Carissimo Kalle, prendo spunto per questo primo appuntamento
con te dal divertente episodio accaduto a Genova prima del derby: l’allenatore
dei portieri della Primavera genoana, Luca De Prà, è stato ‘beccato’ in tuta
mimetica a spiare l’allenamento della Samp. Il ‘Rambo’ genoano mi ha fatto
tornare in mente l’espressione che assume il viso di Bardi ogni volta che, al
venerdì in conferenza stampa, noi giornalisti gli chiediamo cosa sa dell’avversario.
Un mugugno, le labbra in picchiata verso il basso, un nome abbozzato senza troppa sicurezza. A Bardi – l’ha
ammesso lui stesso in più occasioni – non interessa troppo studiare l’avversario
perché, dice, il suo Forlì giocherà sempre e comunque per imporre il proprio
gioco sviluppato attraverso l’arcinoto 3-4-3.
Tu che ne pensi?
Ciao Riccardo e un saluto caro a tutti i tifosi biancorossi.
Mentre cerco di riunire i pensieri ed ordinare una risposta alla tua domanda,sorrido nel pensare all'espressione del viso di Attilio quando tocchi certi argomenti...
Nonostante abbia condiviso insieme a lui solamente un paio di stagioni ci lega un rapporto di amicizia che mi permette di scherzare spesso su questi argomenti.
Premesso che ognuno è libero di vedere il calcio alla propria maniera io credo che Attilio sia nella sostanza un grande allenatore.
I moduli sono importanti è vero,ma solamente se condivisi ed interpretati nella giusta maniera.L'interpretazione dell'impostazione tattica è ,a mio modo di vedere,la cosa più importante che deve trasmettere un allenatore.
Credo che i sistemi di gioco basati sulla copertura ed attacco delle zone di campo(più banalmente il gioco a zona) comporti sostanzialmente movimenti più o meno simili ai giocatori in campo a prescindere dal modulo.E' la cultura calcistica del gioco a zona che diversifica le squadre forti e complete da quelle meno.Cioè il grado di cultura di ogni giocatore nel sapersi districare dalle difficoltà del match ,dal sapere quando lasciare l'insegnamento didattico e scolastico e portare quest'ultimo a livelli più complicati durante le varie situazioni che ti capitano in campo e metterlo a disposizione della squadra.
Una volta assodato questo diventa importante anche il modulo di gioco che,se dovessi allenare io,stabilirei in fase di allestimento squadra in base alle mie convinzioni(credo quello che fanno sempre Cangio e Attila in sede di mercato).Certamente il 3-4-3 è un modulo che ha necessità di interpreti più completi rispetto ,ad esempio,ad un 4-4-2....agli esterni bassi si richiede qualità aerobica e capacità tecnica ANCHE a livello offensivo...etc...
Ecco io credo che Attilio elevi ,durante l'annata e tramite il suo lavoro, il grado di cultura calcistica dei giocatori che ha a disposizione.
Questo comporta una buona organizzazione di gioco che a sua volta si tramuta in sicurezza e voglia di fare bene il proprio compito senza guardare troppo in casa d'altri.
Poi non crediate che non si sappia proprio nulla degli altri.....ovviamente se tra gli avversari c'è qualche giocatore particolarmente pericoloso o bravo le caratteristiche vengono esaminate anche da Attilio ed il suo staff.A lui piace certamente dire che non si interessa della squadra avversaria ma state certi che sa quello che deve sapere(anche perchè dispone di uno staff assolutamente all'altezza) e cerca di preparare tutti al meglio,rimanendo però fedele al proprio modo di vedere ed interpretare la partita.
Per quanto riguardo lo"spionaggio" credo sia utile ormai solamente per ciò che concerne il cercare di sapere se gli avversari stanno preparando qualcosa di particolare sulle palle inattive.Cioè esattamente quelle situazioni dove la cultura calcistica di cui parlavo conta meno e ti puoi far prender impreparato.
Spero di aver minimamente soddisfatto la richiesta in attesa di ulteriori approfondimenti,vi abbraccio.
Solo Forlì!
Kalle