lunedì 4 giugno 2012
Sulle tracce del 10
Il Forlì è a caccia di un "10". Il ruolo di Buonocore, poi toppato da Innocenti e sgradito a Evangelisti. Cangini vorrebbe mettere in batteria un mancino con classe ed esperienza. Costo: elevato. Il sondaggio con Giorgio Di Vicino (qui la scheda), due fantagol due stagioni fa al Morgagni con la maglia della Sambenedettese (il video), ha rimandato la decisione. Probabilmente non sarà lui. Ma il profilo è quello.
Bardi invece pensa soprattutto ad un difensore e ha messo gli occhi da un po' su Davide Salvatori, 1985, quest'anno alla Vibonese in Seconda.
Alle 15 da Balzani, forse, anzi no
Per darvi un'idea di come è gestita la comunicazione al Forlì racconto l'episodio di oggi (ma è stato così tutto l'anno, e non cambierà per legge divina in Lega Pro).
Alle 15 la squadra doveva essere ricevuta in Municipio dal sindaco Balzani. Nessuno l'ha detto ufficialmente ai giornali, figuriamoci. Noi fotografi - non tutti, solo i più fortunati - l'abbiamo saputo per vie traverse, per caso, al bar, via sms da un giocatore, da un amico del sindaco. E' così, giuro. Fatto sta che alle 15 avevamo messo in programma un servizio fotografico in Municipio.
L'incontro è saltato: oggi è lutto nazionale, Balzani ha preferito rimandare. Io l'ho saputo per caso da un giocatore, attorno alle 10 di stamattina. Neppure lui era sicuro. Mi ha chiesto di verificare. Ho chiamato Pardolesi (Ufficio Stampa), l'aveva appena scoperto pure lui. Ho richiamato il giocatore: "Avevi ragione, è cancellato".
Alle 12 ho incontrato su un incidente stradale, al Quattro, il collega della Voce Enrico Rondoni: "Ci vediamo dopo in Comune!" mi ha detto, salutandomi. Gli ho fatto sapere che l'incontro era stato rimandato. Non lo sapeva, avrebbe perso tempo, soldi, fiducia nel Forlì (già ne ha poca perché sa come vanno le cose in zona Morgagni). Vado avanti?
Ora, la colpa non è tutta di Pardo. Anzi, in questo caso non lo è per niente. Pardo non lo avvisano, questo è il punto. Quando venivano organizzate le amichevoli di fine stagione nessuno si prendeva la briga di avvisarlo, di conseguenza i giornali non sapevano a che ora, quando e contro chi giocava il Forlì. Pardo è l'ultimo anello di una catena che non considera tra le priorità il comunicare all'esterno quel che succede.
Chi ha saputo dall'amministrazione che l'incontro di oggi era saltato avrebbe dovuto avvisare subito, per primo, colui che ha il compito di informare tramite i giornali tutto il resto della città. Il Forlì non è - non è più - un giocattolino di quattro imprenditori con lo sfizio del pallone. E' la squadra della città. E andrebbe trattata come tale. Con professionalità. (già sentita?)
Alle 15 la squadra doveva essere ricevuta in Municipio dal sindaco Balzani. Nessuno l'ha detto ufficialmente ai giornali, figuriamoci. Noi fotografi - non tutti, solo i più fortunati - l'abbiamo saputo per vie traverse, per caso, al bar, via sms da un giocatore, da un amico del sindaco. E' così, giuro. Fatto sta che alle 15 avevamo messo in programma un servizio fotografico in Municipio.
L'incontro è saltato: oggi è lutto nazionale, Balzani ha preferito rimandare. Io l'ho saputo per caso da un giocatore, attorno alle 10 di stamattina. Neppure lui era sicuro. Mi ha chiesto di verificare. Ho chiamato Pardolesi (Ufficio Stampa), l'aveva appena scoperto pure lui. Ho richiamato il giocatore: "Avevi ragione, è cancellato".
Alle 12 ho incontrato su un incidente stradale, al Quattro, il collega della Voce Enrico Rondoni: "Ci vediamo dopo in Comune!" mi ha detto, salutandomi. Gli ho fatto sapere che l'incontro era stato rimandato. Non lo sapeva, avrebbe perso tempo, soldi, fiducia nel Forlì (già ne ha poca perché sa come vanno le cose in zona Morgagni). Vado avanti?
Ora, la colpa non è tutta di Pardo. Anzi, in questo caso non lo è per niente. Pardo non lo avvisano, questo è il punto. Quando venivano organizzate le amichevoli di fine stagione nessuno si prendeva la briga di avvisarlo, di conseguenza i giornali non sapevano a che ora, quando e contro chi giocava il Forlì. Pardo è l'ultimo anello di una catena che non considera tra le priorità il comunicare all'esterno quel che succede.
Chi ha saputo dall'amministrazione che l'incontro di oggi era saltato avrebbe dovuto avvisare subito, per primo, colui che ha il compito di informare tramite i giornali tutto il resto della città. Il Forlì non è - non è più - un giocattolino di quattro imprenditori con lo sfizio del pallone. E' la squadra della città. E andrebbe trattata come tale. Con professionalità. (già sentita?)
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