sabato 28 febbraio 2015

Niente paura



Lo zero a zero sta bene al Forlì, che muove la classifica in un momento davvero complicato visto l'andazzo e gli infortuni. La prossima sarà una sfida salvezza fondamentale, sabato alle 17 al 'Morgagni' contro il Tuttocuoio. Tifosi del Forlì, è ora di esserci e diventare un fattore.

Per ora bisogna accontentarsi del brodino marchigiano: ho visto solo il primo tempo, equilibrato e sostanzioso. E' mancata la brillantezza di qualche 'vecchio' (Catacchini non mi sembra nel suo periodo migliore, Hamlili in regia è fuori ruolo) mentre i ragazzi hanno dato tutto, in particolare a me è piaciuto Casini che nonostante la qualità appena sufficiente dimostra sempre voglia di incidere, corsa e personalità. Non avendo potuto seguire il secondo tempo faccio fatica ad andare oltre.

Forte è Forte, il Forlì chissà



Il delicatissimo pomeriggio biancorosso si apre con la doppietta di Forte, che in 35 minuti spacca Lucchese-L'Aquila (anche Djuric titolare) e arriva a quota 7 come Melandri in classifica marcatori.

Fra meno di quaranta minuti tocca al Forlì e ai suoi attaccanti. Ancora non so la formazione ma gli assenti (Reato, Jidayi, Pettarin, Leo e Tom, Capellini, Fantoni e mezzo Cejas) sono tantissimi: possibile Pastore mezz'ala.

3' Melandri anticipa Lori con un pallonetto col mancino, alto alto alto

9' si sveglia Tulli a sinistra, tunnel a Catacchini e cross nella terra di nessuno


martedì 24 febbraio 2015

Pausa


Per una sera, questa, il Forlì, Vanigli e Pastore non saranno al centro dei miei pensieri. Domani sul Carlino intervista a Kalle che consiglio a tutti di leggere, poi ne parliamo.

Addio.

lunedì 23 febbraio 2015

Richard sei tutti noi



Avanti con Vanigli. Giusto. Non è Richard il problema, anche se ci aspettavamo tutti qualcosa in più e questo è naturale e lo sa anche lui. Il Forlì non cambia allenatore (in queste ore si è vociferato del solito abboccamento al solito Gadda, credo siano solo voci) consapevole che i problemi non stanno in panchina, come non erano lì il 4 novembre 2013 e neppure il 27 dicembre 2014. Tra infortuni e mercato di gennaio la rosa è stata oggettivamente indebolita: scambiate Guidi, Forte e Djuric con i futuribili Pastore, Rosafio e Gliozzi oltre a Morga? Io no. I difensori centrali poi cambiano di continuo e sono tutti mezzi rotti, domenica a Pistoia la linea mediana è stata per 70 minuti composta da Hamlili, Casini e Fantoni: difficile chiedere più di un arrembaggio scomposto e assillante. Questi siamo, lottare dobbiamo.

domenica 22 febbraio 2015

Pistoiese-Forlì, vietato sbagliare



Drudi non recupera, in campo dal primo minuto (credo con infiltrazione) il Cammellu che è anche capitano. Il resto della squadra è confermato: gioca Castellani, in panchina Pettarin, Morga e Gliozzi. Formazioni speculari: 4-3-1-2, nella Pistoiese assente dell'ultima ora il centrocampista Mungo.

Fuori Tom dopo 13 minuti, dentro Turi. Andrà Fantoni mezz'ala.

20' Scotti ipnotizza Matteo Ricci, che solo soletto a due passi dalla porta calcia di piatto proprio dove allunga il piedone l'ex portiere del Rimini.

22' Docente! Palla geniale di Castellani che libera l'Emilio davanti al portiere arancione, colpo secco che supera Ricci e porta in vantaggio il Forlì: 0-1.

giovedì 19 febbraio 2015

Si balla?



Out Melandri, mister Vanigli sembra intenzionato a schierare dal primo minuto Stefano Castellani. Concordo. Il ragazzo (2 gol entrambi inutili in 12 presenze da titolare, ultimamente panchinaro) secondo me ha grosse potenzialità inespresse, ma non chiedetemi perché. Dicono abbia un carattere introverso, sono tutti convinti che basterebbe una scintilla per accendere il suo campionato fin qui deludente.

In panchina Gliozzi ma il ragazzo ha impressionato lo staff. Giocherà nel secondo tempo. E speriamo che spacchi il palco.

10 cose che non sopporto



1- I professionisti che si lamentano per le pagelle
2- I professionisti che si lamentano per le pagelle
3- I professionisti che si lamentano per le pagelle
4- I professionisti che si lamentano per le pagelle
5- I professionisti che si lamentano per le pagelle
6- I professionisti che si lamentano per le pagelle
7- I professionisti che si lamentano per le pagelle
8- I professionisti che si lamentano per le pagelle
9- I professionisti che si lamentano per le pagelle
10- I professionisti che mi dicono cosa dovrei fare se voglio bene al Forlì.

Con affetto e stima, però basta.

mercoledì 18 febbraio 2015

IL problema




Continua ad essere il medesimo dalla rifondazione del Forlì e ne ha parlato ieri sera a Sky Football Night anche il mio conduttore tv preferito, se cliccate sull'immagine sopra lo vedete.

Per fortuna che Stefano Fabbri lo ha capito da tempo e si sta muovendo nella direzione giusta, con un entusiasmo imprevedibile e coraggioso: oggi ad esempio trovate spiegata sul Carlino la questione dell'accordo in via di definizione tra Comune e Forlì per la gestione per 15 anni di Morgagni, antistadio uno e zone limitrofe bar compreso. Ci saranno in estate grossi lavori straordinari (a carico Comune, finalmente disponibile e grazie alla fisicata e operativissima assessore Samorì) e ordinari (Forlì) che in definitiva metteranno a disposizione della società biancorossa un impianto più moderno e confortevole oltre ad alcune fonti di introiti nuove rispetto al passato, su tutti i campi in erba sintetica da affittare ai privati.

domenica 15 febbraio 2015

Il Forlì è in zona playout



Ditemi voi se sbaglio ma credo sia la prima volta da inizio campionato che il Forlì - zero vittorie nel ritorno, 3 punti nelle ultime 6 giornate - è in zona playout. Colpa anche dell'inaspettata vittoria odierna del Prato sull'Ascoli: inaspettata fino ad un certo punto perché i toscani non sono mica male, oggi per dire è stato decisivo Bocalon che come vari altri compagni è in prestito dall'Inter. L'ultimo posto, l'unico che costa la retrocessione diretta, è ancora a distanza di sicurezza (9) ma anche in questo caso le notizie non sono rassicuranti perché il San Marino è vivo e ha vinto raggiungendo a quota 19 la Pro Piacenza, sconfitta di misura a Pisa. E' ora di cominciare a seguire il cammino delle altre.

Ulteriore tegolina, domenica prossima a Pistoia mancherà il Micio che in settimana sarà appiedato dal giudice sportivo per somma di ammonizioni. Il fatto è che davanti siamo pericolosi meno del giusto: Docente ha segnato 2 gol negli ultimi 19 turni, Castellani uno in tutto il campionato così come Rosafio che alterna belle giocate a lunghissime, giovanilissime e preoccupanti pause. Poi c'è Morga, la cui impercettibile media gol degli ultimi mesi per non dire anni alimenta parecchi e giustificati dubbi sul suo ingaggio. E Gliozzi? Magari a Pistoia sarà già titolare. Contiamo molto sul ragazzo prestatoci dal Sassuolo: avessimo uno Zazino in casa saremmo a cavallo.

sabato 14 febbraio 2015

Max salvaci tu



Non bene il Forlì, anzi direi male. Gol rabbioso dell'Emilio a fine primo tempo, di sinistro con vaffanculo a chi lo aveva appena preso di mira dalla tribuna, poi i biancorossi hanno avuto il demerito di non chiuderla nelle tante occasioni (soprattutto potenziali) in contropiede e a metà secondo tempo il Grosseto l'ha pareggiata nel modo più stupido, con un colpo di testa di Fofana nell'area piccola su calcio piazzato. Così fa male. 

Per favore non tiriamo in ballo l'arbitro. Non è questione di cultura sportiva ma di onestà: magari c'era uno dei due rigori chiesti dal Forlì (ho dei dubbi, rivedremo le immagini) ma credo fosse anche piuttosto netta l'espulsione di Drudi su Fofana lanciato a rete, e Docente ha frantumato il naso di un difensore toscano con la solita, ormai è un classico, gomitata. Niente alibi quindi, please: il pareggio è giusto. Sui singoli: Scotti poteva uscire sul gol del pari? Da rivedere. Male Hamlili regista, Casini ha corso, Tom giù rispetto al suo standard, Emilio poco a parte il gol, Rosafio inconcludente e direi leggerino in un ruolo delicato, che toglie molto alla squadra avendo come alternativa, per dire, uno da corsa e forte fisicamente come Castellani. 

Cosa manca al Forlì? Soprattutto il centrocampo. I problemi grossi secondo me stanno lì. Non c'è ordine, non ci sono i tempi giusti, mancano le geometrie. Abbiamo tante mezze ali di rottura ma un solo regista, Cejas, che oggi era in panchina e presto, prestissimo riprenderà il suo posto. Nessuno di noi in passato gli ha risparmiato critiche ma ho l'impressione che in questa squadra, arruffona e timida, la sua presenza lì nel cuore del gioco sposti parecchi equilibri, tattici e psicologici. 

E ora che probabilmente finiremo in zona playout ci aspettano due trasferte: 6 punti in 12 gare finora lontano dal Morgagni. Stiamoci vicini. 

venerdì 13 febbraio 2015

Evviva gli innamorati (del Forlì)


Ancora out Pastore, Cejas e Gliozzi convocati per la panchina. Attendo con scintille emotive degne della ricorrenza sanvalentinesca di vedere Rosafio dietro a Emi+Micio.

mercoledì 11 febbraio 2015

Essere Richard Vanigli



Non è facile di questi tempi stare nei suoi panni. Non perché siano particolarmente scomodi: c'è sempre chi si sveglia alle 6 del mattino per andare a lavorare all'Electrolux, o chi come me viene svegliato di notte per un incidente grave. Ma Richard non è mai stato, mi pare, uno che sappia godere molto del presente professionale. Mi sembra piuttosto un uomo che fuori e dentro di sé tende sempre a cercare il difetto per migliorarsi. Un insoddisfatto cronico, il ché nel calcio può anche essere un vantaggio, a patto di saperla gestire.

Il calciatore Vanigli era un difensore da squadre minori in serie A, da fascia di capitano in B. Non un fenomeno ma neanche uno di quei sedicenti marcatori che si vedono oggi e stanno a tre metri dall'attaccante oppure beccano a una finta di Zaza che se la porta sul sinistro (ma dai?). Vanigli studiava moltissimo prima delle partite. Studiava i movimenti della squadra avversaria e quelli dell'attaccante che avrebbe dovuto marcare. Preparava ogni dettaglio e questo gli dava spesso un vantaggio da sfruttare in partita, quando un tackle sembra istintivo e una corsa all'indietro timorosa. No, Richard sapeva prima quale scelta avrebbero fatto in ogni situazione Trezeguet e Inzaghi, Totti o Adriano. Questa dedizione scrupolosissima al proprio mestiere ne ha fatto, insieme e forse più di tecnica e forza - un difensore da 53 presenze in serie A. E poi, di conseguenza, un allenatore.

Con Bardi il rapporto era molto amichevole, anche perché Vanigli aveva smesso di giocare proprio con Attila in panchina, ed era stato proprio Attila a guidarlo nei primi passi da vice nell'estate del 2011. In quei due anni e spiccioli a fianco di mister 3-4-3, Vanigli ha imparato molto di quanto si porta oggi nel bagaglio. Ha introiettato le convinzioni tattiche di Bardi, scorgendone però anche i limiti caratteriali nella gestione dello spogliatoio. Vanigli preparava negli allenamenti la fase difensiva del Forlì, che non era un compito facile considerando la natura offensiva che in ogni partita pretendeva l'allenatore di San Piero in Bagno. Richard ha vissuto con fastidio le critiche pesanti e spesso assurde che qualche socio rivolgeva a Bardi. Ha capito come muoversi nel sottobosco biancorosso. E nel momento del distacco ha preso l'unica decisione possibile. Stringere i pugni e restare. Anche se il Forlì aveva deciso - per me sorprendentemente - di non passare a lui il testimone.

L'esonero di Bardi nel novembre 2013 è stato traumatico ma chi si aspettava (me compreso) che Richard avrebbe mollato la posizione aveva preso una cantonata. Vanigli ormai aveva deciso che avrebbe fatto l'allenatore. I sentimenti, il rispetto, perfino l'amicizia erano un'altra cosa. Stavano da un'altra parte, forse giustamente. Con Rossi alla guida del Forlì Vanigli ha vissuto un'altra fase del proprio apprendistato. Legandosi perfino umanamente al suo secondo 'mentore', uno scrupoloso almeno quanto lui, tanto da dire nel giorno della sua presentazione come primo allenatore che l'esonero di Rossi era stato 'ingiusto e incomprensibile'. Avete mai sentito dire una cosa del genere da uno che è appena arrivato là dove sognava di arrivare? Io no.

Ma non era finto, Richard. Lo pensava davvero. E diede quel giorno un primo assaggio di quello che avrebbe voluto essere in panchina. Uno tosto. Che dice le cose in faccia. Non il ragazzo che fuori dal campo in molti descrivono timido o addirittura insicuro, tanto da far dubitare a lungo i soci sulla opportunità di affidargli la prima squadra. Il Vanigli allenatore voleva essere diverso. E per un po' c'è riuscito.

Poi sono arrivate le sconfitte. Qualche brutta partita. Accenni di critiche. Cavolate scritte sui giornali da gente come me, che il calcio lo segue alla tv o da dietro una porta la domenica. Fantoni deve giocare di qua, Hamlili è meglio spostarlo di là. Il problema è che Richard è innanzitutto una persona molto sensibile. E non ha un bagaglio di esperienza da allenatore alle spalle, non può pensare 'questa cosa l'ho già vista, finirà così', non ha ancora provato tante volte il sapore della rivincita da sapere che lavorando duro prima o poi arriva. Ed è piacevolissima.

A me sembra che in queste ultime settimane Richard, a forza di studiare schemi e avversari, abbia smarrito qualche certezza, vera o apparente che fosse. E debba ritrovare quell'empatia, direbbe Mourinho, che ogni allenatore tranne Pioli e Rossi deve avere con la squadra e l'ambiente circostante. Si è curato troppo dell'opinione altrui dimenticando che l'unico che ne capisce davvero di pallone, lì dentro e anche qui fuori, è lui. Che abbiamo tutti quanti fiducia nelle sue capacità perché noi siamo quelli che parlano sempre dopo, il lunedì. Siamo quelli che giudicano la partita dal risultato per quanto esso sia figlio di situazioni casuali. E siamo soprattutto, tutti quanti (mi auguro), suoi tifosi. Ma davvero.

lunedì 9 febbraio 2015

Sempre diversi



Ogni colore rappresenta un pacchetto centrale. Vi aiuto, sono 13 (in 24 partite). Il giocatore più utilizzato finora è stato Drudi (1.791), il meno Reato (129). Il casino è cominciato subito perché nelle prime 4 giornate Rossi schierò 4 difese diverse (Vanigli è a 4 in 6). Solo cinque volte la coppia o terzetto davanti a Scotti è stata schierata due partite di fila con lo stesso assetto. Tre mai. Sabato hanno giocato Fantini e Arrigoni: il primo credo sia andato in squalifica, il secondo ha commesso la leggerezza costata il gol della Carrarese. Col Grosseto rientrerà Drudi, che è più a suo agio nella difesa a tre, non credo Jidayi.

A me sembra che dietro siamo nel caos. Mentre qualunque squadra equilibrata comincia da una coppia o terzetto che dia sicurezza davanti al portiere. Chi meglio di Richard, difensore abituato a tallonare Inzaghi e Kakà, può dare un'avvitata al pacchetto? E' ora.

domenica 8 febbraio 2015

C'è Kalle per te - In difesa della difesa



Nerazzurrissimo Kalle,
aspettando con fiducia la mattanza dei palermitani vorrei sottoporti qualche considerazione a proposito del galletto nostro, reduce dal buon pareggio di Carrara. A me è sembrato che Richard abbia finalmente trovato la quadra dalla metacampo in su, ovvero Rosafio, bravissimo sulla trequarti, dietro ai due attaccanti Melandri-Docente. Da questo terzetto, infortuni e squalifiche permettendo, il Forlì non dovrà più prescindere. Il centrocampo invece è ancora un cantiere che solo il rientro di Cejas, sabato prossimo dalla panchina, porterà probabilmente a compimento. Dietro invece sorgono problemi grossi,  che fanno dei giri immensi e poi ritornano: da Rossi a Vanigli, il Forlì in 24 partite di campionato non ha ancora trovato una coppia di difensori centrali affidabile. Secondo me Guidi era il più forte di tutti, ma un po' per sfortuna e un po' per lo scaricabarile dovuto alle frizioni di Rossi e della dirigenza con Menegatti, che l'aveva voluto, è stato sbolognato all'Arezzo. Ora restano Drudi, elegante ma talvolta distratto e sicuramente più adatto alla difesa a tre, Fantini che se avesse tanta tecnica quanto cuore giocherebbe al Bernabeu, Jidayi perennemente acciaccato e infine Leo, il mio preferito tuttavia ancora vittima di della sindrome di Peter Pan. Secondo te, che vanti una certa e da noi rimpianta esperienza in materia, qual è la coppia più sicura sulla quale dovrebbe puntare con decisione il nostro allenatore e tuo concittadino?
In attesa delle consuete illuminazioni, ti saluto e ti abbraccio come farebbe capitan Ranocchia con Juan Jesus.


Ciao ragazzi,

questo è stato un post a "tradimento" visto che non sono stato avvertito della pubblicazione... L'ho visto solo ieri sera e quindi stamattina sono costretto a rispondere velocemente per impegni di lavoro.
Guidi era il difensore più esperto e solido che avevamo in rosa e, dal punto di vista tecnico, andava tenuto. Poi le scelte vengono fatte valutando anche altri fattori.
Detto ciò sono convinto che coloro che sono rimasti siano per caratteristiche all'altezza del loro compito.  Arrigoni, Fantini, Drudi e Jiday sono complementari a livello tecnico.
Chi forte tecnicamente, chi forte fisicamente e chi, come Arrigoni, un mix di qualità che, se finalmente sostenute da una continuità ancora non acquisita, esploderanno certamente.

Il difetto credo stia nella valutazione del fatto che tre su quattro non hanno ancora grande esperienza della categoria, un altro dei motivi per il quale Guidi andava tenuto.E forse manca anche un leader.

La coppia migliore? Difficile dirlo perchè si sono alternati molto, causa di forza maggiore, e con alterni risultati. Ricordo a tutti che, che al di la degli errori personali, la fase difensiva di una squadra dipende necessariamente da tutti gli undici in campo. Mi vien da dire che ultimamente non siano stati neanche troppo aiutati da tutti gli stravolgimenti avvenuti; cambio di allenatore, infortuni, squalifiche, cambio di modulo. 
In ogni caso se vuoi una personale preferenza a parità di livello di forma io metterei Arrigoni + 1. Sarei anche stato curioso di capire se Drudi a livello atletico avrebbe potuto giocare davanti alla difesa visto che a livello tecnico è, a mio parere, di categoria superiore.

In conclusione, per esperienza, sono convinto che gli uomini che giocano dietro possano essere aiutati anche da una stabilità di atteggiamento tattico ancora da trovare, non parlo solo di modulo, ma di interpretazione dello stesso. A me sembra sia questo che ancora  manchi al Forlì.
Esempio tanto per spiegarmi: se vuoi giocare alto con pressing offensivo, e tutto ciò che ne comporta, perchè pensi di avere uomini davanti bravi a crearti spazi o a ricercarli anche in uno spazio ridotto (quindi gente con cultura calcistica) magari Enrico Fantini per caratteristiche può andare più in difficoltà, lo stesso è forse il migliore di tutti nel saper difendere più basso.

Sapere dove dobbiamo arrivare lo sappiamo, è necessario decidere come ci si vuole arrivare... poi le scelte sugli interpreti sono una conseguenza.
E lasciamo lavorare Richard con tranquillità per cortesia che la bacchetta magica nessuno la possiede.

Forza Forlì!!

Kalle

sabato 7 febbraio 2015

I marmi di Carrara


Rosafio a supporto di Mela-Emilio. A sinistra gioca Fantoni, in mezzo Casini con Hamlili e Tom. Daje ragazzi.

Al 19' gol annullato a Leo, che inzucca in tuffo una magnifica punizione di Fantoni dalla sinistra. Molti dubbi al replay, di sicuro non c'è fallo.

Traversa di Rosafio al tramonto del primo tempo e poco prima quasi gollasso del Micio, ma anche la Carrarese ne ha avute più d'una per andare in vantaggio. Siamo al 54', sempre 0-0.

Uscita palla al piede di Fantini che sembrava Bonucci. A questo momento della partita di solito Catacchini comincia ad alzare i giri del motore.

Carrarese in vantaggio al 58': dormita di Leo che regala palla al limite, transizione per Galli che calcia dai 20 metri e grazie ad una fortunosa deviazione insacca il palombellone.

60' reazione affidata al sinistro di Rosafio, che dalla sua mattonella calcia teso e a giro ma alto. Fantini ammonito, salta Grosseto.

Miciooo! Segna il 7° gol in campionato (assist baggesco di Rosafio) e va a rincuorare Leo. Grandissimo. 1-1 e ora Castellani per uno spentino Docente.

Rosafio in cattedra. Sulla trequarti il ragazzo fa male.

67' adesso bisogna provare a vincerla.

73' Pettarin per uno stanchissimo Tom.

80' meglio la Carrarese ora, castagna di Castagnetti a lato il giusto.

84' quinto angolo per i toscani. Loro fanno la partita, noi in contropiede.

85' due occasioni in un minuto per la Carrarese, prima Di Nardo al volo e poi Cellini da fuori area. Ci va bene.

89' sembriamo non averne più. Entra Turi, esce Casini.

93' destro di Hamlili in contropiede, niente.

Finisce qui 1-1, il Forlì sale a 27 punti. Vediamo domani le altre, nel complesso direi gara equilibrata come quella di andata. Mi è piaciuto Rosafio che è molto bravo palla al piede ma ancora pigro nel resto. E' mancato Docente e sono mancate le gambe dopo il pareggio di Melandri.

venerdì 6 febbraio 2015

"Spioviggina"


Me lo disse una volta, in terza media, una ragazza con cui mi ero fidanzato in gita. Tornati da non ricordo dove, tentai ogni approccio possibile pur di vederla nel pomeriggio dopo la scuola e consumare così l'unico contatto immaginabile, per me, a quell'età: il bacio. Ma non ci fu verso: 'Dentista' fu una scusa, 'Spioviggina' l'altra che Lara, si chiamava così, spese più di una volta per liberarsi dalle mie morbose attenzioni preadolescenziali. E voi, come avete vissuto l'inatteso allagamento odierno in città? Io ho sfasciato un pezzo della macchina lungo via Due Ponti, il ché mi ha impedito stamattina di partecipare alla conferenza stampa di Vanigli.

Da quel che gentilmente mi ha riportato Gavino, il mister non ha detto nulla di nuovo. Nella città dei marmi serviranno carattere e unità d'intenti, sarà una partita difficile etc etc. Nella Carrarese - due sole vittorie in casa, è la squadra che pareggia di più (14) e ha un'ottima coppia di attaccanti - manca il trequartista ergo mister Remondina opterà, pare, per un 4-4-2. Il Forlì è quello che sappiamo. E speriamo basti altrimenti si farebbe davvero dura, e anche complicata. Soprattutto per Richard.

giovedì 5 febbraio 2015

Ruggisci, Leo


Stagione pece per Jidayi, che salterà per un ematoma che non si riassorbe Carrarese e anche Grosseto. La contemporanea squalifica di Drudi riaprirà le porte della squadra titolare a Leonardo Arrigoni, che finora ha giocato pochino: 747 minuti in campo, 9 volte titolare, due volte espulso (Grosseto e Prato).
Eppure il ragazzo, 22 anni e altrettanti infortuni alle spalle, vale abbondantemente la Lega Pro per tecnica, fisico e testa. Sarà la volta che diventa il re della foresta?

Il Forlì è una squadra organica?



Tra le tante cose dette ieri dal Micio in conferenza stampa, e volendo uscire dalla dicotomia leader-mercenario entro la quale rischiamo di perderci tutti quanti, mi ha colpito molto la spiegazione che ha dato Daniele della crisetta, di spirito e di gioco, attraversata dal Forlì nelle ultime due partite  (Teramo e Santarcangelo). Melandri ha detto, testuale, che i giocatori del Forlì si sono 'aiutati meno' del solito e che i reparti erano 'poco coesi' tra loro. Mi è venuto in mente il passaggio di un libro che sto leggendo in questi giorni, una raccolta di saggi sul calcio che si intitola 'La partita di pallone' (ed. Sellerio) e comincia con un pezzo bellissimo dello scrittore serbo, naturalizzato svizzero,  Vladimir Dimitrijevic, intitolato 'Il re calcio'.

(...) Ci sono squadre meccaniche, disciplinate, e ci sono squadre organiche, come il corpo umano. In queste ultime, tutto è naturale, come la quiete degli organi che chiamiamo salute. Camminando per strada, non ci curiamo del fatto che in quel preciso istante il nostro cuore pompa sangue, i muscoli si contraggono, i polmoni si dilatano. Allo stesso modo non si può costruire una squadra se non mediante una profonda capacità di compenetrazione tra l'allenatore - colui che vede la squadra, la valorizza - e, naturalmente, le individualità che la compongono. 
Ci sono direttori d'orchestra dotati di tale capacità. Io che non sono un esperto in materia di musica, constato osservando Furtwangler che egli è la somma di tutti i suoi musicisti, di tutti i loro strumenti e del messaggio che gli giunge dalla sottile alchimia della decifrazione di ciò che gli ha trasmesso un compositore per lo più già morto; che egli è l'allenatore (il significato della parola non è molto adatto), il coach (termine altrettanto improprio) che ha assorbito tutta la squadra e tutte le caratteristiche - qualità e difetti - dei suoi giocatori. 
Le grandi squadre, soprattutto quelle che menzionerò, sono fatte di amici, di compagni d'infanzia, di figli di una determinata epoca, di una classe sociale o di una nazione. L'amicizia e l'infanzia hanno un ruolo fondamentale. La squadra è un sogno, la squadra è una fede. E' come l'equipaggio di un aereo da combattimento: ognuno deve assolvere il proprio compito per la sopravvivenza di tutti, per segnare il gol evitando di incassarne. 

Probabilmente è su questo aspetto, più che sul piede invertito di Fantoni (Andrea hai ragione, non lo scriverò più neppure io) che deve lavorare Vanigli per riportare la squadra, al momento tutt'altro che organica, in carreggiata.

martedì 3 febbraio 2015

Il mercato è finito


Oggi conferenza stampa nella quale la dirigenza biancorossa spiegherà le mosse di mercato. In conclusione sono partiti Djuric, Forte e Guidi a fronte degli arrivi di Pastore, Rosafio. Morga e Gliozzi. Melandri alla fine è rimasto. Il Forlì ha operato senza denaro a disposizione.

La mia domanda è facile: Cejas torna presto? Se sì, bene. Se no, non serviva con urgenza un regista? Dato il terzetto titolare Hamlili-Tom-Casini siamo sprovvisti del volante. Se invece gioca il Pettarin visto finora, siamo ugualmente sprovvisti del volante.

lunedì 2 febbraio 2015

Bomberino, preso


E sembra buonissimo, anche se guadagna poco.

Sbarco a Milano



Il futuro del Micio, e forse anche del Forlì, si decide oggi a Milano. Nella città del calciomercato (chiusura trattative ore 23) sono accorsi il diesse della Spal Davide Vagnati che proverà il colpo Micio fino all'ultimo minuto, il procuratore dell'attaccante Giovanni Magnani che vorrebbe accontentare lui e il quindi anche il proprio assistito, il Dg del Forlì Lorenzo Pedroni insieme, credo, al Dt Daniele Arrigoni: l'interesse della società biancorossa è variabile. Il Forlì potrebbe anche decidere di lasciar partire Melandri, in caso di offerta in denaro dalla Spal, e investire il ricavato in un altro giocatore.

La mossa giusta giusta, oggi, non c'è. Di sicuro però buona parte dei destini biancorossi in questa stagione dipendono da quest'ultima mossa.