In tutta questa vicenda chi ne esce meglio, a mio parere, sono Rossi e soprattutto Fabbri. Del primo sapete: non l'avrei confermato a giugno ma ha dimostrato una forza umana enorme, ha retto la pressione di una piazza e mezza società diesse compreso che gli remavano contro, portando il Forlì in zona salvezza nonostante tutto questo oltre a topiche arbitrali innominabili e infortuni a catena. Merita davvero tanta stima.
Fabbri mi ha stupito ancora di più. Dopo neanche due mesi dall'insediamento alla guida del Forlì il nuovo presidente - probabilmente senza conoscere del tutto l'indole dei propri compagni di viaggio - ha scoperchiato il pentolone nel tentativo, coraggiosissimo, di restituire serenità e governabilità ad un ambiente destinato altrimenti ad implodere, nel breve, su sé stesso. La rivoluzione di Fabbri non è giunta a completo compimento perché il numero uno di Venturelli non ha la forza economica per fare a meno di troppe persone tra soci e dirigenti. Non può permetterselo oggi e non potrà permetterselo neppure domani. Ma ci ha messo la faccia, ha combattuto senza paura la sua battaglia e ha dimostrato di volere sopra a tutto e più di tutti il bene del Forlì. Avanti così. Verranno tempi migliori e più sereni. Probabilmente, temo io, non nel calcio professionistico.