domenica 12 luglio 2015

Undici benedetto


Non mi capitava da anni, forse dai tempi in cui alle elementari sfogliavo il Guerino sotto al banco, di essere così eccitato tenendo tra le mani una rivista. Ma Undici (il sito) è davvero fantastico. E' un trimestrale e dopo settimane di ricerche l'ho trovato oggi all'edicola del Bennet. Costa sette euro che sono tanti ma, garantisco, li vale tutti. Non dico di arrivare alla storia di copertina dedicata a Neymar, o al racconto su 'L'ultimo Ibra a Parigi', o ai pezzi su Perin e il Basilea. Basta leggere i primi editoriali, dei quali vi trascrivo qualche riga.



Federico Ferri, caporedattore Sky Sport, comincia così: Una delle consuetudini più sciocche del giornalismo sportivo italiano, specificamente di quello che si occupa di calcio, è la citazione dei precedenti di un arbitro con le due squadre in campo come se fosse uno degli attori protagonisti, come se giocasse pro o contro (...) A Sky non citiamo queste statistiche, perché sono del tutto prive di significato a meno che non si pensi che 1) la scaramanzia sia un fattore determinante nel calcio (e non si tratta esattamente della visione più evoluta) oppure 2) che ci siano delle motivazioni precise per cui quella squadra con quell'arbitro prevalentemente vince o perde, contemplando dunque la malafede. In tal caso, potremmo andare tutti a casa e occuparci musica, arte o giardinaggio e non più di sport (...) Certamente faremmo un bel passo avanti se arrivassimo a scoprire il nome di chi dirige una partita soltanto quando si appresta a fischiare il calcio d'inizio'.

Ma Undici per me è soprattutto un modo diverso di vedere, studiare e capire il calcio diverso da quello a cui purtroppo ci hanno abituato i quotidiani sportivi, Pravda in testa. Per intenderci, se lo conoscete, è la versione cartacea, elegante e raffinata da 'L'ultimo Uomo'. Non ho fatto in tempo a ripetermelo che stavo leggendo il mio guru Christian Rocca, editoriale 'Le parole sono importanti' a proposito proprio dei giornali sportivi.

Non ne compro nemmeno uno e non leggo quasi mai le cronache calcistiche sui giornali generalisti. L'ultima volta che mi è capitato di farlo, be', ho letto un titolo che spiegava il successo della Juventus di Allegri con queste parole: "Novità del tecnico: la squadra è de-juventinizzata". Oh, yeah. Parlano a un tifoso di un altro secolo senza conoscenze tecniche, senza tv, senza connessione internet. Senza cervello, a volte (...) Il calcio è una cosa seria, un'arte e una scienza allo stesso tempo, ma i giornali lo trattano come se fosse un passatempo per dementi interessati soltanto a gridare "arbitro cornuto".


2 commenti:

  1. Per dare al calcio la credibilità che merita non servono giornalisti di alto profilo (che certamente aiutano, ma non sono sufficienti): basterebbe introdurre due semplici innovazioni, moviola in campo e tempo effettivo di gioco, et voilà.

    Finchè i governanti mondiali del pallone rimarranno gli stessi (Blatter e compagnia) non cambierà nulla ed il calcio resterà ancorato al medioevo... cioè carne da macello per giornalisti mediocri e dietrologi, e per polemiche da bar sport.

    Ma forse il calcio alle masse interessa di più così com'è: se diventasse una cosa seria non sarebbe più seguito come ora.

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  2. Anche la lega pro come la serie b inizia il 5 - 6 settembre.... Buon segno??

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