sabato 13 giugno 2015
Perché non il Cangio?
In questi giorni frullano nei pensieri dei soci del Forlì duemila nomi cui affidare la costruzione della squadra per l'anno a venire e anche la scelta dell'allenatore. Si va dal diesse del Como Giovanni Dolci, incontrato le scorse settimane e interessatissimo al progetto Forlì, ma anche vicino alla B col suo Como e difficilmente 'agganciabile' senza la certezza di essere in Lega Pro, fino all'attuale Ds Stambazzi, ad Arrigoni, all'ex Forlì Galassi (credo che nel frattempo si sia accasato a San Marino) passando per il diesse della Ribelle Nicola Tombolini. Di tutto di più.
Fosse per me, per la mia piccolissima esperienza tangenziale al calcio, darei le chiavi in mano a Sandro Cangini. Gli chiederei di costruire una rosa ottima per la D e scarsa in Lega Pro, da rimpolpare in extremis con qualche nome pesante nel caso di ripescaggio. Nessuno meglio del Cangio conosce il pallone alle latitudini confinanti tra Pro e dilettantismo. A Forlì ha lasciato il cuore e tornerebbe a piedi. Perché no? Dico di più. In questi anni non ho conosciuto nessuno, fatta eccezione forse per Kalle, che mi sapesse spiegare le dinamiche calcistiche, dentro e fuori il campo, meglio di lui. E' esattamente quello che serve a Fabbri, che potrebbe convincerlo facilmente a sposare la causa Firicano, e anche agli altri soci del Forlì ai quali Cangini non chiederebbe un patrimonio garantendo, ne sono certo, la salvezza.
Ecco il mio outing: io voto Cangio.
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