Dirty soccer, siamo salvi (per ora)

Il Forlì è fuori dall'inchiesta 'Dirty soccer' che all'alba di oggi sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha portato ad arresti e fermi per una cinquantina tra calciatori, dirigenti, imprenditori e presidenti di club di serie D e Lega Pro (qui l'elenco dei fermati).



Le organizzazioni criminali in grado di alterare i risultati pare fossero un paio, i soldi arrivavano soprattutto dall'estero, le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva con il carico di associazione mafiosa. Cinque latitanti, settanta indagati e trenta società coinvolte. Stanno messe malissimo soprattutto, nel nostro girone, Santarcangelo (quattro giocatori + il magazziniere) e L'Aquila (diesse). A naso - ma non ho ancora letto praticamente nulla causa Giro (le foto), qui spiega bene - direi che entrambe hanno pochissime possibilità di restare in Lega Pro.

Il letamaio emerso oggi devasta una volta di più il calcio che seguiamo ogni santo weekend. Già avevamo dubbi, ora siamo vicini alla certezza che lo spettacolo propinatoci è stato in molti casi per non dire la maggior parte farlocco. Vero Gerolino? Ci sono parecchie nostre conoscenze purtroppo, a cominciare proprio dall'ex difensore di Bellaria, Forlì e Pro Patria arrestato nella notte così come Enrico Malvisi, tifoso forlivese ed ex piccolo sponsor del Forlì. Non lo conosco di persona, di vista sì. Ma ci sono anche il nostro vecchio nemico Nucifora (capimmo subito il personaggio) e l'ex mister del Savona Ninni Corda.

La squadra allenata da Firicano non è toccata dall'inchiesta e si allena regolarmente in vista del playout. Quindi siamo fuori dalla bufera? Per ora sì, in futuro chissà. Gli arrestati di sicuro parleranno e chissà quanto altro pattume sarà rivoltato sulla testa dei tifosi. Voi sareste pronti a mettere la mano sul fuoco scommettendo (pardon) sull'onestà di tutti i calciatori che in queste ultime stagioni hanno vestito biancorosso? Io no.

Sperem.