giovedì 31 gennaio 2013

Sole pallido, Petrascu pensaci tu



Dice un proverbio: "Sole bianco, scirocco in campo". Speriamo che a scaldare l'atmosfera del "Morgagni" per il derby di domenica sia bomber Petrascu. I nostri avranno bisogno della passione del pubblico forlivese, che dovrà fare i conti con temperature piuttosto frizzanti. Si attende una massima di circa 6°C e venticello da nord per effetto di un'irruzione di aria fredda dall'Artico (ve l'avevo annunciata come chicca nei precedenti post e che ripropongo anche per il periodo compreso tra 7-10 febbraio anche se si tratta di una linea di tendenza) che sabato porterà anche su Forlì pioggia (e forse pioggia mista a neve in tarda serata durante la fase più intesa delle precipitazioni). Domenica la perturbazione lascerà gradualmente la Romagna, con il ritorno della stabilità atmosferica. Per il fischio di inizio prevedo nubi sparse che renderanno pallido il sole. Perciò pensaci tu Petrascu: "Sole bianco, scirocco in campo". 

Fonte Forlì



Il mercato di Forlì si chiude con due innesti classe 1992 e nessuna partenza. Agli ordini di Bardi arrivano Emanuele Fonte e Thomas Campana.

Interessante soprattutto il primo e non solo perché forlivese scuola Cesena (una in B): l'anno scorso titolare a Mantova in Seconda (27 gare), è passato in estate al Borgo a Buggiano. Fonte fu protagonista nel 2009 di un episodio che qualcuno di voi ricorderà. Una mattina mentre stava scrivendo un tema su 'Religione e laicità' al liceo scientifico di Forlì, era in quarta, fu chiamato fuori dal bidello. Era arrivata una telefonata, dalla Nazionale: a Cervia la squadra allenata allora da Lippi doveva giocare un amichevole pre-Mondiali ma mancava un giocatore. Pensarono a Fonte, che ovviamente mollò la penna e sfidò Pazzini oltre che Di Natale.
Qui l'intervista che gli fece ai tempi Sky.

Riassumendo. Il Forlì ha deciso di non spendere in questa sessione di mercato. Se sia stata una scelta giusta lo sapremo a maggio, o ancora più probabilmente nella stagione prossima ventura. Per ora pensiamo al derby: Ingegneri con la febbre, ieri Melandri nel tridente titolare con Petrascu e Oggiano.

Live dall'Ata Hotel



Scrive Tuttolegapro che il Forlì sarebbe a un passo dal'ingaggio del 18enne Marco Rosafio, attaccante nato a Chur in Svizzera. Nella Primavera giallorossa ha segnato 10 gol con una doppietta ai coetanei del Napoli. Sarebbe l'alter ergo (un anno più giovane) di Filippi.

Dal Venezia potrebbe arrivare invece il centrocampista di 21 anni Simone Tonelli.

L'altro derby


Il Forlimpopoli di mister Malandri, Mambelli e Canali, di Boccali e dell'ex Forlì Gualdi gioca domenica al Benelli di Ravenna la partita della vita. Un pezzo di cuore (c'è anche mio fratello, portierone '94 probabilmente in panca) sarà là. Va a finire che salta fuori la domenica perfetta.

mercoledì 30 gennaio 2013

Il basket alla frutta


Oggi pomeriggio in via Zuelli drammatica conferenza stampa del presidente FulgorLibertas Giorgio Grazioso, che chiede aiuto alla città per evitare che a fine anno finisca tutto in polvere. Nel frattempo sono sul mercato tutti i giocatori: chi riceve le offerte più vantaggiose per la società - e Todic pare ne abbia già - sarà lasciato partire.
Vista anche questa, e considerato che domenica al Benelli c'è il derby Ravenna-Forlimpopoli, vien da dire una volta di più che il brodo di casa nostra è grasso. Con o senza rinforzi sul mercato di gennaio.

Il Forlì sull'Ansa


Vado a memoria: l'ultima Ansa con oggetto Forlì calcio prima di questa fu quando Oliveti istituì un numero a pagamento (899) per intervistare i giocatori. Un genio (del male). Stavolta - il fotomontaggio sopra è di Edoardo Frasca, studente all'Itis - c'è da essere un filo più orgogliosi. Ecco il testo divulgato ieri dalla più importante agenzia di stampa italiana.


ANSA.it > Calcio > News

Storie della Lega Pro: il Forli' dei forlivesi, il futuro e’ nei giovani

Quando il calcio non si gioca solo in campo, ma anche nelle scuole

29 gennaio, 14:36

Quando il calcio non si gioca solo in campo, ma anche nelle scuole, per raccontare i veri valori dello sport e del fair play. E’ questa la storia del “rinato” Forlì, società di Lega Pro che in milita in Seconda Divisione Girone A.
“Un Capitano per Amico”, è il progetto ideato dalla società romagnola, e portato nelle scuole dalla bandiera biancorossa Alberto Calderoni, per raccontare ai giovani delle scuole i valori del fair play ed avvicinarli al mondo dello sport, riportarli a vivere il “calcio allo stadio” e la realtà forlivese.
All’iniziativa si è interessato, anche, il responsabile del Settore Giovanile della FIGC Gianni Rivera, che intende promuoverla a livello regionale e nazionale. Il progetto rispecchia quelli che sono i valori della nuova società: ripartita dalla Promozione nel 2007/2008, con sacrificio e impegno, ha vinto 3 campionati in 5 stagioni, riuscendo ad approdare così in Lega Pro. Questa scalata è stata permessa proprio da un gruppo di “Forlivesi”, che legati alla propria città, alla propria cittadinanza e al mondo del pallone hanno deciso di riportare ad alti livelli i colori biancorossi.
La società, guidata da 3 stagioni dal Presidente Romano Conficconi, è oggi formata da 26 soci. Il loro motto, quello della rinascita, è “Il Forlì dei Forlivesi”. Con orgoglio ricordano le indimenticabili gesta del club, come ad esempio gli ottavi di Coppa Italia giocati con il Milan stellare di Capello, e proprio con il supporto della cittadinanza, e in particolare dei giovani, sono pronti a riscrivere pagine importanti nel calcio italiano.

martedì 29 gennaio 2013

Direzione Villanova



Ultime, anzi prime mosse di mercato in casa Forlì. Preoccupano le condizioni fisiche di Mattia Filippi, il cui dolore al ginocchio resta un mistero. Gli esami hanno scongiurato tutto o quasi, ma l'attaccante del Cesena continua a sentire male quando calcia. Problemino mica da ridere per uno che di mestiere spacca porte.

Che si fa? Cangini è in piena: il diesse del Forlì aveva trovato in Marco Villanova, scuola Atalanta classe 1991, al San Marino dove l'anno scorso in C2 segnò 5 gol, il rinforzo ideale. C'è solo un ostacolo: l'ingaggio, che sta ai parametri del Forlì come Balotelli a quelli del Milan. Trattativa congelata, resta in piedi solo la possibilità che il San Marino anziché tenere in naftalina il giovane preferisca girare Villanova al Forlì. Ipotesi verosimile, non fosse che s'è messo in mezzo pure il Santarcangelo di Melini, sempre lui, interessato a garantirsi le prestazioni del ragazzo di qui a maggio.

SiAMO il Forlì



Le polemiche di questi giorni spingono molti di voi a dichiarare qui sul blog amore incondizionato per il Forlì. Allora mi è venuta un'idea: perché non mi mandate le vostre foto biancorosse? A casa, al mare, con gli amici, allo stadio, in trasferta... Quello che volete basta che siate addobbati di biancorosso. Quella che vedete sopra è la prima recapitata al blog: è il cane Spike, uno che con Eva e Petrascu condividerebbe anche la ciotola. Man mano che me le mandate (riccardofantini@hotmail.com) arricchisco una fotogallery fissa qui a lato.

La ciliegina biancorossa



Il crac squadra-tribuna di domenica scorsa (oggi intervista al Cap sul Carlino) non sposta di una virgola il calendario redatto a inizio stagione dal Forlì. Che in occasione del derby col Rimini ha indetto - ufficialmente sul sito - la Giornata Biancorossa. A lettere maiuscole, come gli euro che i tifosi del Forlì, tutti compresi gli abbonati, sganceranno al botteghino per entrare (gli unici fortunati sono organi in informazione e tessere Aia, Coni, Figc. Non so questi ultimi, ma con i giornalisti non prendetevela: lavorano, i poveretti. Tranne qualche rara eccezione quello che guadagnano in un pomeriggio - che finisce alle 20, perché dopo la partita c'è la sala stampa e solo una volta finito tutto comincia la fase di scrittura - finirebbe direttamente nelle casse del Forlì. Ergo, non verrebbe nessuno. Ergo, il giorno seguente sui quotidiani trovereste solo foto e resoconti dettagliati di Pietracuta-Ravenna).

Chi si abbona lo sa: una partita all'anno la paga lo stesso. Di solito la più bella, perché c'è più gente e di conseguenza entrano più soldini freschi. Quanto? A spanne 1.500 persone per 10 euro cadauna, 15mila euro. Forse qualcosa in più: 17-18mila.

La butto là: esattamente quanto servirebbe per mettere a disposizione di Bardi un rinforzo che restituisca entusiasmo all'ambiente di qui a maggio. Il mercato chiude giovedì, slegando le briglie a Cangini il tempo ci sarebbe eccome. Non inseguire con la massima convinzione possibile i playoff in una stagione così sarebbe un delitto, che il prossimo anno il Forlì pagherebbe a carissimo prezzo.

domenica 27 gennaio 2013

I tifosi del Forlì fischiano il Forlì



Sembra incredibile, lo so. Ma oggi più che mai il rapporto tra squadra è tribuna è arrivato vicinissimo al punto di rottura. Fin dall'inizio qualcuno (cinque persone, dieci, venti? di che età? davvero sono solo anziani?) dalla tribuna ha cominciato a mugugnare. I borbottii sono diventati in fretta improperi. Poi fischi. Alla fine addirittura qualche insulto, nonostante la vittoria. Al gol del 2-1 Petrascu ha lanciato per aria la maglia, rabbiosamente, direzione tribuna. E in sala stampa ha ammesso che "quei fischi proprio non li capisco. Non siamo il Real Madrid, stiamo giocando un campionato sopra alle aspettative, siamo a un punto dai playoff, ma cosa vogliono i tifosi? Almeno aspettassero il 90° per fischiare".

Chiaro che giocare il resto della stagione con questo clima al Morgagni non aiuterà. Vi garantisco che dal campo, nel silenzio del Morgagni, anche solo un genio che urla "sveglia Buonaventura!" fa un certo effetto. Si sente. Poi possiamo discutere sulla capacità dei ragazzi di isolarsi dal contesto, ma questa è un'altra questione. E credo che un tifoso preferisca un giocatore "aperto" verso la tribuna, non sordo.

Fortuna vuole che domenica prossima arrivi il Rimini, derby che anche al forlivese più schizzinoso e abituato a ben altri palcoscenici (?) non può che riscaldare il sangue. Sarebbe il caso di far sentire di nuovo a casa il Forlì. Una bella coreografia? Magari. Senza il punto di penalizzazione questa squadra sarebbe in zona playoff con una partita da recuperare. E' tanta roba per una neopromossa che schiera mezza manciata di habituè al calcio professionistico. Voglio dire che la squadra sta andando oltre i propri limiti: criticarla così durante la partita ha poco senso ed evidentemente serve ancor meno.

Voltiamo pagina?

Un piede tra le mani


A me sembra rigore.

sabato 26 gennaio 2013

Mani dietro alla schiena


La prima notizia è che il capitano del Forlì domani sarà regolarmente in campo. Non so come farà a giocare, onestamente: non riesce a parlare, ha i due punti ancora cuciti sul labbro. Ma Mordini è squalificato, speriamo Sozzi non prenda una gomitata dopo 5 minuti.

La seconda notizia è che Luca Di Bartolomei, il figlio del mitico Agostino, ha fatto dei complimenti sinceri al capitano del Forlì, per la straordinaria passione che mette per la squadra della sua città e per il modo in cui vive il calcio. Non erano frasi di circostanza: Luca, avvocato di 30 anni, aveva appena sentito leggere la lettera scritta da Sozzi, che potete gustare anche voi qui sotto. E' bella, fidatevi.

Buonasera a tutti, sono molto dispiaciuto di non poter intervenire in questa serata anche perché sarebbe stato sicuramente emozionante parlare davanti ad una platea con un peso specifico di questo tipo, d'altronde qui ci sono addetti ai lavori che hanno fatto e fanno tuttora la storia del calcio italiano.
Ringrazio quindi l'avvocato Pinzari per sostituirmi ma soprattutto dell'invito nel quale avrei docuto fare un piccolo intervento su quello che oggi è l'approccio al calcio, da parte di un bambino.

Ho avuto una carriera dilettantistica, che mi ha dato e mi sta dando tante soddisfazioni soprattutto con la maglia della mia città conquistando 3 promozioni in 5 anni e riportando il Forlì nei professionisti. Negli anni precedenti ho sudato e lottato nelle categorie inferiori con la speranza prima o poi di tornare nella squadra della mia città dove avevo fatto il settore giovanile tanti anni prima.

In quegli anni ho allenando una squadra pulcini e devo dire che è stata una esperienza piacevole che mi ha dato tanto ma allo stesso tempo mi ha servito quella che è la realtà di oggi.

Liedholm nel libro parla della poca voglia di sacrificarsi dei giovani facendo riferimento ai 5km in bici per andare ad allenarsi, anch'io 25 anni fa facevo 3 km in bici o a piedi per andare ad allenarmi, ma erano altri tempi, oggi la società non lo permette non trasmette la  tranquillità giusta credo ai genitori per lasciare un figlio di quell'età andare solo al campo. Ma il problema che siamo all'eccesso tanto che a me capitava che un genitore portava la borsa, lo vestiva, gli allacciava le scarpe, faceva la doccia ect...
Io ero sbalordito perché, è li che un bambino inizia a formarsi, a prendersi le sue responsabilità, la confidenza con i suoi "attrezzi" , a vivere lo spogliatoio che poi è un momento ludico - sociale.
E quindi sono iniziate le prime lotte con i genitori che ovviamente si ripercuotevano anche sui bambini.

Un altro problema che i bambini di oggi hanno enormi problemi motori e coordinativi, Liedholm parlava che hai suoi tempi l'educazione sportiva scolastica volgeva su ogni tipo di disciplina, oggi oltre aver una scarsa educazione scolastica i bambini fanno le rovesciate alla play station, alla Wi o sull'i-phone, quindi un genitore deve capire che la partecipazione del figlio oltre ad essere importante come istruzione, disciplina abnegazione che servirà poi anche nella vita, e' utile anche a livello fisico, indipendentemente che suo figlio giochi poco, molto o tanto, ma l'importante che lo faccia divertendosi e scegliendo di farlo.

Nel libro una frase dice: sono convinto che lo sport sia un modo di vivere.

Su questa frase si potrebbero aprire mille scenari ed interpretazioni, prendo spunto solamente per dire che lo sport e' uno stile di vita quando lo vivi come la vita. Con alti e bassi, vincendo e perdendo senza mai rassegnarsi o abbattersi.
 Vincere e perdere. questo dobbiamo insegnare alle nuove leve. il saper perdere, accettare la sconfitta, accettare un richiamo, una punizione, una decisione arbitrale, un errore, non ingannare glia altri. tutto questo si chiama fairl-play.
La nostra bandiera cittadina il Nostro Ex Capitano Alberto Calderoni, sta portando avanti nelle scuole del nostro territorio un progetto proprio sul FairPlay, dove non si parla ne di calcio ne di qualsiasi altro sport, ma solamente di regole, comportamenti, ma soprattutto gesti, gesti di FairPlay .
Questo credo sia la strada giusta per i nostri figli, per i futuri calciatori, o per chi pratica sport, ma i primi gesti di FairPlay che emulano i nostri figli sono i nostri, di noi padri, di noi istruttori di noi calciatori, di noi che dobbiamo dare l'esempio.

Per questo se riuscirò a giocare domenica, visto il piccolo infortunio, cercherò di dare esempio, imitando il modo con cui Agostino di Bartolomei, un vero capitano, un vero esempio, si rivolgeva all'arbitro, con le mani dietro alla schiena.

Segnalo anzi sottolineo l'ultima frase. Domani godiamoci un Sozzi versione Di Bartolomei: mani dietro alla schiena come faceva per rispetto nei confronti dell'arbitro il 10 della Roma che nel 1983 - io avevo 3 anni, Sozzi 5 - riportò lo scudetto nella capitale. Qui qualche foto della serata.  

Ricordando Ago



Io stasera alle 18 sono all'Hotel della Città per la presentazione di questo libro. Si intitola 'Il manuale del calcio' e raccoglie gli appunti lasciati da Agostino Di Bartolomei e ritrovati dal figlio Luca, che sarà presente. Ci sarà anche Sozzi, ma il labbro tumefatto per uno scontro di gioco gli impedirà di raccontare la sua esperienza da capitano (domani con la Giacomense sarà regolarmente in campo). Marco ha scritto comunque una bella lettera che sarà letta in sala, e che poi pubblicherò qui sul blog.

Se avete voglia di fare un salto, secondo me merita.

venerdì 25 gennaio 2013

A pezzi (non Checco)



Due punti sulla parte interna del labbro, scontro ovviamente fortuito con l'amicone Mordini. Capitan Sozzi - uno che per giocare a pallone ha già rinunciato al profilo - è a rischio per il derby vitale di domenica, al Morgagni con la Giacomense. Ma le cattive notizie non sono finite. Melandri e Arrigoni hanno la febbre, Ferri una caviglia dolorante, Eva e Ingegneri sono rimasti a riposo precauzionale. Come dire: mai una in discesa.

Il derby col sole



"Che bella cosa na jurnata 'e sole, n'aria serena doppo na tempesta! Pe' ll'aria fresca pare gia' na festa Che bella cosa na jurnata 'e sole". Eh già! Dopo la neve d'Alessandria, il Morgagni sarà baciato dal sole (tutt'al più qualche nuvola innocua) per la sfida che vedrà i nostri affrontare la Giacomense.
Bisognerà fare i conti però con il freddo: per effetto di correnti dai Balcani, infatti, la temperatura massima non andrà oltre i 5°C. Ma che ce ne fott a noi! Guardiamo le prodezze di Petrascu e cantiamo: "Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne'. 'O sole mio sta 'nfronte a me! 'O sole, 'o sole mio sta 'nfronte a me, sta 'nfronte a me!

    giovedì 24 gennaio 2013

    StramaPedroni



    Il nuovo Direttore Generale del Forlì è Lorenzo Pedroni. Compie 29 anni il giorno dopo Forlì-Rimini, è fidanzato, interista (adora Mourinho), vive a Milano Marittima ma presto potrebbe trasferirsi a Forlì, dove lavora da tre anni. Laureato in Relazioni Internazionali, Master in strategia e organizzazione delle società sportive, ha già collaborato col Centro studi e ricerche della Lega e col Bologna (18 mesi nell'area Comunicazione). In viale Roma seguiva fino a ieri marketing e comunicazione con ottimi risultati soprattutto sul primo versante. Fin qui il curriculum.

    E' una buona scelta? Lorenzo dovrà dimostrarlo sul campo. E' intelligente e preparato, limando in fretta qualche tendenza narcisistica ("Sono intelligente" ha detto con impressionante nonchalance) può diventare un dirigente da categorie superiori.

    Il pres ha detto 9 "robe de gener" ma anche che la fiducia è stata ampiamente conquistata in questi mesi, oltretutto il nuovo Dg è "l'unico professionista della società". Nominati anche Paolo Spada in segreteria e Claudio Casadei direttore organizzativo: papà di due portieri (Stefano secondo a Imola, Riki a Forlì), contribuiscono a fare del Forlì una società pronta al salto. La domanda è: subito o il prossimo anno?

    Il nuovo organigramma

    mercoledì 23 gennaio 2013

    Tutto in una volta



    Domani il pres ci racconterà quello che il sito del Forlì definisce "riassetto organizzativo". Di fatto succede che un passetto alla volta e a prescindere da quel che succede sul campo la società biancorossa si sta strutturando.

    Cosa succede domani: sarà ufficializzata la nomina di Claudio Casadei alla comunicazione, sarà ampliato l'orizzonte di Paolo Spada (foto) in segreteria e - udite udite - verrà nominato il Direttore Generale. Vero, stipendiato, in carne e ossa, a tempo pieno. Non so il nome, forse lo immagino ma aspettiamo 24 ore e sapremo.

    Si tratta in ogni caso di un salto nel futuro se, come spero, i soci avranno la forza di affidargli le chiavi della macchina (metafora) senza tenerne una copia per sè.

    martedì 22 gennaio 2013

    Papà Eva



    Sarà un maggio molto speciale quello di Alessandro Evangelisti. Il '10' del Forlì - sinistro col joypad - aspetta dalla fidanzata Mayla un bimbo, il suo primogenito, che hanno già deciso di chiamare Andrea.

    Eva l'ha raccontato ieri in conferenza stampa, visibilmente emozionato e felice come si conviene a un ragazzo che diventa uomo anzi papà. Auguri a tutti e due ma soprattutto alla mamma, che aspettiamo al Morgagni col pancione per festeggiare insieme, Andrea compreso, il gol del neopapà nel derby col Rimini.

    Oberdan vicino a Ivan



    Adesso è UFFICIALE.

    Ivan Piccoli è vicinissimo al Santarcangelo, è vero quel che ha scritto oggi il Corriere. Il diesse Oberdan Melini (foto) ci lavora da tempo ed è ormai vicino al traguardo. Ma la faccenda non è ancora chiusa: resta una distanza sull'ingaggio che il '10' del Fano pare non sia disposto a ridursi. Il Forlì è alla finestra. Ci ha provato, questo sì. Cangini aveva proposto uno scambio (Oggiano credo) ma all'altro capo del telefono hanno risposto nisba: il Fano non gradisce contropartite.

    Tra oggi e domani l'affare Oberdan-Ivan dovrebbe chiudersi. Dovrebbe. Se non leggete sui giornali di giovedì che Piccoli è del Santarcangelo, allora tutto diventa di nuovo possibile. Anche che si riapra la pista biancorossa.

    lunedì 21 gennaio 2013

    Piccoli grande Forlì



    Potrebbe essere davvero Ivan Piccoli il rinforzone di gennaio per il Forlì. Graditissimo dai tifosi (ha vinto il sondaggio sul blog), il 10 del Fano, 110 presenze in B tra Cesena e Ancona, è attualmente fuori rosa: pare abbia rifiutato il trasferimento a L'Aquila e per questo i dirigenti marchigiani l'abbiano sbattuto ai margini del gruppo guidato da Massimo Gadda.

    Piccoli è fanese, ha 31 anni, abita vicino a Forlì e potrebbe chiudere in biancorosso la carriera: soluzione ideale di vita e ambiziosa di campo. Cosa vuole di più dalla vita? Ah, già: l'ingaggio.
    Cangini ci sta lavorando.

    ScatenITI



    I resoconti sulla mattinata con Kalle dei ragazzi dell'Iti. Ne hanno scritti tanti e vale la pena leggerli, se avete un quarto d'ora buca.

    Tutti sanno che la parola “sport” è di origine inglese; in realtà è la traduzione corrispondente al vocabolo francese “desport”che significa “divertimento”.
    Lo sport è un insieme di esercizi, individuali o a gruppi, eseguiti per incrementare le capacità motorie, mantenere la forma fisica, compiuti per svago o per attività agonistica ma per i bambini e per noi ragazzi deve essere sempre e comunque anche un divertimento!
    Infatti, quando eravamo piccoli, l’attività sportiva era per noi un gioco, un divertente passatempo, da fare soprattuttoin gruppo; a volte ci divertivamo a giocare a calcio costruendo “porte improvvisate” usando i nostri giubbotti come pali e accartocciando qualsiasi cosa per realizzare una palla.
    Man mano che siamo cresciuti lo sport è diventato un momento in cui dare il massimo e impegnarci perraggiungere la vittoria anche quando la nostra attività non era agonismo.
    Lo sport è inoltre importante per la salute fisica dell’organismo ma soprattuttoha un grande valore per la crescita psicologica di noi ragazzi: infatti ci aiuta a socializzare e a imparare il rispetto delle regole e il rispetto per gli altri, compagni e avversari; ci insegna a essere critici con noi stessi, a capire i nostri errori, a imparare a correggerci e a migliorarci. Ci educa ad assumere delle responsabilità e dei ruoli precisi.
    Questi valori devono valere anche per gli adulti, giocatori professionisti e “modelli” per noi ragazzi; invece quando vediamo le partite di calcio in televisione, capita molto spesso di notare che i calciatori professionisti sono sempre pronti a contestare, a gridare al fallo anche se inesistente e a richiedere l’attenzione dell’arbitro, dimenticandosi del gioco leale e del fair play.
    Questo non è certamente il comportamento che un calciatore professionista dovrebbe assumere quando scende in campo, perché i loro gesti non passano inosservati e un campione dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio, ammettere i propri falli e le proprie colpe, visto che sono presi a modello da noi giovani. Infatti è l’atteggiamento corretto e “sportivo” che ognuno di noi, che sia un fenomeno o un dilettante, dovrebbe prendere come esempio in qualunque sport; senza contare che una vittoria leale e meritata dà più soddisfazione rispetto a una ottenuta con gli imbrogli, in realtà quindi è chi gioca lealmente il vero vincitore.
    Penso che l’attività sportiva sia un modo per realizzare noi stessi e questo si ottiene seguendo una morale, perché ottenere successi imbrogliando non dà soddisfazioni anzi ci fa sentire incapaci di ottenere veri risultati. Anche questo deve essere un motivo per non usare mezzi non corretti come il doping per aumentare le proprie prestazioni perché in realtà così facendo inganni per primo te stesso e danneggi la tua salute.
    Di questi argomenti abbiamo parlato il giorno in cui è venuto nella nostra scuola l’ex capitano del Forlì Alberto Calderoni; abbiamo potuto ascoltare le esperienze che lui ha vissuto in prima persona e tutto ciò ha contribuito a farci capire quanto sia importante vivere lo sport e i risultati ottenuti sia positivi che negativi con la massima serenità.
    Marco Mollace

    Il giorno lunedì 14 gennaio 2013, nell’ Aula Magna della nostra scuola, si è svolto, durante l’orario mattutino di lezione, un incontro basato sul fair play con lo storico capitano forlivese Alberto Calderoni. La proposta della prof.ssa Della Godenza ci è sembrata subito positiva perché molti di noi ragazzi praticano sport, soprattutto il calcio.
    Oggi il fair play è presente in quasi tutti gli sport e per me significa il rispetto delle regole, ma è anche un modo di pensare che si basa sull’amicizia, la non-violenza e la lealtà nei confronti dell’avversario sia dentro che fuori dal campo. La sport ha un ruolo molto alto nella crescita di noi ragazzi: ci aiuta nella socializzazione e nel rispetto tra compagni ed avversari, ed è importante per la nostra crescita fisica. Ci può aiutare a scaricare le nostre tensioni che si accumulano durante la giornata, ma deve essere soprattutto un modo per divertirsi con i propri amici.
    Il fair play, dal punto di vista morale, è un modo per sentirci soddisfatti del nostro operato: io preferisco sicuramente vincere una partita perché sono superiore all’avversario e non perché ho vinto con l’inganno e l’imbroglio.
    A volte, durante le partite da me giocate, si assumono comportamenti imitando i giocatori professionisti, sempre polemici con il povero direttore di gara ed i suoi assistenti. Dalla televisione si dovrebbero imitare i gesti di fair play, come quello di Miroslav Klose, attaccante della Lazio, che dopo una rete segnata involontariamente con la mano, ha ammesso all’arbitro il suo tocco irregolare, tra gli applausi del pubblico avversario. Questo, secondo il mio parere, è il comportamento che ogni sportivo, soprattutto professionista, dovrebbe tenere perché questi gesti non passano inosservatie potrebbero essere imitati da noi giovani.
    Secondo me, questa è stata un’esperienza positiva vissuta con un ex calciatore che ci può aiutare ad immedesimarci nel mondo dello sport professionistico, in modo da poter crescere come persone il cui scopo non è imporsi con l’imbroglio, ma con la fatica e la lealtà.
    Pietro Morigi

    Alberto Calderoni è stato il capitano del Forlì per 14 stagioni, giocando nel ruolo di
    difensore. All'incontro a cui abbiamo partecipato il 14 gennaio in Aula Magna ci ha spiegato cosa
    rappresenta per lui la vita nel mondo calcistico. Siamo partiti parlando di quanto fosse stata dura per lui la decisione di lasciare i campi e di come aveva intenzione di vivere la sua vita futura.
    Le classi presenti hanno inoltre fatto domande riguardanti diversi argomenti; dal fair-play ai tifosi,
    dall'amore verso la maglia all'affiatamento verso i compagni.
    Riguardo al suo addio ai campi, Alberto ci ha risposto che la sua decisione è stata a lungo soppesata
    e che infine, la famiglia ed il lavoro hanno originato la sua decisione. L'addio è avvenuto bel 2008 davanti ai tifosi di casa allo stadio Morgagni.
    Per lui il fair-play è una cosa fondamentale nel calcio e in tutto il mondo dello sport. A conferma di
    questa tesi ci sono stati fatti federe alcuni filmati riguardanti atti di sportività in tutto l'ambiente.
    In un video inviatoci dal presidente del settore giovanile della Figc Gianni Rivera, abbiamo potuto
    vedere come anche grandi atleti (Gianluigi Buffon, Rino Gattuso) rispettano quest'etica.
    Alberto ci ha anche detto che i tifosi sono per lui un elemento di grande spinta e di grande aiuto.
    Abbiamo posto al calciatore anche la domanda su cosa ne pensasse degli scandali del
    calcioscommesse e del doping.
    Ci ha risposto che per lui sono esempi negativissimi, e , sempre in un video, ci è stato mostrato
    come il doping possa distruggere la carriera sportiva di un atleta. Ci ha detto che per lui è un grande onore essere ricordato come la bandiera della squadra di calcio
    della sua città natale. Alla domanda “Quanto bisogna faticare per diventare grandi calciatori”, Alberto ci ha detto che bisogna fare grandi sacrifici, adattarsi ad ogni situazione e che, solo uno su un milione riesce a diventare calciatore di serie A, e perciò non bisogna rammaricarsi perchè non si riesce a diventare famoso, ma bisogna fare appunto dei sacrifici e giocare dove se ne ha la possibilità.
    Penso che Alberto Calderoni, nonostante non sia un giocatore famosissimo, sia un esempio per tutti
    i giovani calciatori che stanno crescendo. La sua lealtà, la sua etica del calcio pulito, i suoi sacrifici, la sua voglia di adattarsi sempre e comunque, sono alcune delle grandi qualità che questo calciatore dimostrava. Trovo che questa esperienza sia stata molto utile dal punto di vista umano e dal punto di vista dei comportamenti corretti che si devono tenere in tutti gli ambiti, da quello sportivo, a quello di tutti i giorni.
    Lorenzo Salvadorini
    Federico Chisci

    Dopo aver partecipato all’incontro con Alberto Calderoni in Aula Magna e dopo aver ascoltato le sue risposte alle nostre domande, ho capito che si tratta veramente di un uomo con enormi valori.  Le considerazioni di seguito da me riportate derivano dall’ottima impressione che lui mi ha fatto rispondendo ai nostri quesiti.
    L’argomento trattato maggiormente è stato quello del fair play; sono riuscito a comprendere decisamente meglio il significato di questo termine, e penso che lo abbiano fatto anche i miei compagni. Sono pienamente d’accordo con Calderoni riguardo al suo punto di vista in riferimento al calcioscommesse e al doping perché penso che sia meglio perdere una partita, uscendo dal campo a testa alta, che vincere un incontro in maniera disonesta.
    Siccome anche io pratico questo sport, se capitasse che un mio compagno di squadra decidesse di “comprare” un partita, penso che non gli rivolgerei più la parola e perderei completamente la stima nei suoi confronti.
    Egli è stato un grande capitano per la squadra del Forlì, dal momento che ha portato la propria squadra fino alla serie C. Ritengo che sia doveroso prendere esempio da un uomo di questo calibro perché sono fermamente convinto che nel calcio non ci sia cosa più preziosa dell’amore puro e incondizionato per la propria maglia.
    Alex Manfredi

    Quando i professori ci hanno detto che avremmo incontrato l'ex-capitano del Forlì, nonchè una bandiera, non tutti erano entusiasti.
    Però avevamo capito che parlava un calciatore così ci siamo interessati. Lo sport si basa sul fair play, cioè il rispetto delle regole e si può dire che sia un "codice d'onore " per il calcio ma anche per qualsiasi altro sport. L'attività sportiva è un passo fondamentale per noi ragazzi perchè con lo sport si impara a crescere con gli uni e con gli altri.
    Lo sport è uno stile di vita salubre, infatti negli sport si hanno relazioni con altre persone.
    Lo sport deve, e si sottolinea deve, essere un divertimento perchè può capitare che ci siano conflitti tra genitori e allenatori ma questo non è il calcio, come il video da noi visto inviatoci dal presidente Gianni Rivera in cui si vedono brutti gesti come risse o insulti, ma questo non è calcio.
    Nel calcio, non dal punto di vista del gioco ma per l'aspetto morale, i migliori sono giocatori come Klose che ha segnato con il braccio ed è andato a dire all'arbitro cos'è accaduto.
    Questo è il tipo d'uomo che dovrebbe scendere in campo perchè qualunque arbitro può sbagliare e non si deve perdere la testa perchè anche l'arbitro è un uomo e di conseguenza può sbagliare.
    Il fair play è un principio che permette di essere felici per aver fatto una cosa con lealtà.
    Allora grazie agli insegnanti ed a Alberto Calderoni che ci ha illuminato su questi argomenti utili allo sport e alla nostra crescita.
    Raffaele Dotti

    Lunedì 14 gennaio noi ragazzi della I^B, assieme ad altre classi, siamo andati in aula magna per effettuare un incontro con l’ex calciatore forlivese Calderoni, capitano della sua ex squadra e bandiera del Forlì.
    Dopo una breve introduzione Calderoni ha iniziato a parlare della sua vita e della sua carriera e a questo proposito sono sorte domande alquanto interessanti fatte da noi ragazzi. Le risposte per me sono state molto significative e fra tutte ne ricordo alcune, utili non solo nello sport.
    Calderoni ha detto che nella vita bisogna faticare e se si vogliono realizzare i propri sogni è necessario fare molti sacrifici. Un’altra cosa della quale si è parlato è della squadra nella quale si gioca: questa è come una famiglia dove tutti collaborano e si impegnano, si aiutano l’un con l’altro, anche nei momenti più difficili.
    Una cosa che mi ha stupito, inoltre, è stato l’argomento dei “diritti dei bambini nello sport”, tra i quali ci sono: non essere un campione, divertirsi, essere rispettato…
    Così siamo arrivati a parlare del ruolo che svolge lo sport per i bambini: questa è un’attività essenziale per svilupparsi ma soprattutto per stare con gli altri, comunicare e fare amicizia.
    Lo sport per me ha avuto e ha tuttora un ruolo fondamentale e quando lo faccio penso solo a quello e a divertirmi, giocando bene con gli altri.
    Per finire ci hanno fatto vedere due filmati: il primo riferito sempre al ruolo dello sport nella vita anche futura di un ragazzo, il secondo (quello che mi ha stupito di più) fa vedere una gara di corsa nella quale una ragazza, vedendo che quella davanti a lei si era fatta male l’ha presa ed è riuscita ad aiutarla portandola fino al traguardo, prima di lei.
    Questo è un comportamento veramente onorevole che non tutti sarebbero in grado di dimostrare.
    Quindi lo sport, prima di essere allenamento fisico, è atteggiamento, ed è proprio da questo che si vede un vero sportivo, un campione.
    Lorenzo Casadio

    Nella giornata di lunedì 14 Gennaio 2013, è stato ospite del nostro istituto scolastico l’ex capitano del Forlì calcio: Alberto Calderoni, per parlare agli alunni del “Fair-play”, espressione inglese che significa rispetto per l’avversario.
    L’incontro è iniziato con la consegna della carta del “Fair-play” come riconoscimento alla prof.ssa Della Godenza e con la presentazione di Calderoni, il quale ci ha parlato prima di tutto della sua passione per il calcio, ma anche per lo sport in generale evidenziando come gli atteggiamenti in campo siano cambiati col passare del tempo.
    Tutto ciò veniva accompagnato da una buona presentazione al computer attraverso dei video testimoni di azioni di “Fair-play”.
    A mio parere il momento più bello di tutto l’incontro è stato quando Calderoni ha risposto alle domande degli alunni, e si è un po’ rattristato quando gli hanno chiesto di parlare del suo abbandono dai campi di gioco.
    Un’altra domanda riguardava l’importanza che ha il pubblico durante una partita, perché serve di incitamento alla squadra ed il tifo, fatto in modo corretto, aiuta a dare maggior grinta agli atleti, ma occorre avere il rispetto anche per il pubblico e per gli atleti avversari.
    Sul finale, hanno fatto visionare agli alunni un paio di video molto interessanti, uno dei quali aveva lo scopo di far capire che i cattivi atteggiamenti in campo non sono l’unica nota negativa dello sport; vi sono anche il doping e la corruzione, argomenti purtroppo presenti in qualsiasi contesto sportivo.
    Per poter contrastare queste note negative basterebbe semplicemente praticare lo sport che ci piace con passione e dando il meglio di noi stessi, senza voler primeggiare ad ogni costo, perché le vittorie ottenute onestamente sono di gran lunga più gratificanti.
    Matteo Amadori

    Lunedì 14 Gennaio 2013 presso l’ I.T.I.S G. Marconi di Forlì si è svolto l’ incontro con l’ex calciatore Alberto Calderoni.  La conferenza si è svolta in un aula magna calda e piena zeppa di gente. All’inizio il pubblico già trepidante ha ascoltato in un silenzio liturgico il discorso di Marco Susanna e Giovanni Brunelli che si è concluso con un applauso che poteva tirare giù i muri. L’incontro era diviso in due argomenti che vanno a braccetto: la vita di Alberto e il fair play. Il primo è stato affrontato dai ragazzi in modo molto positivo. Ogni classe ha formulato  domande intelligenti, curiose e a volte insidiose che hanno esposto il calciatore. Il simbolo del calcio forlivese ha risposto in maniera calma alle domande. Alberto mi ha, credo che sia meglio dire, ci ha fatto capire che per arrivare al risultato bisogna sudare;  ci ha fatto rivivere momenti della sua infanzia in cui usciva di casa e si trovava con i coetanei per giocare a calcio. Infine ci siamo commossi quando ci ha fatto vedere il video del suo addio ai campi. Ormai i ragazzi le avevano provate tutte quando una parola ha colpito la loro attenzione. Una parola facile da spiegare ma difficile da mettere in atto. Sul dizionario la parola fair play viene descritta come comportamento giusto e cortese: certo una spiegazione vera ma per me, per noi presenti, quel giorno la parola fair play ha significato molto di più. Vuol dire correttezza, lealtà ma anche il coraggio di fermarsi e pensare: “ E’più giusto così”, davanti ad un fallo non visto, fermarsi e farlo notare, calciare la palla fuori per fermare un azione e far arrivare i soccorsi.
    Un video ha aperto gli occhi ai miei amici, ai miei compagni, insomma a tutti i presenti. Il video mostrava una gara di corsa, la prima atleta (in netto vantaggio) si sente male e rallenta. La seconda, con un coraggio (da leoni sarebbe un diminutivo) si ferma e accompagna la sfidante al traguardo.
    Non finisce qui, al fotofinish la seconda manda la prima davanti in modo che vinca quella che per il resto della gara si era dimostrata la più forte. Il finale non sarà scritto su questo foglio, il finale lo deciderete voi, adesso che avete capito cos’è il fair play sarete in grado di riflettere. Io vorrei che questo articolo non finisse in questi 2 minuti che avete usato per leggerlo ma che  approdasse davanti agli amici, ai parenti… si, perché no magari anche su facebook.
    Marco Gonzales

    domenica 20 gennaio 2013

    Ha vinto la neve



    Alessandria-Forlì non si giocherà oggi. La comunicazione ufficiale arriverà solo col sopralluogo dell'arbitro previsto per le 12, ma alle 9.12 di stamattina l'Alessandria ha comunicato di aver chiesto ufficialmente il rinvio della partita. I ragazzi del Forlì torneranno in città nel tardo pomeriggio, gli ultras invece partiranno per Gubbio: c'è il derby col Perugia.

    La foto sopra è stat postata su fb dal Micio, credo sia la vista dall'hotel Al Mulino in cui alloggiano i nostri.

    sabato 19 gennaio 2013

    L'Alessandria vuole giocare



    Oggi pomeriggio i dirigenti piemontesi hanno telefonato alla segreteria della Lega, comunicando l'intenzione di giocare. Per forza: la squadra sta bene, è reduce da una sconfitta che mister Cusatis vorrebbe cancellare in fretta e il Forlì arriva coi cerotti sul paraurti del pullman. Non è una speranza vana quella dei grigi: da martedì il prato del 'Moccagatta' è coperto dai teloni.

    Al momento (ore 20 della vigilia) si giocherebbe: c'è un dito di neve. Sarà decisiva la notte, ma sarà ancor più decisivo il parere dell'arbitro Petroni di Roma, che valuterà solo a ridosso delle 14.30 se far disputare il match oppure no.

    "Palle di neve"



    Parlato adesso col giornalista del "Piccolo" Paolo Livraghi. La situazione ad Alessandria: la notte appena trascorsa ha nevicato, non molto. In mattinata è scesa un po' di pioggia, poca ma sufficiente per pulire strade oltreché campi sportivi e non. Dalle 11.30 scendono dal cielo, parole testuali, "palle di neve". Le previsioni dicono che andrà avanti così fino a stanotte.  Buona gita al Forlì.

    Wesley Oggia



    Mi dicono, ieri non lavoravo, che il mister in conf stampa abbia manifestato un certo fastidio per l'utilizzo inappropriato di facebook da parte del Razzo Sardo. Il quale avrebbe comunicato sul social network, prima ancora che all'allenatore, il suo stato febbrile ("Finito l'allenamento e febbre a 39 speriamo nella tacchipirina e spremute a fiumi .... in un recupero lampo ma............"). Prima di trarre conclusioni c'è anche da dire che Bardi maneggia il computer come io il puntocroce.


    Qui i convocati (la squadra parte dopo pranzo): restano a casa oltre a Mordini anche i febbricitanti Oggiano e Sir Alex, Seba invece è recuperato.
    Vai di danza.

    giovedì 17 gennaio 2013

    Vesi vs Semeraro



    Comincia martedì a Carpi la 33° edizione del Quadrangolare dei giovani di Lega Pro. Una squadra rappresentativa per ogni girone, due semifinali e una vincitrice. Martedì mattina alle 10.30 scende in campo l'unico forlivese convocato, Marco Vesi (1992), il cui cartellino è interamente del Forlì a differenza di Filippi, Ingegneri e Arrigoni che vestono biancorosso solo in prestito. Impegnato nel quadrangolare anche Umbe Semeraro: l'esterno del Gubbio potrebbe sfidare Vesi in una delle due finali in programma giovedì a Reggio Emilia.

    Qui convocati e programma.

    La danza della neve



    Se in questi giorni avete tempo, dedicate qualche minuto della giornata a questo. E' la danza della neve e potrebbe essere vitale per il Forlì che domenica - se non nevica, appunto - gioca ad Alessandria. Il problema è l'attacco ridotto ai minimi termini: Filippi out, Melandri a un quarto di servizio, Petrascu fermo da inizio settimana per una contrattura.

    Il romeno non s'è allenato con i compagni neanche ieri, nell'amichevole con la Juniores finita 4-2 (gol del Micio). A riposo, per non farsi mancare niente, pure Orlando e Arrigoni col primo meno preoccupante del secondo. E Mordini squalificato. Dai, su: facciamo tutti insieme la danza della neve.

    Neve: a rischio Alessandria-Forlì



    “Quando il bosco tiene la neve, aspettate ancora neve”. Eh già. Alessandria-Forlì è a rischio. Per il fine settimana sono attese copiose nevicate in Piemonte, in particolare nella giornata di sabato. E' previsto il transito di una perturbazione atlantica, che darà luogo a fitte nevicate complice il cuscinetto di aria fredda che si è creato in questi giorni con gli impulsi artici. Le nevicate si attenueranno domenica mattina. Ma a quel punto il campo, salvo miracoli degli addetti ai lavori, sarà impraticabile. E tutti a prendere un thè caldo. Vedremo.

    Una chicca per i lettori del blog che do in esclusiva. Aspettiamoci un febbraio con possibili nevicate nella prima decade. Si tratta di una linea di tendenza e non di una previsione, però intanto getto l'amo...
    Alla prossima.

    mercoledì 16 gennaio 2013

    Ferri non si piega



    Oggi conf stampa di Daniele Ferri. Ha detto che vuole restare a Forlì fino a giugno almeno, che lo spogliatoio è fantastico e che l'esultanza rabbiosa di domenica era solo una forma di liberazione per quel gol che non arrivava. Domenica - Melandri dalla panchina, Filippi in dubbio - si gioca un posto con Oggiano con buone probabilità di partire titolare.

    Ps credo di aver scritto lunedì sul Carlino che quello al Milazzo è stato il suo primo gol tra i professionisti. Svistona madornale: l'anno scorso Daniele ha messo insieme 18 presenze e tre reti col Santarcangelo. Me ne scuso con lui e voi, se avete letto il Carlino come vi auguro.

    Ribelle, sempre



    Perdonate il fuoripista ma al Poeta allaccerei anche le scarpette ne sentisse la necessità. Bene, a quel che ho capito per vie traverse è successo questo: dopo il deludente pareggio di domenica con il Russi i dirigenti della Ribelle (Eccellenza, girone B, quart'ultima nel girone di Bale e Pezzi) avevano proposto/deciso di affiancare a Buonocore una sorta di "tutore" in panchina, Massimo Paciotti. Mezzo secondo dopo il Poeta di Ischia (un assaggio) ha fatto le valigie. Ovvio.

    Finita così? Macché. La squadra ha preso le difese del suo allenatore. Bravi. I dirigenti hanno fatto marcia indietro. E Buonocore è tornato in sella.
    Alè.

    martedì 15 gennaio 2013

    Un Filo di dubbio



    Niente di grave. Due, tre giorni di riposo poi Mattia Filippi tornerà a disposizione di Bardi. Gli esami a cui si è sottoposto il giovane attaccante biancorosso hanno dato esito negativo. Il ginocchio è ok, con qualche puntura il dolore dovrebbe passare alla svelta. Il problema è: in tempo per Alessandria? Difficile a questo punto che Mattia possa partire nell'undici titolare. Anche perché in vista c'è il doppio turno casalingo con Giacomense e Rimini: a prescidere da come vada la difficilissima trasferta piemontese, saranno i due derby a schiarire definitivamente gli orizzonti del Forlì.

    La storia siamo noi



    Anzi, loro. I ragazzi che hanno sfracellato il Milazzo insieme a mister Bardi: mai nel dopoguerra il Forlì aveva vinto con sei gol di scarto una partita di calcio professionistico. C'è riuscito l'altroieri oltretutto da neopromosso, e pazienza se il Milazzo era poca roba e alla fine s'è pure arrabbiato per il (mal)trattamento. La storia è storia ed è raccontata dai numeri. Questo 6-0 resterà nei libroni. Magari a fianco del Pallone d'Oro consegnato a PeTREscu.

    lunedì 14 gennaio 2013

    Istituto tecnico industriale Calderoni




    
    Stamattina Kalle ha dialogato per quattro ore con circa 400 ragazzi del 'Marconi'. Un trionfo. Con lui Marco Susanna, Giovanni Brunelli e Pardo. Parlando agli studenti di doping e scommesse, Alberto ha raccontato che una volta un suo allenatore chiese al gruppo di "aggiustare" la partita con gli avversari. "E' stato - ha ammesso - il momento più brutto della mia carriera".

    Nessun nome, ovvio. Però ho capito a chi si riferiva. Eccome se ho capito.

    Il video di Forlì-Milazzo



    Su San Marino tv le immagini della partita stravinta dal Forlì. Bellissimo il gol di Sir Alex, Eva gioca alla play e anche Sampaolesi non lo prendevano mai.

    domenica 13 gennaio 2013

    PeTREscu!




    Alza il Pallone d'Oro, chiede il cambio, resta in campo, segna il rigore, fa l'assist a Buonaventura, segna altri due gol e alla fine si porta a casa pure il pallone, consegnando idealmente la statuetta alla fidanzata: "Solo lei sa quanto sia difficile sopportarmi".

    La giornata perfetta di Sebastian Petrascu infine è arrivata. Il romeno sale a quota 8 in classifica cannonieri e guida un attacco biancorosso iper prolifico: in gol anche Sir Alex poi incoronato da Casadei (a lato le foto), Max Sampaolesi in tuffo di testa e Daniele Ferri (esultanza rabbiosa). Risultato: 6-0 per il Forlì e Milazzo di corsa a prendere l'aereo: check in a Bologna alle 16.30.

    Giusto il tempo per il Dg Mario Marino di spararle grossissime in sala stampa: 'Ci hanno umiliato, non si fa così, nel calcio ci sono regole non scritte e taciti accordi che in certe situazioni vanno rispettati. Ad esempio non si mettono giocatori così motivati quando la partita è già decisa. Da un amico (Bardi ha giocato a Giarre, lui è di lì) mi sarei aspettato un trattamento diverso'. E ancora: 'Per 35 minuti c'è stata solo una squadra in campo e il rigore è inventato".

    L'avessero lasciato lì altri cinque minuti avrebbe detto che il Milazzo meritava il pareggio, che una scia chimica ha colpito il loro portiere e che Spada è Bin Laden.

    sabato 12 gennaio 2013

    Il giorno di Seba



    Non è per caricarlo di responsabilità ma domani alle 13.30, mezz'ora prima della partita e sul prato del Morgagni (bagnato se Pedro c'azzecca), daremo a San Sebastian il Pallone d'Oro 2012. Non sappiamo ancora se l'arbitro farà entrare in campo i giornalisti, le regole sono piuttosto ferree. In ogni caso la cerimonia si farà, e poi toccherà a Petrascu farci divertire un po' contro una squadra, il Milazzo, che quest'anno non ha mai vinto e pare stia smobilitando. Sarà fondamentale sbloccarla nel primo tempo.

    L'altra bella notizia è che Melandri andrà finalmente in panchina. A meno che la partita non si complichi più del dovuto però il Micione se la guarderà tutta al fianco di Bardi. Sperem.

    venerdì 11 gennaio 2013

    Bardi apre a Zanigni e Piccoli



    Zanigni (foto Carlino) e Piccoli sì. Bernacci, Semeraro e Petras no. Oggi in conf stampa mister Bardi ha annunciato che il Micio col Milazzo andrà in panchina e poi ha detto alcune cose interessanti che troverete domani sui tre quotidiani di Forlì.

    In sostanza il mister continua a sperare che la società metta a disposizione di Cangini un gruzzolo per rafforzare la squadra, altrimenti via agli scambi con l'obiettivo (ovvio) di migliorare la rosa.

    "Zanigni lo seguivamo già un anno fa, ha caratteristiche che mancano e ci permetterebbero in certi casi di lanciare lungo e giocare sulla seconda palla, come faceva il Bologna con Kennet Andersson e Signori".

    "Per Piccoli parla il curriculum".

    "Se dovessi scegliere un giocatore non sceglierei Semeraro. In quel ruolo siamo già coperti".

    "Petras gioca con noi al giovedì solo per mantenere la condizione".

    "Bernacci non rientra nei nostri programmi".

    La maglia del Forlì



    Ci sono voluti un girone intero e parecchi mal di pancia, ma alla fine le maglie del Forlì sono in vendita. Dove? A Romagna Souvenir, il negozio del vulcanico Luca Guidi che era in via dei Filergiti e si è trasferito da poche settimane in corso Diaz 24. A due passi da Le Gamberi. E magari è anche per questo che la Fulgor, nasata l'idea di uno shop in pieno centro, si è fatta avanti. Presto il corner del Forlì sarà smezzato: una parte col merchandising griffato Petrascu, l'altra con le canotte di Roderick.

    Galletto bagnato


    
    Partita bagnata, partita fortunata? Forlì-Milazzo, in programma al Morgagni domenica, potrebbe disputarsi sotto la pioggia. Le previsioni meteo indicano infatti un peggioramento delle condizioni meteo per l'arrivo di un fronte freddo, che determinerà un primo abbassamento delle temperature. “Quando il gallo canta fuori ora o vuol piovere o piove grossa acqua”, dice il proverbio. Speriamo che il gallo canti, prevedendo i gol dei nostri. Dicette 'o mièdico: "Chest'è 'a ricetta. 'O Signore t''a manna bona!".
    Alè Furlè!

    mercoledì 9 gennaio 2013

    Il Rimini ha chiesto Petrascu!



    Tranquilli, il Forlì ha risposto picche. In lista di partenza semmai potrebbero esserci Buonaventura e Oggiano: nel caso il budget risparmiato sugli stipendi sarebbe dirottato su un altro attaccante. I nomi caldi: Longobardi del Bassano, Zanigni del Rimini (scambio?) e Visconti, un ragazzo napoletano di 23 anni che a Bari (4 presenze in B) trova poco spazio e la società pugliese darebbe in prestito fino a giugno.

    Tornerebbero invece più che volentieri tre esterni che per motivi diversi negli ultimi anni se ne sono andati: Scaioli ha rotto col Castelfranco, Mazzoli ha lasciato la Spal e Semeraro, udite udite, domattina parlerà con mister e diesse del Gubbio. Ultimamente l'Umberto gioca più di inizio stagione ma a Forlì ha lasciato mezzo cuore. Se lo lasciano andare - e Cangini gli trova spazio - potrebbe ritrovare l'amatissima maglia biancorossa.

    Saponara in coppia con El Shaarawy



    Farà gli assist ad El Shaarawy, Ricky Saponara. L'esterno forlivese scuola Sammartinese (domenica era al Pala Marabini per il torneo di Natale, chissà se la trattativa era già avviata) è stato acquistato oggi da Adriano Galliani. Quattro milioni il valore di metà cartellino del centrocampista offensivo classe 1991, già nel giro della nazionale under 21, uno dei migliori prospetti del calcio italiano.

    Il Forlì se lo perse per strada nell'anno della disgregazione societaria: fu bravissimo il Ravenna a convincere i genitori accaparrandosi un ragazzo il cui cartellino solo qualche mese dopo viaggiava a centinaia di migliaia di euro.

    L'anno scorso sono arrivati comunque nelle casse biancorosse circa 90mila euro (18mila per cinque anni) quale premio federale alla società che l'ha fatto crescere. Tanto? Pensando ai quattri milioni di oggi mica tanto...

    France Football, chi?



    L'articolo a firma Ric Rinieri nel quale il Corriere racconta oggi ai lettori che domenica, prima della partita col Milazzo, San Sebastian riceverà il Pallone d'Oro. Indetto mica da quei cazzoni di France Football, ma dal blog che state leggendo. Alè.

    martedì 8 gennaio 2013

    Forlì-Milazzo alle 14



    Il calcio d'inizio di Forlì-Milazzo (il video dell'andata), domenica al Morgagni, è stato anticipato alle 14. L'ha chiesto il Milazzo per problemi d'aereo e il Forlì ha gentilmente accettato.

    Mezz'oretta prima del via Seba Petrascu riceverà in campo il primo Pallone d'Oro della storia del calcio forlivese. Primo Dracula, secondo il Micio, terzo Sozzi. Podio indimenticabile sperando che la partita contro l'ultima in classifica segni una svolta nel cammino accidentato degli ultimi 80 giorni. Il Forlì - 10 punti in 11 gare - viaggia da fine ottobre a ritmo playout. Un po' è sfortuna (poco checché ne dica Bardi), più che altro sono limiti strutturali.

    lunedì 7 gennaio 2013

    Il vero sport



    Due temi scritti dai ragazzi del Liceo Scientifico di Forlì dopo l'incontro con Kalle.

    Lo sport è sempre stato un elemento indispensabile nella mia vita. Da bambina lo ritenevo un gioco, ma spesso i miei genitori lo facevano diventare un obbligo essendo molto preoccupati per la mia corretta crescita fisica e morale. Ora al contrario pratico karate da ben sei anni per mia scelta.
    L’ambiente sportivo è stato ed è ancora per me il luogo più piacevole, dove trascorro parte della settimana. Questo però accade solo se vengono rispettati alcuni principi fondamentali di uno sportivo. Spesso accade che il bambino venga sopravvalutato, considerato infinitamente resistente,  superando così i suoi limiti.
    Ho frequentato da piccola per due anni una palestra di ginnastica artistica. Ho dovuto abbandonare questo sport, siccome era troppo pesante per me.
    Un bambino di otto anni non riesce a sopportare il peso di tre allenamenti a settimana da due ore e gare di domenica. Il problema sta nell’allenatore. Il suo obbiettivo è fare del bambino un campione a tutti gli effetti. A volte l’unico pensiero fisso è quello di portarsi a casa un primo posto sul podio.
    Personalmente ho sentito fortemente questa pressione da parte dell’allenatore e di questi aspetti negativi abbiamo parlato con Alberto.
    Per questo non sempre si riesce a vivere con serenità il risultato della gara. Se non sali sul podio sai che ti aspettano settimane di duro lavoro. Se invece conquisti quel gradino alto si limitano a dirti: "Brava". I tempi di riposo sono fondamentali, ma anche questi non vengono sempre rispettati.
    Io sono fortunata ad avere oggi un allenatore che mi comprende e che capisce che dopo mesi si duro lavoro pre-gara c’è bisogno di un po’ di sano riposo. Più che fisico, il riposo è utile alla mente.
    Dopo un po’ di riposo, si riesce anche a lavorare molto meglio.
    Come dice Federica Pellegrini: "Se sei serena al cento per cento ti senti valorizzata e pronta a dare il massimo”.
    Gli allenatori spesso si dimenticano di avere di fronte un bambino, gli parlano e gli danno responsabilità come se fosse un adulto, mentre quando si è giovani il gioco e l’allegria nell’ambiente sportivo sono fondamentali.
    Durante una gara mi capita spesso di vedere ragazzi aggredire i giudici per le loro decisioni.
    Non credo che questo sia giusto. Sono persone anche loro, hanno il diritto di sbagliare, ma quello che mi sconvolge è che l’allenatore interviene raramente come se fosse convinto che il suo allievo stia facendo qualcosa di giusto. Così il ragazzo viene educato anche in modo errato, si abituerà a non accettare le decisioni degli adulti anche se non le ritiene giuste.
    In gara raramente ho visto imbrogliare anche perché il mio è uno sport che sin da subito ti insegna a gareggiare lealmente. Ci rimango male quando sento alla televisione notizie di sportivi che fanno uso di sostanze pur di vincere una gara e pur sapendo di correre il rischio della squalificazione.
    Quando si arriva a questo punto, bisognerebbe allontanarsi dal mondo dello sport. Porterebbe alla rovina e lo stress credo salirebbe alle stelle.
    Non è necessario vincere sempre. Sì, sarebbe bello, ma bisogna imparare anche ad accettare la sconfitta e in questo modo sarà più facile gareggiare senza inganni.
    L’importante è dare il meglio di sé stessi,  poi il risultato, se negativo, è meglio metterlo in secondo piano. È proprio quello che mi ripete il mio allenatore prima di ogni gara e grazie a questo è più facile restare rilassati e dare il meglio.
    Tutto questo per me è molto importante.
    Lo sport è nato per il divertimento e per il benessere e considerandolo un mezzo per riuscire sempre a dare il meglio, questo riuscirà solo se vuoi farlo, se non vieni obbligato, solo se vieni rispettato nei tuoi limiti. Così potrò raggiungere il mio obiettivo e solo seguendo questi principi vorrò farlo, dare i migliori risultati per me è fondamentale.
    Come disse Pantani: "Se puoi e vuoi farlo, devi farlo".
    Grazie per l’incontro, Capitano… è stato un piacere!!!

    Giulia Camporesi 1G Liceo Scientifico Forlì

    Lo sport viene principalmente praticato per migliorare l'aspetto fisico ma l'esercizio di un'attività sportiva aiuta in campo psicologico. In questo, infatti lo sport può servire a scaricare le tensioni che si accumulano durante la giornata rendendo la persona che lo pratica più serena; infatti gli allenamenti settimanali che svolgo, generalmente nel tardo pomeriggio e che sono alquanto faticosi mi aiutano a scaricare la pesantezza della giornata scolastica, inoltre l'esercizio di un 'attività fisica è utile anche per controllare le emozioni come ad esempio la rabbia. Per vivere lo sport con i suoi valori bisogna essere accompagnati da professionisti seri che svolgono il loro lavoro con passione sapendo trasmettere agli atleti lo spirito di squadra e il sacrificio per raggiungere dei meritati obiettivi.
    E' importante saper distinguere nel campo sportivo gli allenatori che per fini illeciti sfruttano l'atleta sopprimendo i veri valori dello sport o chiedendogli di assumere sostante chimiche illecite al fine di migliorare il rendimento sportivo. L'impiego di queste sostanze, che prende il nome di doping, fanno si che gli atleti vedano l'attività sportiva solo come un modo per primeggiare, annullando la vera natura dello sport e causando gravi danni alla salute. Personalmente nei vari ambienti sportivi da me frequentati non ho mai avuto alcun sollecito a fare uso di sostanze chimiche o che ne avessero offerte ai miei compagni di squadra anche se per qualche anno ho fatto parte in campo agonistico della ginnastica artistica. Capisco quanto sia importante vivere lo sport e i risultati ottenuti, sia questi positivi o negativi, con la massima serenità. Certamente farei fatica a gioire di una sconfitta sportiva ma quando è successo mi sono rialzata pronta a impegnarmi nuovamente per dare il meglio nella gara successiva.
    In qualsiasi disciplina sportiva e in specifico nella ginnastica artistica, che ho praticato, e nel nuoto sincronizzato, che sto praticando, le regole sono fondamentali: ti aiutano a coordinare il tuo corpo a svolgere correttamente gli esercizi e ad essere in sintonia con le compagne di squadra e a rispettare le nostre allenatrici che svolgono il loro lavoro con passione. Queste regole hanno migliorato il mio modo di vivere anche fuori dallo sport perchè rispettando gli altri, rispetto me stessa. Un mondo senza regole sarebbe un mondo di caos e per questo ringrazio chi ci ha fatto incontrare un vero campione come Alberto Calderoni che ha evidenziato il vero valore dello sport, ne abbiamo veramente bisogno.

    Martina Mantini 1G Liceo Scientifico Forlì

    Ricky di ieri e forse domani


    A lato fotogallery del torneo di San Martino in Strada: centinaia di bambini premiati ieri pomeriggio al Pala Marabini da autorità locali di ogni genere e rango, ma anche dall'ex Sammartinese (commosso) Ricky Saponara. Tra l'altro mentre aspettavo la consegna delle coppe ho saputo per vie traverse che un altro Ricky, l'ex Forlì Scaioli che due estati fa scelse la Giacomense, ha mollato il Castelfranco ed ora a spasso. Opzione di mercato?

    E' arrivata intanto la conferma dai ragazzi dello Scientifico che qualche settimana fa hanno chiacchierato un paio d'ore con Kalle: domenica col Milazzo saranno 98 in tribuna, ospiti del Forlì. E il giorno dopo, lunedì, boom all'Itis: 400 giovani studenti forlivesi penderanno dalle labbra dell'ex capitano biancorosso. Anche per loro invito gratuito nella tribuna del Morgagni: un raggio di sole nella domenica più nera.

    domenica 6 gennaio 2013

    Mercato o salvezza

     
    Non bastano Petrascu (un gol e una traversa), un rigore a favore e l'inferiorità numerica del Mantova per mezz'ora abbondante. Il Forlì perde in Lombardia la sesta partita della stagione, sprofonda nel ventre della classifica e dice arrivederci alle residue velleità playoff. La partita si è decisa nei primi otto minuti, mi dicono con due dormitone della difesa biancorossa. Poi la rincorsa, inutile, fino al 95'.

    Così com'è, Bardi lo ripete da qualche settimana, la squadra difficilmente potrà tornare in corsa per gli spareggi promozione. D'altronde la società lo ripete da inizio anno: l'unico obiettivo realistico è la salvezza.

    Domenica prossima allora scontro diretto col Milazzo.

    sabato 5 gennaio 2013

    Grazioso fino a un certo punto



    Il sito Forlibasket.it rivela, per penna del suo direttore Riccardo Girardi, che in casa Le Gamberi la situazione economica è grave per non dire sepolcrale. Qui potete leggervi tutto l'articolo zeppo di retroscena e prospettive vergato dal Girardi. Vale la pena. Anche per rendersi conto che se noi stiamo a guardare il capello (rinforzi, sintetico ecc) di là da viale Roma pare abbiano problemi un pelo più sostanziosi. Roba da mezzo milione di euro stando bassi, per capirci. E pare che mentre il Credito di Romagna di Mercadini sia a un passo dall'ingresso, il presidente Grazioso stia preparandosi ad un'uscita morbida - difficile a questo punto - dal basket forlivese. Che continua, nonostante i 4mila e rotti spettatori tra cui il Cap, a barcollare.

    venerdì 4 gennaio 2013

    Vermi al Federale



    Oggi in conf stampa mister Bardi ha raccontato il disagio suo e della truppa come fosse una cosa risaputa. Io non ne avevo mai sentito parlare, invece. A quanto dice il mister il campo d'allenamento del Forlì - oltre al fango perenne - sarebbe invaso da invertebrati molli e striscianti nel sotto e soprasuolo. Il problema non sarebbe poi l'arcinota schizzinosaggine di Casadei, ma il fatto che i suddetti schifosi lombrichi emergendo alla luce cospargerebbero il rettangolo marrone di montagnole zeppe di collosa malta, col risultato di scarpette pesanti quattro chili ciascuna per non parlare di rimbalzi, distorsioni e indurimenti muscolari vari e assortiti.

    Prima anzi poi un campo sintetico per gli allenamenti diventerà necessario. La domanda è: quanto poi?

    "Il mio karaoke biancorosso"



    Ricevo e pubblico, commosso.


    Carissimo Fantini,

    Sono onorato dall'essere stato citato nei tre momenti più emozionanti che hanno caratterizzato questo 2012 che è terminato con la promozione del Forlì in quella che per noi più attempati sarà sempre chiamata la serie C(2).
    Ho sempre pensato di scrivere di questa mia breve ma intensa esperienza nel Forlì, ma fino ad ora non avevo mai trovato ne il tempo ne (ammetto) il pretesto, ma oggi mi fai “un assist” per  raccontarla.
    Quando nell'estate del 2010 fui contattato da Franco Maltoni per chiedere se potessi essere interessato ad affiancare “il mitico Boa” come massaggiatore nella prima squadra della mia città mi sembrava quasi una presa in giro. Poi più passava il tempo ed i contatti si facevano più serrati capii che non si trattava di un sogno.
    La prima cosa che feci fu quella “di dimettermi” da massaggiatore/dirigente della Tre Martiri 1949 in 3^ Categoria che avevo contribuito nel mio piccolo insieme a quello dell'ancora non On. Pini in primis e di altri amici a far continuare a vivere dopo la morte dell'indimenticabile Gino Bertaccini, il cui ricordo cerco di tenere vivo grazie anche al sito.
    Poi inizio l'avventura vera e propria al seguito del Forlì, dove ritrovai Cortesi Giancarlo mio primo allenatore nei pulcini della Sammartinese dove giocai, o meglio riusci ad andare in panchina quando mi andava bene, il mio primo anno insieme a Vanigli Richard.
    E cito doverosamente subito il mister Attilio Bardi, la persona che più mi ha dato dal punto di vista sia umano che sportivo da quando bazzico il mondo del calcio.
    Ricordo il mio esordio in panchina in casa contro il Cesenatico, che nonostante la secca sconfitta, ricordo sempre con estremo piacere avendo visto giocare in ogni modo per i primi 25 minuti il Forlì da “lezione di calcio”.
    Terminata la stagione, sapendo delle ambizioni della Società non credevo sinceramente più nemmeno in una mia riconferma, ed invece eccomi di nuovo lì all'inizio della stagione 2011-2012.
    E' stato bello poter condividere con quello splendido gruppo gioie e dolori, critiche ed elogi, fino ad arrivare a quel fantastico pomeriggio in casa contro il Ravenna.
    Per chi come me fin da bambino è cresciuto con “l'onta di Varese da lavare”, per chi come me ogni volta che uscivano i campionati andava da tifoso a vedere se l'ultima giornata di ritorno era o meno in casa per poter eventualmente festeggiare la promozione tra le mura amiche del Morgagni, per chi come me ha dovuto ascoltare la diretta via radio del ritorno della finale di Coppa Italia (ricordo insieme all'amico, ora anche giornalista Claudio Bulgarelli ) perchè a Forlì non ci si muoveva nemmeno in occasione di un tale forse irripetibile evento, per chi come me ha visto le altre Romagnole surclassarci e batterci quasi regolarmente sui campi da gioco, per chi come me ha sempre tifato SOLO Forlì.
    Ebbene per chi è come me, e credo non siamo in pochi, quella giornata era ed è stata davvero speciale.
    Non sono megalomane, ne presuntuoso, chiunque mi conosce può tranquillamente testimoniarlo, ma al gol di Pezzi, in quella corsa liberatoria prima visibile alla pagina web  a 1 minuto e 33 secondi in poi, mi sono sentito addosso o meglio di correre insieme a tutti quelli che Amano il Forlì e che come me sognavano da sempre quel momento e di poterlo condividere così vicino alla squadra.
    L'abbraccio con Pezzi è poi stato un momento davvero intimo, non solo perchè avevo predetto a Francesco della cosa, ma perchè ritengo di esserli stato sempre vicino nei momenti più difficili di entrambe le stagioni.
    Della festa promozione invece mi piace ricordare su tutto la maglietta con su scritto “GRAZIE GINO ( Bertaccini ) C(i) SONO ANCH'IO” che ero sicuro, visto il meraviglioso gruppo creatosi sotto la guida di Mister Bardi, che avrei indossato per festeggiare la vittoria del campionato,tanto da commissionarla e farla realizzare in data 28/03/2012, conservo ancora la fattura a mo di testimonianza della cosa.
    Tanti altri piccoli aneddoti e curiosità avrei poi da raccontare ma come è giusto che sia certe cose devono rimanere all'interno dello spogliatoio e nel proprio cuore.
    Un grosso “in bocca al lupo” a tutta la società per un futuro sempre più roseo e pieno di soddisfazioni umane e sportive.

    Roberto Brunelli alias Fiorello