venerdì 28 novembre 2014

Mene d'antan


24 dicembre 1997, dall'archivio Gazzetta il passaggio dello stagionato ma sempre efficace centravanti Massimiliano Menegatti al Pontedera. Lì dove il Forlì domani giocherà (senza un mucchio  e una sporta di infortunati, compreso Benito del quale continueremo non si sa per quanto a sentire la nostalgia) l'attuale diesse del Forlì fu allenato da Tazzioli, uno dei suoi mister preferiti insieme, ha raccontato lui qualche anno fa, all'attuale tecnico del Pontedera Indiani.

mercoledì 26 novembre 2014

Si stava meglio quando c'era Benito


Questa prima pagina di un giornale che non esiste a Strocchi piacerà moltissimo.

lunedì 24 novembre 2014

Ma quali eroi



Ieri ho seguito quella che, forse, è stata l'ultima partita stagionale della Fulgorlibertas. E non ho capito tre cose:

- l'entusiasmo del pubblico, che ha vissuto gli ultimi minuti del match con un'adrenalina che neanche la finale playoff;
- la retorica dell'eroismo che ha accompagnato i giocatori partecipanti alla sfida con Casalpusterlengo. Va bene che sono in ritardo con le mensilità di un paio di mesi, o quel che è, ma hanno giocato una partita di pallacanestro mica rischiato la vita. Dai, su: di questi tempi conosciamo tutti o siamo noi stessi qualcuno che lavora a gratis per un po', in attesa di ricevere compensi che magari non arrivano mai. Però non è che ci meritiamo l'ovazione tutte le mattine;
- i calzini di Boccio.

venerdì 21 novembre 2014

In questa notte stellata



Bello, bellissimo. In particolare il gol che Mirko Drudi ha voluto realizzare, a due passi dal recinto della gradinata dove erano assiepati i tifosi della Spal, proprio nel momento esatto in cui cantavano la versione emiliana di Romagna Mia.

Il Forlì ha giocato una partita gagliarda, di grande intensità e anche lucida direi. Mi sono piaciuti moltissimo i tre difensori, Arrigoni e ovviamente il Micio che è sempre più un giocatore squadra e a cui l'ennesimo patetico arbitro visto quest'anno in Lega Pro ha annullato una rete incredibile, fermando il gioco per fischiare una punizione da 20 metri al Forlì anziché lasciare il vantaggio che si era appena concretizzato.

A fine gara in sala stampa colpo di teatro di Menegatti: il diesse del Forlì ha chiesto se poteva dire alcune cose ai giornalisti, che erano da leggere in filigrana altrimenti parevano ovvietà da bar Sport. Ha detto Menegatti che "la squadra è forte " (vado a memoria), "deve salvarsi", "ha ottime alternative". In sostanza ha detto quello che pensano in molti me compreso, con l'intento però di ribadire che i giocatori  finiti nel mirino  anche perché da lui scelti (Scotti, Guidi per dirne due) sono forti. Ma queste sono deduzioni mie che sicuramente Menegatti smentirebbe, così come qualche dirigente e qualche socio del Forlì presente durante il siparietto smentirebbero di aver pensato di ucciderlo, mentre parlava. Di una cosa potete stare certissimi: i ferri non sono mai stati così corti. Che vogliate saperlo o meno, la situazione dentro viale Roma è bollente. Però finché si batte la Spal (derby col Bologna rimandato, che dite?) va benissimo così.

Notizie che non lo erano


A Forlimpopoli ore 16,30 si vede da casa mia alla Bennet e anche oltre. In zona Morgagni com'è? Mi pare una sparata piuttosto grossa, a livelli Tuttosport.

Comunque, avrei scommesso sul dirottamento di Drudi in mediana ma vista la quantità esorbitante di assenze salta ogni previsione tattica. Non ho idea di come giocherà stasera il Forlì, ma come accade molto spesso ultimamente confidiamo soprattutto nel Micio nostro. Che Eupalla ce lo preservi a lungo, integro e motivato.

Ci vediamo là.

giovedì 20 novembre 2014

Non chiamatelo derby



Solo per voi Mattia Sansavini, forlimpopolese di evidente talento che il Carlino ha portato a Ferrara, racconta a modo suo cos'è la Spal da quelle parti. Buona lettura. 

Sulla sponda del Po un uomo sta guardando la piena. E' un ferrarese emigrato in Olanda che torna a casa due volte l'anno: «Per vedere il Po e per vedere la Spal». Il giubbetto da allenamento della Spal è legato alla vita: «Vedere la squadra almeno una volta l'anno è un sapore al quale non rinuncio». Un retrogusto da portare ad Amsterdam. Cos'è la squadra di Ferrara? A Ferrara uno stile di vita. Anzi: una sensazione di grandeur (un po' perduta) che accompagna le generazioni. Nei bar il poster uscito col Carlino campeggia sulle porte dei bagni e dietro ai banconi. «Ci sono il Pisa e l'Ascoli – spiega un barista – poi veniamo noi, se quel Germinale inizia a segnare». E' una città da sognare: lo stadio, celeste, non è solo un richiamo ai colori ma, per un forestiero, la sensazione di stare in cielo, nonostante la bassa della Lega Pro. Poi il campo di allenamento, a due passi dall'ipercoop. Qui le auto intasano la rotonda per affacciarsi sul campetto dei 'semidei'. L'impressione è che ci credano un sacco, a partire da Walter Mattioli, il presidente che assomiglia, per temperamento, a Massimo Ferrero della Sampdoria. Su Mattioli appena due considerazioni: regala titoli ed è ammantato dall'aura di capopopolo. La piadina romagnola è un dolce ricordo che si perde tra la bruma eppure il pane ferrarese, magari scaldato nel forno da pizza, vale la pena di essere assaggiato. Forlì, non aspettarti aria da derby. Per la Spal la madre di tutte le rivalità è a 20 minuti da qui, sull'A13: Bologna. Un po' per la rivalità geografica, un po' perché i ferraresi si sentono, comunque, spiritualmente lassù. Ma aspettatevi, direbbe 'Pippo mio' Inzaghi, un bel po' di bolgia.
ms

martedì 18 novembre 2014

C'è Kalle per te - Siamo di burro



Mancinissimo Kalle, felice per il ritorno del Ciuffo?
So che a lui e ai suoi scudetti di cartapesta leghi parte delle ultime gioie nerazzurre per cui ti auguro la massima felicità da qui in avanti: arrivare davanti al Napoli tuttavia non sarà facile neanche per il Mancio, che gode di ottima stampa nonostante finora abbia inventato al massimo l'acqua tiepida.

Comunque, pure l'arrendevole difesa dell'Inter finora si è comportata meglio, molto meglio di quella del Forlì. In proporzione s'intende, ma la scalcagnata linea arretrata della squadra allenata da Rossi si piazza al settimo posto tre le retroguardie più battute del calcio professionistico nazionale (media gol subiti a partita: Parma 2,5, Pordenone, Pro Patria e Trapani 2, Cittadella e Varese 1,8, Forlì 1,7) . Roba da far impallidire Bardi, al quale imputavamo io per primo il difetto principale del non aver a cuore le sorti del portiere chiunque egli fosse. Scotti ultimamente ci ha pure messo del suo, facendo rimpiangere Tonti e rendendo eccessivamente agevole agli attaccanti avversari festeggiare beati sotto la curva. Che spiegazione offri a tale fenomeno? A me risulta difficile spiegare numeri tanto pesanti a fronte di un atteggiamento tattico tutt'altro che spavaldo, sorretto da interpreti che avrebbero le credenziali per impedire con efficacia ben più significativa le scorribande avversarie. Penso a Scotti ma anche a Catacchini, Jidayi, Drudi, Guidi, Leo Arrigoni  e anche Fantini. Io li prenderei tutti al Fantacalcio di Lega Pro, ma nel caso sarei al penultimo posto. Quindi? Colpa del centrocampo? O l'attenzione vacilla? Oppure, ancora, gli attaccanti sono più forti del previsto?
In fiduciosa attesa di tue delucidazioni, ti saluto con una riverenza.


Ciao a tutti,
piccola provocazione o meglio, ribalto la domanda a tutti:
secondo voi anzi secondo noi Catacchini, Drudi, Jiday, Guidi, Leo Arrigoni, Scotti, Fantini, Cejas, Hamlili (inserisco entrambi perchè sino ad ora ci sono stati), Melandri, Docente, Pettarin, Dijuric, Forte, Castellani... etc... sono da serie C?
A mio giudizio, ma per molti di loro parla il passato, assolutamente si.
Quindi mi direte?
Sempre come opinione personale non ritengo ci sia un'emergenza allenatore a Forlì, così come non lo ritenevo con Bardi.
Quindi?
Quindi, è da un po' che lo scrivo ma senza dubbio mi sbaglierò, credo si sottovaluti troppo la condizione ambientale che si è creata intorno alla squadra; attenzione parlo della situazione all'interno della società. 
Ho letto da qualche parte lamentele sul comportamento del pubblico... beh evidentemente qualcuno non ha mai vissuto realtà differenti... credo sia più giusto e corretto concentrarsi sul fatto che non è assolutamente normale, e di aiuto ai ragazzi, il fatto che ci sia una spaccatura così marcata e pubblica tra allenatore e direttore sportivo, tra direttore sportivo e parte della società, tra i soci stessi.
Ma insomma qual è la priorità? Mettere ragazzi che dove sono stati sono stati hanno sempre fatto bene, nelle condizioni, insieme all'allenatore, di poter fare al meglio il proprio lavoro o perdersi in continui rinfacci e "pisciatine di confine?"
Qual'è la priorità di chi investe tanti soldi per mantenere in vita un sogno?

Tornando all'aspetto tecnico risulta evidente che con gli ultimi due importanti infortuni qualcosa si dovrà fare altrimenti anche le mie convinzioni di salvezza abbastanza tranquilla vacilleranno.

Ma il problema maggiore è la mancanza di serenità che si avverte denotata anche dalle eccessive espulsioni.
Ripeto per me non è un problema solo di giocatori altrimenti per quale motivo Chiellini, Barzagli, Bonucci e Buffon per due anni di fila hanno preso 50 gol a stagione prendendone poi 50 in totale nelle tre successive?

Tutti uniti
Forza Forlì
Kalle

Francamente 75



Oggi compie 75 anni Pardo, l'uomo senza il quale non ci sarebbe questo blog perché senza le sue chiacchiere, i suoi caffè (anzi miei, offro sempre io) e le sigarette non avrei mai preso la sbandata che ho preso per il Forlì. Ricordo un viaggio in auto direzione mi pare San Siro, con Kalle, durante il quale i due cercavano di convincermi che va bene essere imparziale eccetera eccetera, ma da buon forlivese avrei dovuto anche innamorarmi del Forlì. Aiutarlo, prenderne le parti, chiudere un occhiolino oppure entrambi per il bene della squadra della città. Ai tempi - credo fosse il primo anno di Eccellenza - la proposta mi pareva blasfema: prima di tutto, su un piano intoccabile, stava la professionalità. Poi ho capito. Ci sono voluti Sozzi e Mordo, Dracula, il Micio, Bardi e poi Eva, il Poeta, le discussioni talvolta feroci con Cangini, il Cammellu, Scandicci e tutto il resto della banda.

Poi pazienza se ultimamente il suo rapporto con la fede è ondivago. Passerà. I grandi amori, direbbe Galliani, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Intanto auguri. Altri 75 di questi anni.

Il futuro non asPetta



Max Cejas si è rotto il tendine della cosiddetta zampa d'oca, dietro al ginocchio (qui per capire). Senza Hamlili fino a gennaio, anche il capitano del Forlì non tornerà probabilmente prima del 2015. Un bel problema per Rossi, cui restano solo tre centrocampisti per le sei partite che ci separano dall'anno nuovo. Non so se il Forlì deciderà di intervenire a brevissimo sul mercato degli svincolati, di sicuro toccherà a Djuric e soprattutto Pettarin diventare protagonisti di questa squadra e di questa stagione. Dopo aver inutilmente puntato le mie fiches sul ragazzone del Cesena, ora aspetto l'ex Tolle, in procinto di partire e ora improvvisamente cruciale: magari da regista tornerà quello che solo cinque mesi fa ci fece girare la testa.

domenica 16 novembre 2014

Tiriamoci su il morale




Sarà la pioggia, sarà il 4-0, sarà che la domenica in casa da solo non ero più abituato a viverla. Per tirarmi su il morale ho fatto quel lavoretto che tenevo lì ormai da cinque mesi. In 10 minuti ecco a voi la nostra Partita del Secolo.

Buon Forlì-Tolle, e grazie a Roberto Chiesa per la telecronaca: degna della gara più incredibile nella storia del Forlì.