mercoledì 13 marzo 2013

Cosa c'è di oggettivo



1) Diesse, allenatore e squadra stanno disputando un campionato al di sopra delle aspettative. Non è un'opinione, è un dato oggettivo: pochissimi calciatori del Forlì avevano mai giocato tra i professionisti, quasi nessuno a livelli d'alta classifica. Quasi tutti hanno una lunga carriera alle spalle in campionati dilettantistici e i loro ingaggi contenuti ne sono la conseguenza. Compresi diesse e allenatore.

2) A proposito di allenatore. Bardi ha certamente qualche difetto e commette degli errori, altrimenti a 51 anni non sarebbe in C2. Ma il livello di gioco cui ha portato il Forlì è alto. Tra i più alti del girone nonostante, vedi sopra, una rosa a livello di quelle che lottano per salvarsi.

3) Se la società voleva davvero qualificarsi ai playoff avrebbe dovuto comprare due giocatori importanti a gennaio: un centravanti di peso e un difensore. Non l'ha fatto scegliendo il low profile, ora niente musi lunghi (oggi dopo la partita ne ho visti un paio preoccupanti) se la squadra fatica a battere il Renate o addirittura perde. Sta nelle cose, è normale così. Non raccontiamoci balle.

4) Ultima cosa: l'eccellente campionato in corso ha portato il Forlì a salvarsi con tre mesi d'anticipo. La prossima stagione in seconda Divisione retrocederanno 9 squadre. Al momento il Forlì avrebbe due punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Così, per dare l'idea di quanto sarà tutto maledettamente complicato. E di quanto sarebbe stato lungimirante investire a gennaio, provarci (davvero, non a parole).

Palo



Sfiga, carattere, pioggia, attesa, rabbia, applausi. C'è stato di tutto in Forlì-Renate: nel primo tempo gli ospiti, cui stava benissimo il pareggio, hanno lasciato il pallino al Forlì rischiando di conseguenza poco e niente (discutibile la scelta Ferri dal primo minuto: dimenticato in panchina per tutta la stagione, lo spilungone centravanti del Cesena è stato mandato allo sbaraglio proprio nel match più importante. Ha cominciato bene ma poi è evaporato). Nella ripresa il Renate ha provato ad attaccare e per pochissimo il Forlì non l'ha punito: due occasioni d'oro per Melandri, prima non è riuscito a calciare dopo aver dribblato il portiere poi ha colto il palo interno. Alla fine Mantovani ha chiuso la pratica, garantendo al Renate il terzo posto (47) e lasciando il Forlì (39) ai margini della zona che conta.

Restano 5 i punti dai playoff, solo che le partite diminuiscono (8) e squadre davanti cominciano ad essere tante: il Monza ha vinto scavalcando il Forlì. Domenica ultimissima chiamata: al Morgagi arriva il Castiglione (45), per cui o si vince o si finisce al mare sperando nei ripescaggi estivi. Belli gli applausi finali che gradinata e tribuna hanno riservato alla squadra: il Forlì è questo, ha dato tutto e per poco non riusciva nell'impresa contro una squadra molto organizzata. Giusto applaudire.

Per inciso: tre centimetri e il tiro di Melandri coccia sul palo e va dentro. Probabilmente ce la ricorderemo a lungo quell'immagine che vedete sopra, speriamo di no. Quando la palla ha rimbalzato sul legno ho guardato il povero Bardi che, milanista sfegatato, la sera prima aveva maledetto la tv al palo, identico, colpito da Niang al Camp Nou. E' il bello del calcio: tre centimetri, un filo d'erba e cambia tutto.

La nostra Remuntada



Non un 2-0 da ribaltare, ma 5 punti da recuperare sul sesto posto: oggi al Morgagni occasione più unica che rara con il Renate, proprio la squadra su cui il Forlì fa la corsa playoff. Non so se - come per il Barca - anche questa partita può segnare la fine di un ciclo. Può essere: dovesse andare male il Forlì direbbe addio alle speranze di salire in Prima Divisione, con seguente finale d'anno in barca a vela e consapevolezza che per vincere nel calcio professionistico non bastano buone idee, ottima volontà e spogliatoio (più o meno) unito. Servono molti, molti soldi. Servono giocatori dai 50k in su, che il Forlì non si è potuto permettere quest'anno e chissà il prossimo.

Questo però è lo scenario che nessuno si augura di vivere alle 16.30. C'è anche la concreta possibilità che il Forlì batta gli organizzati interisti (ossimoro) e si ritrovi a un palmo dal paradiso, con il Castiglione agganciabile già domenica. Da sogno. Ma serve la Remuntada, appunto. Servono risposte dagli attaccanti appisolati e un Morgagni di nuovo sul pezzo, carico e fiducioso fino all'ultimo minuto vada come vada.

Pioverà, prenderò un sacco di acqua. A loro mancando due difensori titolari più il portiere, hanno Brighenti fortissimo davanti (16) e una mediana solida. Giocano 4-3-3, attaccano e lasciano spazi. Come il Forlì, che solo all'ultimo saprà se almeno uno tra Arrigoni e Ingegneri sono disponibili. Ieri Bardi ha fatto la voce grossa con Petrascu, la cui incapacità di leggere le situazioni di gioco pesa, talvolta molto, sul resto della squadra ("Sembra di giocare a ping pong, la palla torna sempre indietro"). Diciamo che se oggi Dracula mette la doppia sarebbe una bella risposta, per le sponde c'è sempre tempo. Avanti tutta. Oggi, o chissà quando.