giovedì 14 novembre 2013

"Ci sentivamo invincibili"



Ricevo da Attila una lettera vergata in corsivo elegante di risposta a quello che Marco Sozzi scrisse nei commenti del post Esonerato

Ciao Marco,
anche se non amo molto scrivere, eccomi qua a rispondere alla tua lettera e lo faccio alla mia maniera, con sincerità e rispetto, quello che merita uno uomo prima che un calciatore, già perché per me prima che i calciatori esistono gli uomini ed è da uomini che ho sempre instaurato i rapporti all’interno di uno spogliatoio con tanti ragazzi con i quali ho avuto la fortuna di rapportarmi e lavorare. E’ vero, quanto è vero, che il nostro rapporto è sempre stato all’insegna della sincerità e del rispetto e, quando un rapporto è così non è mai “troppo”, è sempre un di più, un accrescimento per tutti.
Avevamo parlato alla fine dello scorso anno, lo ricordo bene, ma come avrei potuto dire “basta” al Forlì, a questi colori, alla città, ai suoi tifosi. Lo sai io non calcolo, mai, nelle cose che faccio ci metto passione, il cuore, il sentimento e a volte proprio il sentimento offusca la ragione. Io sono così e ne vado fiero e non ho rimpianti. Forlì è la mia famiglia, ho rapporti stupendi con molte persone e per quanto mi riguarda questi rimarranno, per sempre.
Sono anche per me giorni tristi, ma poi ripenso a tutto quello che abbiamo fatto assieme e la tristezza di colpo svanisce lasciando il passo ad una cavalcata straordinaria, che ha riportato il Forlì nelle categorie che merita e questo nessuno lo potrà cancellare. Ed è stato un sogno che anche tu hai coronato, quello di giocare nei professionisti con la maglia della tua città, spero in questo di averti aiutato. Sei andato oltre i tuoi limiti mettendo sempre il cuore oltre l’ostacolo, già il cuore, quello che tu hai messo nell’instaurare rapporti con i tuoi compagni. Siamo stati, negli ultimi anni, un gruppo straordinario, veramente, ci sentivamo invincibili ed è con questa convinzione che abbiamo ottenuto risultati fantastici, con il cuore, quindi come avrei potuto rinnegarlo al momento di scegliere se restare.
Ho avuto la fortuna di aver lavorato con ragazzi straordinari, con Kalle, come tu menzioni, il primo anno quando fra mille difficoltà riuscimmo a tenere il gruppo unito ottenendo quel secondo posto che permise al Forlì di essere ripescato in C2, come dimenticare. Kalle è un esempio per tutti noi, di passione, di sacrificio, di amore e dedizione a questi colori, a questa città, a questa maglia.
Ora si ricomincia con lo stesso entusiasmo di sempre, “non c’è notte tanto lunga che impedisca al sole di sorgere”. Ti auguro di ottenere tutte le gioie, sia in campo professionale che nella vita, e le soddisfazioni che meriti. Un abbraccio forte a te e alla tua splendida famiglia.

Con stima e affetto, Attilio.