domenica 30 giugno 2013
La zappa sui piedi
Nella foto che vedete sopra l'ex capitano del Forlì Marco Sozzi stringe la mano al presidente del Real Dovadola Francesco Schiumarini e all'allenatore Luca Fabbri: accordo raggiunto davanti ad un aperitivo. Marco è evidentemente felice. Ha rifiutato fior di offerte danarose per riservare gli ultimi spiccioli di carriera a quel calcio spensierato e divertente che aveva toccato solo da giovanissimo. In bocca al lupo (stiamo organizzando un'amichevole di addio al Forlì, vi aggiorno appena ho la data).
Però mi chiedo: perché il Forlì continua ad emarginare ragazzi così? Marco e prima di lui ovviamente Kalle sono bandiere che non rinascono ogni due anni. Sono un collante il cui valore è potenzialmente inestimabile in un mondo che del senso di appartenenza trae linfa vitale (biglietti, abbonamenti, magliette: soldi). Se io fossi il Forlì Kalle e poi Marco - cui è stato proposto da Vianello di allenare non so quale squadra di Pulcini - li metterei in cima al pennone. Farei di tutto per tenermeli vicini e non per gratitudine, sia chiaro. A ragazzi così - intelligenti, preparati, capaci di vedere entrambi i lati del rapporto dirigenza-spogliatoio, amati dalla gente a prescindere - succhierei il sangue. Invece il Forlì sembra non veder l'ora di liberarsene. Li lascia andare alla deriva, disinteressato, come fossero un ingombro e non una irripetibile risorsa.
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