I temi dei ragazzi della scuola media Mercuriale dopo l'incontro con Kalle.
A differenza delle nostre aspettative non si è parlato solo
di calcio e all’inizio c’è stata una piccola introduzione sulla carriera
calcistica del capitano, soprannominato “Kalle”. Il suo ruolo era difensore. La
cosa di lui che colpisce maggiormente è il fatto che non ha quasi mai lasciato
il Forlì. All’inizio gli abbiamo potuto fare delle domande, ad esempio gli è
stato chiesto cosa provava dopo una vittoria e la risposta è stata, ovviamente,
felicità, ma si è anche spiegato che non si può sempre vincere, e spesso dalla
sconfitta si impara più che dalla vittoria. Finita l’introduzione sulla vita di Calderoni, Marco Susanna ci ha fatto vedere alcune immagini e video
significativi. La prima immagine era recente, rappresentava due sciatrici che
alle Olimpiadi invernali 2014 hanno fatto un pari merito, cosa mai successa
nello sci (1.41.57). La cosa bella è stata che sono salite sul podio
abbracciandosi.
Il progetto puntava molto a sottolineare che al giorno
d’oggi siamo abituati a vedere in televisione e nel computer gente che litiga,
si picchia, offende…mentre le cose che ci dovrebbero piacere dovrebbero essere
altre: gesti di amore, amicizia, coraggio, fratellanza… il così detto
“Fair-Play”.
Ci ha fatto riflettere molto come hanno presentato tre opere
d’arte di genere diverso. La prima è a Roma, è stata ultimata nel 1483, la
Cappella Sistina di Michelangelo. La seconda rappresentava il campione italiano
di ginnastica artistica – anelli, Yuri Chechi, alle Olimpiadi di Atlanta del
1996, quando vinse l’oro dopo un infortunio grave e quattro anni di
allenamenti. La terza, un’opera poco conosciuta, ma forse la più grande, in cui
una maratoneta alle Olimpiadi di Los Angeles (1984), Gabriela Andersen ad un
chilometro dalla fine si sente male, fa fatica a reggersi in piedi, ma non
chiede aiuto e tenacemente continua ed arriva fino in fondo, dove si lascia
andare; arriva 37esima ma disegna la sua opera d’arte. Tre opere, differenti,
ma ognuna della sua importanza e a guardarci bene in fondo alla slide c’era una
scritta “Forlì 2014” senza video, quasi un invito a creare la propria, perché
in fondo la vita, se condotta positivamente, è un’opera d’arte…
Per chiudere in bellezza ci hanno mostrato un goal di
Calderoni, che essendo difensore non ne ha segnati molti.
Infine c’è stato un applauso di chiusura.
Un progetto molto profondo che fa riflettere su se stessi e
sugli altri: grazie Kalle!!!
Classe 3B
Il Fair play è un
insieme di regole morali che devono essere rispettate sia nella vita che nello
sport per una serena convivenza delle persone nella società.
Queste regole assumono un’ importanza fondamentale non solo
nello sport, ma anche nella vita, infatti la buona educazione, la tolleranza e
la solidarietà devono essere presenti sempre.
Noi ragazzi siamo venuti a conoscenza del fair play grazie alla nostra professoressa di ginnastica che ci ha
introdotto in questo argomento preparandoci all’incontro “Un capitano per
amico”. L’iniziativa è condotta dall’ex capitano del Forlì Calcio, Alberto
Calderoni e dai suoi colleghi, tra cui Marco Susanna, prof. di
ginnastica\sostegno della scuola di Villafranca. Sono loro che insegnano ai
giovani il Fair play, sperando che lo imparino e lo applichino nelle attività sportive
che praticano e nella società futura, per renderla migliore. Durante l’incontro
ci hanno mostrato dei filmati e delle slide riguardanti azioni di Fair play
nello sport. Il video che ci ha colpito di più è stato quello di un’atleta
molto meritevole di andare alle Olimpiadi che ad un certo punto si è sentita
male ed è caduta a terra. Un’avversaria sapendo che l’infortunata avrebbe
sicuramente meritato di vincere, se non si fosse sentita male, si è fermata,
l’ha soccorsa e l’ha portata al traguardo, facendole vincere la gara,
riconoscendo così la sua superiorità agonistica. Questo episodio ci ha colpito
molto poiché, al contrario, siamo abituati a sentire notizie che riguardano la
competizione sleale, l’arrivismo estremo e l’approfittare della debolezza
altrui per ottenere successi facili e immeritati. Strano che ce l’abbia fatto
vedere un calciatore, forse perché questo ragazzo ha uno spessore diverso?
Un’altra immagine che ci ha fatto riflettere è stata quella
delle due sciatrici delle Olimpiadi invernali di Soci 2014 che, arrivate
entrambe prime al traguardo con lo stesso tempo, sono salite sul podio
tenendosi per mano e si sono abbracciate, facendo vedere al mondo un gesto di
Fair play che tutti gli atleti di ogni sport dovrebbero prendere come esempio.
Questo gesto ci è piaciuto molto perché hanno assunto entrambe un comportamento
rispettoso l’una per l’altra.
Purtroppo, spesso, il Fair play non viene applicato nello
sport. Un triste esempio è stata la partita di calcio di serie A,
Juventus-Torino dove i tifosi della Juventus hanno esposto uno striscione con
scritto: “Quando volo penso al toro” (riferendosi allo schianto dell’aereo del
Torino contro la collina Superga, dove
nessuno è sopravvissuto). Noi crediamo che uno striscione del genere non solo
non meriti di essere esposto, ma non debba nemmeno essere ripreso dalle
telecamere perché mostrarlo a tutti diffonde l’idea che il comportamento
aggressivo e stupido sia normale, se non addirittura “divertente”. Durante
l’incontro alcuni ragazzi hanno fatto delle domande ad Alberto e quella che
crediamo più interessante è stata: “ Perché alla televisione non fanno vedere
gesti di Fair play ma tendono a dare un’immagine negativa dello sport?”. La
risposta, anche se difficile da dare c’è: purtroppo al giorno d’oggi lo sport
di alto livello è spesso corrotto perché vi sono molti soldi “in campo” e fa
più effetto vedere un gesto negativo di uno positivo, un po’ come la cronaca
nera che ormai riempie ogni TG dall’inizio alla fine. A volte si ritiene che l’espressione “fair
play” nasconda una sfumatura di “falso”, di “convenienza” esteriore e non
vissuta, ma il team che è venuto a parlarci ci ha dimostrato il contrario. Ci è
piaciuto molto il loro coinvolgimento emotivo, si vedeva che parlavano con il
cuore tanto che in alcune delle testimonianze più toccanti a qualcuno di loro
sono venuti gli occhi lucidi e anche noi ci siamo sentiti coinvolti in quella
bella emozione. Calderoni ha aggiunto che vivendo rispettando queste regole
tutti noi possiamo cambiare il futuro dello sport e renderlo migliore. Noi
abbiamo pensato che quella del “fair play” potrebbe essere la vera ricetta
contro il bullismo che affligge spesso le nostre giornate da adolescenti.
Classe 3D
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