giovedì 8 maggio 2014

E' vero del Santarcangelo?



Nelle ultime settimane si è diffusa tra tifosi, giornalisti, dirigenti e calciatori una voce secondo la quale il Santarcangelo e un altro paio di squadre del girone A (Torres e Mantova secondo alcuni, Torres e Alessandria secondo altri) sarebbero finite nel mirino della Procura Federale. Credo che tutto sia partito da qui. Sembrava addirittura che lunedì scorso la Procura avrebbe reso note le indagini, provocando un terremoto sulla classifica. Per ora non si è mosso nulla e probabilmente nulla si muoverà.

Anche perché, scusate, ma più di un Nucifora che ammette quel che ha ammesso, e per il quale non mi risulta ci siano procedimenti in corso, cosa può essere successo di tanto grave?

La Torres, i kiwi e Canà




L'articolo oggi sul Carlino

Non gioca la Bi-zona, l’allenatore della Torres Marco Cari, ma la stagione della squadra che allena dal 17 ottobre (sostituì D’Adderio) avrebbe certamente solleticato le fantasie del regista dell’Allenatore nel pallone Sergio Martino. Tra personaggi irreali, trionfi e capitomboli la Torres è arrivata a giocarsi la permanenza in Lega Pro agli spareggi contro il Forlì. Ma nei forum dei tifosi c’è già chi mette in dubbio l’intenzione di restare nel calcio professionistico: ‘E se volessero retrocedere?’. Domanda lecita perché a Sassari quest’anno è possibile tutto e il contrario di tutto. Compresa una surreale conferenza stampa nella quale il diesse Nucifora conferma che l’ultima partita contro il Mantova, a entrambe bastava un punto, ‘non è stata giocata altrimenti avremmo rischiato di perderla’. Finché non interviene la procura sportiva, chapeau.  
E pensare che a dicembre la Torres era lontana 7 punti dalla zona spareggi e ormai rassegnata alla retrocessione a braccetto con Bra, Castiglione e Bellaria. Il presidente Domenico Capitani, re del kiwi, in estate aveva affidato all’uomo sbagliato, tal Manolo Patalano, l’amministrazione della società e di conseguenza il mercato. Un disastro. Prima di Natale però bussò alla porta Antonio Martino, facoltoso imprenditore abruzzese con un debole per il pallone. Martino entrò in società col 40% e impose il navigato diesse Enzo Nucifora – sì, quello della conferenza stampa – per rastrellare B e Prima divisione a caccia di fenomeni scontenti. Con sei nuovi giocatori fuori categoria tra cui l’ex Avellino e Verona Ciotola (in dubbio per l’andata a Sassari), l’attaccante Infantino, il difensore Di Maio, la Torres è decollata e nel girone di ritorno ha raccolto 32 punti (il Forlì 27), arrivando fino al settimo posto a un mese dalla fine. Per poi crollare nel finale.

Zero a quattro col Monza, due a cinque col Bassano, zero a uno a Rimini. Non ci fosse stata la gara-materasso con il Mantova i sardi avrebbero bruciato in un mese tutto il lavoro fatto prima. Cos’è successo? Un calo fisico e psicologico, secondo le stime più superficiali. Ma non può essere un caso che a fine marzo abbia abbandonato per divergenze col patron Capitani quel Martino che a gennaio aveva portato sull’isola tutti i fuoriclasse. Uscito di scena lui, con un aumento di capitale al quale non ha partecipato, la Torres ha ricominciato a collezionare batoste. Come si presenterà la squadra di Cari - contestatissimo dai tifosi - alle semifinali playout col Forlì? Basteranno i tre trequartisti dietro alla punta Infantino, oltre ai recuperi di Ciotola e Filippini, per raddrizzare una stagione così pazza? Impossibile rispondere alla domanda prima dei titoli di coda: bisognerà vedere se Canà, pardon Cari, terrà in panchina i suoi Aristoteles.