venerdì 5 aprile 2013
Il pezzo grosso
Scusate se insisto sul Monza ma la situazione della società che vedremo domenica al Morgagni è davvero paradossale. Ogni giorno pare quello buono perché baracca e burattini col valigione di debiti passino di mano, con Seedorf che dal Brasile rilascia interviste esilaranti e i giornalisti brianzoli che non sanno più che pesci pigliare e vergano articoli come questo, nei quali il "pezzo grosso" che sta acquisendo il club sommerso di debiti non ha mica nome ma "non ha paura di essere notato" perché gira in Ferrari (che però è stata noleggiata, "si dice in un autosalone di Tolosa"), sinonimo di "serietà nella trattativa", eppure mica vuole restare segreto ("nulla da nascondere").
Un puzzle grottesco le cui attinenze con la realtà paiono, così a prima lettura, parecchio simili a quelle che vendevano in viale Roma i fratelloni riminesi. Tanto gira e rivolta i debiti son debiti, e se non ha di che pagarli tieni buona la piazza in qualche modo fino all'ultimo giorno possibile. Col fumo, e se dell'arrosto manca perfino il profumo pazienza. Bastano una Ferrari, un "pezzo grosso alla Bud Spencer" e tante chiacchiere. E i debiti? Quisquilie.
"Quando il pezzo grosso è venuto a conoscenza della ricorrenza del centenario e dei 20mila euro che mancano per pubblicare libro e cd della gloriosa storia del Monza, ha immediatamente assicurato che questa sarà la prima cosa da fare. La storia non si dimentica. Ci sarebbero anche da saldare gli stipendi, visto che il 15 aprile scade la rata. Ancora non si può sapere chi verserà gli emolumenti, se la nuova proprietà o il vecchio Seedorf con un ultimo compassionevole gesto d'amore per il Monza. L'identikit non è perfetto, ma ci manca giusto un nome. Il nome del pezzo grosso".
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