mercoledì 7 agosto 2013
Il Pardo d'Oro
Scoperto due giorni fa che il premio più ambito al noto festival internazionale del film di Locarno è il Pardo d'Oro. Con tutte le mie forze sto cercando di trattenermi dall'irresistibile tentazione di istituirlo seduta stante anche a Forlì.
L'idea sarebbe - in onore all'uomo cui il premio è ovviamente intitolato, maestro del Forlì (è lui, con Kalle, che mi ha fatto perdere la trebisonda per il Galletto) ma anche e forse soprattutto del refuso in tutte le sue declinazioni: negli articoli per il Carlino sbaglia talvolta persino a scrivere il proprio nome nella firma - di incoronare a fine stagione il giornalista sportivo locale che abbia commesso più errori scrivendo del Forlì.
Cosa vale. Non parlo di svarioni grammaticali, logici o lessicali, né tantomeno tecnico-tattici. Ma delle classiche disattenzioni che rovinano anche il più elegante degli articoli. Esempi: l'orario o il luogo sbagliato della partita, il lapsus tra Fonte/Forte piuttosto che Tonelli/Torelli (quest'anno sarà un macello), l'allenatore ospite scambiato con quello dell'anno precedente oltre alla magagna in cui personalmente inciampo più spesso, la collocazione geografica degli avversari di turno.
Chi può votare. Tutti voi. Serve che leggiate gli articoli dei giornali locali con la massima attenzione, e segnaliate poi qui sul blog il "marone" (gergo giornalistico) quotidiano. A fine anno faremo la classifica, che sarà vagliata dal presidente unico ed emerito della giuria composta da lui medesimo.
Chi partecipa. I giornalisti locali. Se non hanno niente in contrario direi Bulgarelli e il sottoscritto per il Carlino; Rinieri, Dall'Agata e Cau per il Corriere, Strocchi e Grilli per la Voce.
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