I bimbi della 'Nave' che hanno scritto i temi sotto saranno allo stadio sabato contro la Spal. Il clima non sarà ideale ma potremmo fare il possibile per fargli vivere una giornata di pallone e festeggiare tutti insieme a fine partita. Della partita con i ferraresi e del clima al Morgagni avremo comunque modo di parlare in settimana.
Mercoledì mattina, nella palestra della nostra scuola,
abbiamo incontrato l’ex capitano del Forlì calcio, Alberto Calderoni, e alcuni
giocatori. Ci hanno incontrato per spiegarci il significato del fair play. Il
fair play è il gioco leale, corretto; è lo sport giocato con onestà e rispetto.
Per far sì che lo sport sia un gioco pulito bisogna evitare di prendere brutte
scorciatoie, come quella del doping e dell’imbroglio, che possono portare solo
alla rovina del gioco e della propria vita. Lo sport leale è il vero sport da
praticare, quello capace di divertirci, appassionarci, ma anche di farci
crescere come persone. Alberto ci ha anche detto che nel calcio, per vincere, è
importantissimo “fare squadra”. Solo se la squadra è unita, solo se c’è al suo
interno rispetto, collaborazione e amicizia è capace di vincere. Alberto ha
paragonato la squadra ad una classe: più si è uniti, più si cresce e si impara!
È molto importante rispettare anche gli avversari senza indugiare, come ci ha
insegnato un video dove abbiamo visto un’atleta che, invece di approfittare
dell’avversaria dolorante, l’ha aiutata a vincere la gara.
Grazie Alberto, terremo nel cuore i tuoi consigli e
cercheremo di metterli in pratica.
IV C
Alberto Calderoni, insieme ad alcuni giocatori del Forlì, ha
catturato l’attenzione degli alunni
parlando dell’importanza della lealtà nello sport ma non solo…anche nella vita. Enorme la differenza tra due parole che cambiano solo per
l’ultima lettera sport – spork. Nella parola sport tutta la soddisfazione di vincere
onestamente, una competizione sana che rispetta l’avversario; nella parola
spork lo specchio di chi gioca sporco. Con “fair play” si intende gioco pulito,
per arrivare dritti al significato di queste parole, i giocatori hanno mostrato
alcuni video: in una partita di calcio un portiere si trovava dolorante a terra
e l’attaccante avversario ha mandato la palla fuori per non approfittare della situazione.
Un video in particolare ha fatto calare il silenzio fra i bambini: in una
importantissima gara di atletica leggera, dove la vincitrice sarebbe andata
alle Olimpiadi, a pochi metri dal traguardo, l’atleta che era stata al primo
posto fino a quel momento, si è accasciata al suolo per un malore e non
riusciva ad alzarsi. La sua avversaria, seconda in gara, l’ha presa in braccio
fino al traguardo tenendola davanti a sé e facendola vincere.
Tanta commozione e il desiderio nel cuore di ognuno di noi di
riuscire, anche solo una volta nella vita, a fare un gesto tanto nobile … un
“fair play” così vero. Per noi, in questa gara, non c’è solo una vincitrice,
l’atleta che ha soccorso la sua avversaria ha vinto un posto nel cuore di tutti
noi.
IV A
Mercoledì 6 novembre, nella palestra della nostra scuola “La Nave ”, è venuto a trovarci
l’ex capitano del Forlì Alberto Calderoni. Era accompagnato da due giocatori
dell’attuale squadra del Forlì,
Luca Bergamaschi e Riccardo Casadei , che
ci hanno raccontato alcuni episodi della loro vita calcistica e personale. Sono
stati presentati da Marco Susanna, un insegnante delle scuole Medie e promotore
dell’iniziativa “Amicosport”. Noi abbiamo fatto alcune domande, abbiamo
ascoltato e guardato le immagini e abbiamo imparato un’importante lezione: cosa
è per noi il fair play.
Anche nello sport, come nella vita, è più conveniente fare
una buona azione, abbracciare l’avversario, anziché considerarlo un nemico e
cercare di abbatterlo. Abbiamo capito che, durante i giochi e le sfide che
anche noi facciamo in palestra, è possibile arrabbiarsi, farsi male,
spintonarsi, ma l’importante è alla fine della partita, ritornare amici come
prima, accettare la sconfitta senza rancori, perché le sfide fra noi sono solo
giochi per divertirci.
Nello sport conviene essere umili e riconoscere il maggior
talento altrui. Nello sport, se imbrogli, anche se vinci non sei felice, perché
imbrogli te stesso e quindi, barando, non vinci veramente perché tradisci il
tuo cuore.
IV B
Mercoledì le classi 4° e 5° della nostra scuola si sono
trovate in palestra per incontrare Alberto calderoni, capitano del Forlì per
tanti anni.N oi eravamo “invitati speciali” , infatti facciamo soltanto la 3°,
ma Alberto è il papà della nostra compagna Margherita e così... abbiamo
partecipato all'incontro anche noi!
E' stato un incontro interessante, ricco di domande che ci
hanno colto di sorpresa e ci hanno fatto pensare... eccone alcune:
-solo chi vince è un campione?
-L'avversario è un nemico?
-Tutto pur di vincere?
Attraverso filmati, foto e i racconti di Luca e Riccardo,
due importanti giocatori del Forlì, abbiamo provato a rispondere e a riflettere
su come si fa sport, qualsiasi sport.
Ci sono rimasti impressi due video: in un filmato veniva
ripresa un'importante partita di calcio tra due squadre che si contendevano lo
scudetto, ad un certo punto un giocatore che aveva la possibilità di segnare
perchè era davanti alla porta vuota, vede un avversario steso a terra e ,
invece di fare goal, tira la palla fuori; l'arbitro che vede questo gesto
esibisce il cartellino verde del “fair play”, cioè del gioco buono.
Molti di noi, ci siamo detti e ne siamo sicuri, non
avrebbero esitato a tirare in porta e segnare.
Un ultimo video poi ci ha lasciato a bocca aperta: in una
gara di atletica per la qualificazione alle olimpiadi, una ragazza era stata
prima per tutta la corsa, a pochi metri dal traguardo però si sente male e
cade, la sua avversaria che era seconda, l'ha abbracciata e l'ha portata fino
al traguardo, mettendola davanti a sé per farla vincere.
Noi siamo rimasti senza parole: quella ragazza non aveva
esitato a riconoscere la bravura della sua avversaria, non l'aveva guardata
come si guarda un nemico, l'aveva guardata come un' amica.
Noi invece tante volte in palestra pensiamo che gli
avversari siano nemici da affrontare e battere ad ogni costo. Quando giochiamo,
tutti giustamente vogliamo vincere e arrivare primi, ma i veri campioni sono
anche capaci di perdere e affrontare la sconfitta, riconoscendo il valore
dell'avversario... e questo dobbiamo
ancora impararlo.
III B
Non so voi...è già martedí ma io ancora non la mando giú la sconfitta di Bellaria!
RispondiEliminaquoto
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