venerdì 15 novembre 2013
La storia siamo noi
Sedici giornalisti accreditati da Ferrara, un centinaio di tifosi, Gadda in panchina: sono convinti di poter sbancare il Morgagni. Nel mio piccolo raccolgo l'appello lanciato da Kalle qualche giorno fa e bissato oggi in conf stampa da Rossi. Vi riporto paro paro le sue parole:
"Spero che la gente ci dia una mano, in questo momento chi vuole bene al Forlì può capire che la situazione non è semplice. Se serve chiudere un occhio bisogna farlo. La squadra è giovane e quello che succede all'esterno ha un peso. E' il momento del sostegno, criticare acuisce le difficoltà. E' come darsi la zappa sui piedi, al di là delle motivazioni che possono essere valide".
Sono d'accordo con lui e chiedo ufficialmente (anche se non so a quale titolo) che domani il Morgagni sia una cosa sola con la squadra. Lo so che ognuno di noi ha molti motivi per fischiare, arrabbiarsi, criticare questo e pure quello, ricordare quando quel dirigente tifava contro il Forlì, rimpiangere Bardi. Lo so, capisco. Ci sarà tempo per farlo se le cose a fine campionato saranno andate male. Ma non è adesso, quel tempo. Non è oggi. Qui ragazzi c'è un'occasione che non tornerà più. Mai più: arrivare ottavi e andare in Prima Divisione. Giocare contro chi retrocede dalla B, contro giocatori veri, grandi giocatori, grande spettacolo, roba che abbiamo sognato tutti, molti di voi più di me, per decenni. E questo Forlì è maledettamente giovane. Sentirà subito, domani, se lo stadio gli è ostile o se invece ha deciso di chiudere un occhio e buttare avanti il cuore. I ragazzi lo capiranno subito e sentire il pubblico vicino li caricherebbe moltissimo. Lo so, li conosco. Sarebbe lo stesso se in campo andaste voi, pensateci un attimo. Immaginatevi di essere dentro una crisi così, entrare in campo e sentire applausi. Cori di incitamento. Calore. Che reazione avreste? Il triplo della forza, il quadruplo della voglia. E' così.
Mai come domani, mai ne sono convinto, dobbiamo tutti mettere il cuore davanti alla testa. Lo chiedo a Claudio e Toso, a Carlo, a Massimo, ai ragazzi della gradinata, ad Alex, a Max, a Fausto, a tutti quelli che avranno la tentazione di mandare a quel paese Senese al primo stop sbagliato o fischiare Bernacci quando comincerà a a scaldarsi. Non fatelo. Stiamo uniti. Stiamo uniti. Non ve lo chiederò più, promesso. Ma oggi sì. Fatemi venire i brividi domani, e spacchiamo la Spal tutti assieme.
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