martedì 11 novembre 2014
Stefano Fabbri, in dieci punti
Domani sui giornali avrete il resoconto completo della conferenza stampa che oggi a ora di pranzo ha sancito anche alla città - in seno alla società era tutto fatto da 15 giorni - il passaggio di consegne tra Conficconi e Fabbri. E' un momento 'epocale' per il Forlì, il secondo dopo il passaggio Linari-Conficconi del 2010. Cosa succederà ora? Cosa cambierà? E' difficile dirlo subito. Vi ribatto giusto qualche frase secondo molto significativa pronunciata oggi da Fabbri. E poi vedremo se alle parole seguiranno fatti.
1 Finora ho cercato di perseguire il progetto, che non è la serie B, senza cambi di rotta ad ogni alito di vento
2 Voglio creare una società sempre più conscia dei propri obiettivi.
3 Forlì è una città baskettara
4 Ho trovato persone eterogenee ma vere e oneste: una volta andavo al bar, ora nel tempo libero vengo qui
5 Sono tenace e combattivo. Questi primi 15 giorni non mi hanno spaventato
6 Finora mi sono occupato solo di verificare la situazione economico-finanziaria
7 Le persone valide ci sono, bisogna organizzarsi nel migliore dei modi. La chiarezza nei rapporti è alla base di tutto
8 Le società sportive si possono sostenere solo con il settore giovanile
9 Non sarò figlio dei risultati, la società deve imparare anche a perdere
10 A parte il primo tempo di Pontendera, per il resto il Forlì mi sta piacendo e ha i punti che merita
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Io che sono tifoso da 40 anni la cosa che ho imparato molto bene è perdere, di questo il presidente non si deve preoccupare.
RispondiEliminaSaluti Carlo.
da aggiungere alla rubrica...grande Carlo;)
Eliminasperiamo che il punto 9 non si verifichi spesso;)
RispondiElimina3) piano piano facciamo diventare Forlì città calciofila !
RispondiElimina7) avanti con un'organizzazione professionistica !
8) sarebbe ora di dare un po' di fiducia ai ragazzi del nostro settore giovanile
9) il meno possibile! bella scoperta…….
domani compro il carlino
Come inizio peggio di cosí non poteva partire....e mi fermo qui perchè ne avrei altre da dire!
RispondiEliminaA me quello dell'imparare a perdere, dirottando magari qualche euro sul settore giovanile, sembra un ragionamento intelligente. Se questa società non impara in fretta che la cosa più importante non è salvarsi quest'anno ma durare e strutturarsi per il lungo periodo, in breve andremo tutti a vedere il Meldola
RispondiEliminaComplimenti davvero quest'anno direi davvero due ottime presidenze per la Forlì sportiva!!! Prima il duo italo-rumeno e i loro oscuri fondi miliardari disseminati per Europa.....e ora questo qua che non chiedevo di certo dicesse di portare messi a Forlì in futuro ma almeno desse un po di carica all'ambiente! Solo a leggere i punti da lui elencati nel discorso mi immaginavo di sentire e vedere tipo un discorso di Mortadella Prodi.......
RispondiEliminaCredo che queste critiche alle prime dichiarazioni del nuovo presidente siano assurde oltre che infondate. Lasciamolo lavorare farà bene. Avreste preferito dichiarazioni tipo "stadio nuovo ed amichevole con Manchester u." per poi giocare a borgo tulliero? Io preferisco basso profilo ma lavoro serio e a mio avviso è questo cio che farà fabbri .
RispondiEliminaNo non mi aspettavo di certo quello Gianluca però un po di iniezione di spirito di vitalità visto anche il momento pesante che passa la squadra e l'ambiente per colpe provenienti anche dal suo diciamo ufficio.....però io sono tranquillo tanto in campo non scende lui ma 11 galletti !!!!
EliminaFarà bene vedrai...
EliminaAndró forse controcorrente ma i punti 2, 8 e 9 credo siano INDISPENSABILI per crescere come società sotto ogni punto di vista!!
RispondiEliminapiù che altro per sopravvivere, a quel che ne so
RispondiEliminaSu Forlì città baskettara credo non ci sia nulla da ridire: 1500 abbonati del basket a fronte dei 300 del calcio, e nel basket non si sapeva neppure se ci saremmo iscritti al campionato fino a due giorni dall'inizio, oltre al fatto che ora sono già indietro col pagamento degli stipendi...
RispondiEliminaSul fatto di abituarsi a perdere concordo poco: a mio avviso il Forlì in terza serie dovrebbe starci tranquillo e con un filo di gas, se si precipitasse di nuovo tra i dilettanti potrebbero volerci anni per tornare di nuovo a questi livelli. Ricordo anche che in serie D non ci sono tutti i contributi federali che arrivano in Lega Pro, quindi anche sotto l'aspetto economico è conveniente restare tra i professionisti.
Da fuori è molto difficile capire quanto possa essere complicata la vita per una società come il Forlì, nella quale non c'è un imprenditore molto ricco che mette mezzo milione di euro, ma dieci piccoli imprenditori che mettono 50mila l'uno (sono cifre a casaccio ma non lontanissime) e ovviamente vogliono avere voce in capitolo. Non solo dal punto di vista tecnico ma anche del personale. E' durissima mantenere l'equilibrio e insieme gli stimoli: questi ultimi sopravvengono con facilità negli anni di promozioni e vittorie, possono venir meno lottando per la salvezza o addirittura retrocedendo. Dalla prima delle tre tranche di contributi per l'impiego dei giovani al Forlì sono arrivati circa 13mila euro. Pochissimo rispetto allo scorso anno (più di 100mila), poco rispetto a chi ha incassato di più (credo sui 40mila).
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