giovedì 3 aprile 2014

Gli occhi del cuore



La partita di domenica a Rimini, il derby, è molto importante per ragioni di classifica che chiunque segua anche distrattamente questo blog conosce benissimo. Ma lo è anche per un altro motivo. E' la partita perfetta perché questa squadra, una volta per tutte, faccia innamorare di sé i tifosi del Forlì. Che non sono tantissimi, ma contrariamente a quanto superficialmente si creda debba essere la norma, sono sempre stati di bocca buona. Mi spiego.

Senza andare indietro nei secoli, il Forlì del primo Oliveti era fantastico: vinse le prime cinque partite, aveva palleggiatori eccezionali come Pizzi, Baiana, Poletti, Giaccherini, aveva ovviamente Kalle in difesa accoppiato a un libero di qualità come Fiale, un giovanissimo Mordini che correva come un matto e segnava gol impossibili, aveva la grinta di Scarpato a centrocampo. Ci volle pochissimo per riempire tutta la tribuna del Morgagni, che a un certo punto non bastava neanche più.
Più o meno lo stesso, a livello più basso, è successo col Forlì di Bardi: in Eccellenza c'era Buonocore e quel calcio lì, quel 3-4-3 spaventosamente raffinato per quella categoria, era un piacere per gli occhi. E poi c'erano tanti forlivesi: Sozzi, Spighi, Balestra, Pezzi, per un po' anche Vanigli. Oltre a quelli cui non potevi non voler bene: Perazzini, Martini, il Cammellu, Seba, il Micio. Si era creato un gruppo fantastico, che ha resistito anche al primo anno di Seconda Divisione, cominciato benissimo ma alla lunga rovinato da un paio di situazioni non risolte (un premio promozione controverso, Ginestra).

L'estate scorsa la dirigenza ha deciso di voltare pagina, legittimamente ma senza la forza necessaria a ripartire davvero, da zero. Da quel momento sono nati i problemi (Bardi, ma anche Cangini e a cascata tutto il resto) che hanno reso difficilissima e a tratti illogica la costruzione di questa squadra e, di conseguenza, anche la crescita di uno spogliatoio forte come quello degli anni precedenti. E, arrivo al punto, è stato più complicato anche per i tifosi del Forlì legare emotivamente con questo Forlì. Non è ancora scattata la scintilla. Ma domenica può essere la volta buona.

Pensateci. Quale partita meglio di un derby, a Rimini, a quattro giornate dalla fine e con quella classifica lì, può stringere un legaccio fortissimo tra squadra e città? Il derby è l'occasione perfetta che ha questa squadra  - parlo di Rossi, ma anche di Bernacci e di Docente, di Nappello, di Cejas e Benvenga, di Jidayi, di Tonti - per entrare davvero nel cuore dei forlivesi. E poi giocarsela fino alla fine, agli spareggi se necessario.

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