martedì 15 maggio 2012
Consiglio di marketing: il cronometro biancorosso
La Federazione devolve contributi significativi alle società che utilizzano molti giovani calciatori. Il che spinge molte società ad utilizzare molti giovani calciatori. Per questo sentirete dire spesso, se quest'estate vi capiterà di frequentare il Morgagni o il Circolo Tennis, che "già il Forlì di quest'anno con un paio di innesti potrebbe stare tranquillamente nella parte sinistra della classifica. Guarda che campionato hanno fatto Rimini (5°) e Santarcangelo (7°) che avevano mantenuto la stessa ossatura".
La norma è ovviamente molto (molto, molto, troppo) arzigogolata. L'anno scorso funzionava più o meno così: dovevano essere tesserati almeno 10 calciatori italiani nati dopo il 1° gennaio 1989 e dovevano giocare sempre almeno mezz'ora escluse tre partite (esclusi playoff e playout) almeno tre calciatori nati dopo il 1° gennaio 1991.
Il calcolo del valore di ogni minuto giocato dai suddetti calciatori veniva così quantificato, con maggiorazione del 20% per la prima classificata e del 10% per seconda e terza:
calciatori nati nel 1989: 60%
calciatori nati nel 1990: 80%
calciatori nati nel 1991: 100%
calciatori nati nel 1992: 120%
calciatori nati nel 1993 e successivi: 140%.
Eventuali penalizzazioni alla società azzerano tutto il gruzzolo.
Qui se siete appassionati trovate la norma completa con tutti i codicilli.
L'anno scorso (2011) ad esempio l'utilizzo di giovani calciatori è valso al Como (Prima Divisione) circa 200mila euro, 22 euro per ogni minuto giocato dai ragazzi.
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