Con grande piacere a due giorni dal ritorno in C1 il blog ospita questa lettera, d'amore ma non diteglielo, a firma del direttore di Forlibasket Riccardo Girardi. Fu lui, ai tempi in cui pensavo che un blog sul Forlì magari avrebbe funzionato, a suggerirmi l'idea del panda biancorosso. Godetevela.
Caro vecchio Forlì Calcio, che senza
presidentesse rumene, ingenti capitali di (perlomeno) dubbia provenienza,
perseveri nel tuo solito, serio, low-profile. E che lunedì
sera torni in LegaPro, si insomma in terza serie (ti spiace se la chiamo
C1?).
Caro vecchio Forlì Calcio, che a suo tempo pagasti a caro prezzo il tuo Boccio (do you remember Oliveti?), che per espiarlo hai raspato nei campi della più pornografica periferia. Che ora, a valle di un’estate seria e laboriosa, non priva di qualche doverosa cialtronaggine tipicamente forlivese (prevendita al Chiosco di piazza Saffi? Ma se non vi vedono da maggio!), sfidi una di quelle nobili decadute che scoprirono sulla loro pelle che passare da Futre a Codigoro o vedersi vendere lo stadio ad un sobborgo grande un quinto di te può succedere.
Caro vecchio Forlì Calcio, ancorato a quelle
consuetudini ormai desuete come la ricerca di uno sponsor serio (e ce l’hai:
Dorelan) o il tentativo di far convivere tanti soci che abitano in città,
che danno il giusto, ma che si sentono tutti Florentino Perez.
Che hai messo un direttore generale di trent’anni, che ti sei cimentato in una
campagna abbonamenti che sì, poteva dare qualche soddisfazione in più, non
fosse per l’ombra di quella sequoia di nome Cesena, che ha pensato bene di
tornare in Serie A proprio quest’anno.
Caro vecchio Forlì Calcio, non dimentico che i
miei primi assaggi di sport “live”, quando avevo poco più di dieci anni, sono
stati lì da te, sui gradoni cementificati di questo marcio e al tempo stesso
immarcescibile Morgagni. Per dei Forlì-Potenza, Forlì-Angizia Luco,
Forlì-Galatina (il girone C della C2 arrivava fino in Salento: non c’era la
crisi, a metà anni '80). Io, dinoccolato come e più di oggi, nel
“settore”, giocando a fare l’ultrà, sbattendo con un legno su un secchio
giallo, vuoto di vernice, a mò di tamburo (tra le rampogne di mio padre, che
una volta mi vide e mi disse: “Sembravi un esaltato”. Ma il peggio per lui,
pover’uomo, doveva venire). Poi un JollyColombani-Stefanel Trieste avrebbe
fatto saltare il banco dei miei valori sportivi e si sarebbe aperto un altro,
ben più sostenuto capitolo: ma questa è un'altra storia.
Caro vecchio Forlì Calcio, che in questi trent’anni
hai mangiato un quintale di polvere per ogni grammo di gloria che ti è stato
prudentemente somministrato (Forlì-Milan a Cesena). Lo dico a te e ai tuoi
tifosi-panda, animali in via d’estinzione perlopiù stagionati.
Dopo tutto quello che hai passato in 3 decenni, questo anomalo
posticipo del lunedì sera, che una volta tanto non è un Juve-Fiorentina, questa
LegaPro - anzi questa C1 - proprio te la meriti tutta. Ci vediamo lunedì
sera.