo come un giocatore del Forlì possa interiorizzare il concetto secondo cui

ci può essere pressione sull’avversario senza che la squadra vada in pressing, ma non ci può mai essere pressing se non c’è pressione sul portatore di palla avversario.

Campagna Montanari



Lo conoscete tutti, Sante Montanari. Da cinque anni non mette piede al Morgagni, più o meno dai tempi della C2. Ma non è che abbia smesso di seguire il Forlì, anzi: mi chiama tutte le benedette domeniche alle 16.30 puntuale come un fuso: 'Riccardo, sal fat e Furlè?'. Se abbiamo perso dice: 'Va bene lo stesso, vinceremo la prossima'. Se invece abbiamo vinto dice: 'Oohhh, bene'.
Se lo incontrate, e lo incontrerete di sicuro probabilmente in piazza, provateci anche voi. Convinciamo Sante Montanari a tornare al Morgagni. D'accordo?

Il Verbo secondo Attila/2 (il recupero palla)



I movimenti sono diversi se la squadra avversaria adotta un modulo a tre punte. Ci saranno in questo caso movimenti a scalare per linee (la linea difensiva scala sulla punta esterna) e per reparti (i due esterni di centrocampo scalano a turno sulla linea dei difensori), cercando quanto è possibile di mantenere sempre il due contro uno sulla punta centrale.
Rispetto ad altri allenatori, io non voglio che i miei difensori facciano diagonali di copertura in una zona dove non c’è l’avversario: quest’ultimo infatti è sempre il punto di riferimento per il difensore. Importante è ancora il ruolo del centrocampisti: far capire loro che è necessario andare sempre in pressione sugli avversari evitando il più possibile palle ‘aperte’ che spesso costringono la linea difensiva a retrocedere verso la propria porta. Questi devono in fase difensiva trovarsi sempre tra la linea della palla e la propria porta.
Concetto fondamentale è che ci può essere pressione sull’avversario senza che la squadra vada in pressing, ma non ci può mai essere pressing se non c’è pressione sul portatore di palla avversario. I due centrocampisti di fascia devono essere dotati di grande corsa perché pronti a fare la fase difensiva sugli esterni avversari e ad operare eventuali raddoppi, oltre che bravi nel ripartire quando si ruba palla. 
I due centrocampisti centrali sono il baricentro della squadra, sempre tra la linea della palla e la propria porta e pronti a raddoppiare sul difensore quando filtra palla sulla punta centrale. Talvolta fungono anche da quarto difensore quando la palla è esterna e vicino all’area di rigore, pronti dentro l’area ad intercettare un eventuale cross. Devono essere svelti inoltre a dare l’appoggio alla punta centrale per ricevere lo scarico e dare palla in profondità o per un eventuale cambio di gioco. Se i centrocampisti possono uscire in pressione sui centrocampisti avversari dipende molto dalle punte, dalla loro capacità e predisposizione a non far giocare palla libera ai difensori. Io voglio il pressing portato sugli avversari quando la palla passa per linee esterne, per questo motivo chiedo alle punte di difendere inizialmente strette, per due motivi: non far verticalizzare palla sui centrocampisti avversari e per indirizzare il gioco sui difensori esterni dove noi, muovendoci in anticipo, andiamo a pressare.  
(continua)

Attilo Bardi

Non è per insistere


Ma anche oggi Buonocore è al Federale.