domenica 28 aprile 2013
Bruttaria
The end. L'uomo del destino è Marco Bernacci: a gennaio il Forlì pensò di prenderlo ma l'ingaggio richiesto dal ragazzone convinse la dirigenza a lasciar perdere. Oggi ha castigato i biancorossi col gol del definitivo 2-1. Male il Forlì. L'esperimento di Evangelisti alto è durato poco più di un tempo, abbastanza per capire che proprio quella posizione non la digerisce. Dopo il pari di Buonaventura il Forlì aveva la gara in mano: soprattutto a inizio ripresa il Bellaria attaccava lasciando praterie alle ripartenze. In un caso ha sbagliato Petrascu, poi è arrivato il rigore che ha tagliato le gambe. Questa la partita.
Ho letto nel post precedente che mi chiedete come mai il Forlì abbia mollato così clamorosamente nel girone di ritorno. Risposta: non ha mollato. Nell'andata ha fatto 27 punti, nel ritorno 21. Se nelle prossime due copia i risultati dell'andata chiude a 25, eguagliando più o meno la prima parte di stagione. Il Forlì non è crollato, il Forlì è questo. Se la dirigenza avesse voluto/potuto puntare ai playoff avrebbe messo mano al portafogli durante il mercato di gennaio, quando i biancorossi erano ancora più in alto in classifica. Non l'ha fatto accontentandosi della salvezza e mandando così un segnale chiarissimo all'ambiente spogliatoio compreso. I campionati non si vincono "mordendo", si vincono (quasi sempre) con i giocatori migliori.
Detto altrimenti: questo è il massimo che può fare questo Forlì, in campo e fuori. Siamo alla pari del Bellaria, non più forti, solo che loro a fine partita hanno festeggiato come dei matti per la salvezza mentre noi siamo usciti come avessimo preso una manita dalla Panighina.
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