Meglio non basta

Era andato tutto come doveva andare. Come me l'ero sognata. Primo tempo con la tremarella, il Prato meritatamente in vantaggio. Poi il pari di Docente, pochi istanti dopo avermi anestetizzato il braccio con una bordata di rabbia a seguito di un gol sbagliato non si sa come. Il Forlì sarebbe andato negli spogliatoi in coma calcistico e invece, improvvisamente, ha scoperto di avere un lato feroce. Ha azzannato la partita e l'ha quasi vinta. Quasi. Nel finale è arrivato quell'errore doppio, forse addirittura triplo devo rivedere le immagini. Giusto? Secondo me no: stavolta avremmo meritato di vincere.



Di buono c'è: Firicano ha trasmesso carattere alla squadra. In panchina è stato tarantolato per 90 minuti, uno spettacolo di furore agonistico e voglia di vincere. Mancava esattamente quello al Forlì: un condottiero. E' tornato molto bene Capellini, già con un altro passo rispetto ai centrocampisti. Fabbri prima dell'inizio ha battuto a tutti la mano sul petto, in campo: la società spinge unita per una salvezza ancora possibilissima. Siamo tornati a giocare di rimessa, negli spazi, il ché funziona.

Di cattivo c'è: Firicano non conosce ancora i giocatori secondo me. Drudi fa una fatica boia a giocare nella difesa a 4, Hamlili non può fare il regista, Fantoni non è una mezz'ala. La classifica peggiorerà perché non vinciamo da mesi. A fine primo tempo il Teramo sta vincendo a Piacenza e speriamo che stasera il Pisa faccia il suo col San Marino. Abbiamo limiti strutturali che nessun allenatore può risolvere: non è sfiga prendere quel rigore lì, è disattenzione di difensori che hanno dei limiti. Per la prossima a Gubbio ci saranno, mi dicono dalla regia, un mucchio e una sporta di squalificati.

Ma siamo vivi. Firicano ha dentro quello che serviva e la squadra lo segue. Oggi in fin dei conti poteva anche andare peggio.