martedì 15 maggio 2012

Il predestinato



Comincio io la trattativa?

Da quella volta Nicolò ha debuttato in A a San Siro con l'Inter, pigliando una gomitata all'orecchio da Ranocchia che l'ha costretto allo stop per qualche settimana.

Lunedì sera era all'inaugurazione del campo da calcio a 7 della parrocchia di San Giuseppe Artigiano insieme a Casadei, Pezzi, Melandri, Bellini, Scaioli, Ricci e Ravaglia.

Pensavo che Giaccherini - più o meno stesso ruolo - venne a Forlì quando aveva 18 anni, e adesso è nel gruppo che andrà agli Europei. Nicolò è nato l'11 ottobre del 1994 e avrebbe bisogno, dico io, di un'esperienza da protagonista in un campionato professionistico che gli permetta di esprimersi.
Tipo Forlì?

Il bug del sistema



La FulgorLibertas basket appena retrocessa dai professionisti ai dilettanti fa esattamente quello che avrebbe dovuto il Forlì. Affidare le chiavi della baracca ad un professionista (leggi, Direttore Generale) che escluda la proprietà dalle responsabilità gestionali del quotidiano. Non perché al Forlì i soci siano stupidi, ma perché sono tanti e ognuno col proprio orticello, intenti alla causa biancorossa mezza giornata quando va grassissima.

Il passo indietro da parte dei soci poteva essere fatto già quest'anno, dopo il trionfo, ma in capo agli uffici di viale Roma hanno preso la strada della continuità preferendo dare una leggerissima ritoccata all'organigramma.

Credo che il passo (indietro) prima o tardi si renderà necessario. Fino a quando le cose andranno bene - fino a quando cioè la squadra continuerà a vincere come fa da cinque anni a questa parte -   nessuno avrà la forza ma neppure la voglia di mollare ad un "uomo forte" (Kalle, Treossi, Melini, per fare i primi tre nomi che mi vengono in mente, ma che magari non ci starebbero neppure) il giocattolo che tante gioie sta dispensando.

Consiglio di marketing: il cronometro biancorosso



La Federazione devolve contributi significativi alle società che utilizzano molti giovani calciatori. Il che spinge molte società ad utilizzare molti giovani calciatori. Per questo sentirete dire spesso, se quest'estate vi capiterà di frequentare il Morgagni o il Circolo Tennis, che "già il Forlì di quest'anno con un paio di innesti potrebbe stare tranquillamente nella parte sinistra della classifica. Guarda che campionato hanno fatto Rimini (5°) e Santarcangelo (7°) che avevano mantenuto la stessa ossatura".


La norma è ovviamente molto (molto, molto, troppo) arzigogolata. L'anno scorso funzionava più o meno così: dovevano essere tesserati almeno 10 calciatori italiani nati dopo il 1° gennaio 1989 e dovevano giocare sempre almeno mezz'ora escluse tre partite (esclusi playoff e playout) almeno tre calciatori nati dopo il 1° gennaio 1991.

Il calcolo del valore di ogni minuto giocato dai suddetti calciatori veniva così quantificato, con maggiorazione del 20% per la prima classificata e del 10% per seconda e terza:
calciatori nati nel 1989: 60%
calciatori nati nel 1990: 80%
calciatori nati nel 1991: 100%
calciatori nati nel 1992: 120%
calciatori nati nel 1993 e successivi: 140%.

Eventuali penalizzazioni alla società azzerano tutto il gruzzolo.
Qui se siete appassionati trovate la norma completa con tutti i codicilli.

L'anno scorso (2011) ad esempio l'utilizzo di giovani calciatori è valso al Como (Prima Divisione) circa 200mila euro, 22 euro per ogni minuto giocato dai ragazzi.

Sapon-Oro?




Il Forlì aspetta con sempre meno pazienza il premio alla carriera per Riccardo Saponara (nella foto a Scandicci insieme al consigliere delegato Alessandro Buccioli), già quantificato in 90mila euro a carico dell'Empoli (la società obbligata dove tuttora gioca, oltre che nella nazionale Under 21, il promettentissimo esterno d'attacco, 20 anni) a 'premio' appunto dei cinque anni trascorsi nelle giovanili della Sammartinese. Soldi che, ovviamente, farebbero parecchio comodo in vista dell'impellente mercato estivo.

Di seguito oppure qui il testo dell'articolo 99 bis delle Noif, le norme organizzative interne federali).

1.    Alle società della L.N.D. e/o di puro Settore Giovanile è riconosciuto un compenso forfettario pari a Euro 18.000,00= per ogni anno di formazione impartita a un calciatore da esse precedentemente tesserato come “giovane” o “giovane dilettante” nei seguenti casi:
  • a)    quando il calciatore disputa, partecipandovi effettivamente, la sua prima gara nel Campionato di serie A;
    ovvero
  • b) quando un calciatore disputa, partecipandovi effettivamente con lo status di professionista, la sua prima gara ufficiale nella Nazionale A o nella Under 21.
Il compenso è dovuto esclusivamente a condizione che il calciatore sia stato tesserato per società della L.N.D. e/o di puro Settore Giovanile almeno per la stagione sportiva iniziata nell’anno in cui ha compiuto 12 anni di età o successive, e deve essere corrisposto dalla società titolare del tesseramento al momento in cui si verifica l’evento o, in caso di calciatore trasferito a titolo temporaneo, dalla società titolare dell’originario rapporto col calciatore. Tale compenso deve essere corrisposto alle stesse entro la fine della stagione sportiva in cui si è verificato l’evento. Nel caso la società dilettantistica o di puro Settore Giovanile abbia già percepito, in precedenza, da una società professionistica, il “premio di preparazione” (art. 96 N.O.I.F.) o il “premio di addestramento e formazione tecnica” (art. 99 N.O.I.F.) ovvero l’importo derivante da un trasferimento (art. 100 N.O.I.F.), tale somma sarà detratta dall’eventuale compenso spettante.
2. L’importo del premio è certificato dall’Ufficio del Lavoro e Premi della F.I.G.C., su richiesta della società interessata. Il pagamento del premio avviene per il tramite della Lega cui è associata la società obbligata. Le controversie in ordine al pagamento del “premio alla carriera” sono devolute in primo grado alla Commissione Vertenze Economiche, secondo le modalità previste agli artt. 45 e 46 del Codice di Giustizia Sportiva.